Linea d'ombra - anno XII - n. 89 - gennaio 1994

APPUNTIDA TORBELLAMONACA GiorgioTurini Amore D. Sei mai stato innamorato? R. Io sì, - risponde spavaldo con una faccia tranquilla - ce so' rimasto male una volta! ... Me so' innamorato ieri (gli altri ridono) di una pischelletta di CentocelJe, una negretta, però a lei non gliel'ho detto. D. È questa l'unica volta che ti sei innamorato? R. No ... Innamorato nel senso che ci so' rimasto bene ..., mi so' innamorato di una ragazzetta di Centocelle, c'aveva 14 anni. D. E come è andata la storia? R. È finita male, come tutte le storie che ti paiono più belle. Le cose belle finiscono presto. D. E perché è finita male? R. Perché m'ha lasciato lei. Però è durata due mesi e mezzo. So' stato due mesi e mezzo a rota de sta pischella. Se vedevamo tutti i giorni, tranne la domenica, se vedevamo a Villa Gordiani .. Stavamo sempre abbracciati. (Capocotta, mare e giochi di ragazzi e ragazze, fino alla sopraesposizione dell'arancia rossa, obliqua sull'acqua. Sequenza successiva in interno,divano, pareti bianche, montaggio rappato.) Lavoro D. Parlaci un po' del lavoro, dell'esperienza del lavoro ... (Due occhi scuri, dritti, risata nervosa, poi esplode la rabbia ...) R. Esperienza del lavoro? li manovale!? Nessuna esperienza, culo e basta. Non esiste esperienza. Per 54 mesi il Cfp1 di Torbellamonaca è stato qualcosa di molto speciale e di molto diverso. Intanto è stato "il luogo per..." le storie dei ragazzi che l'hanno frequentato, 15 + 15. Raccontare una storia è molto difficile, bisogna trovare anzitutto una lingua comune, che non è la lingua del colonizzatore e del Manzoni. Una lingua a-fona perché anche "l'abbigliamento (...) parla" (U. Eco); sperimentale, quando nasce da un mouse grafico o da una telecamera, dai tags, dal gergo e dai graffiti; vuota, come i grigi scatoloni di cemento, "mai il vuoto è stato così colmo di segni" (H. Lefebvre). Quindi uno spaziotempo "einsteiniano", molto meno spazio e molto più tempo (magari sulla panchina dei giardinetti, ali' imbrunire, fuori orario - corso 814 - "puntuali, mi raccomando!), perché "il tempo non è un valore condiviso" (comunicazione non verbale che i"pupi" hanno gratificato al giornalista RAI che li aspettava allibito da due ore). Poi il silenzio che è attesa; che si amplifica come una voragine, mentre lui èdi spalle alla finestra e guarda fuori in piazza, l'aula è deserta e tu hai una fretta del diavolo. Caos e vuoto. Si può essere capaci o meno di raccontare di sé. Questa "competenza biografica" costituisce la soglia minima di autodifesa da se stessi e dagli altri, in una società di specchi, cybermediale. Al si sotto, il nulla, la morte sociale. Dalle migliaia di circostanze nelle quali ogni ragazzo è inserito (una casa, una famiglia, PERIFERIE71 una rete di rapp(?rtisignificativi, dal suo sistema di affetti, emozioni e paure, dall'assunzione di ruoli via via interpretati), deve poter individuare il filo rosso della 12ropriavita. Frammenti che costituiscono la coscienza di una storia. E l'ultimo dei diritti dei nostri ragazzi: cercare un senso tra le pieghe del proprio sé sofferente. Ri-trovare la dignità della propria vita. "Spero di vederla un giorno, quassù, a parlare con i ragazzi delle cose più assurde e intime." (19 aprile '65, Don Lorenzo Milani a Franco Fortini) Click. Il disagio di vivere di un ragazzo borderline ha deliri, e incubi ossessivi di autodistruzione. La sua vita tende a confondersi con quella tremenda di altri, genitori, fratelli, sorelle. Esperienze di violenza, di carcere, di tossicodipendenza. Microbiologia della devianza: "lo schizzococco esiste", perché se ne assiste al flagello, alla virulenza del contagio, senza salvezza. La provocazione di Marco Lombardo Radice rasenta la conferma sperimentale. Come una deficienza genetica che si trasmette di padre in figi io. E dunque per noi e i Cfp la necessità di individuare nel rapporto individuale e con tutto il gruppo una profilassi aperta: "Come si fa a stare bene di testa" alias come fare a soppo1tare la propria sofferenza psichica; dove dunque cercarne le origini, come fare i conti con una disperata ricerca affettiva, con esperienze drammatiche di negazione e frustrazione, e come fare argine a una montante furia irrazionale che tutto vorrebbe spazzare e distruggere. Il diritto fondamentale di ogni uomo, di leggere dunque la propria storia come aperta, sana, non destinata da co1Tedicromosomici, diventa per alcuni una necessità assoluta, come a respiro segue respiro. A come Agenzie formative. D. è stato bocciato una volta in prima elementare e tre volte in prima media. D. parla poco, legge a fatica il quadrante dell'orologio. Lo abbiamo iscritto insieme agli altri sette ragazzi alle 150 ore (A. S. I991-92) della scuola media di via dell'Archeologia. Alla prima lezione pomeridiana interviene anche il Signor Preside che, pugni sui fianchi, dice senza perifrasi e senza punto retorica, che gente come D. non ce la vuole nella "sua" scuola. Il problema è sotto la cenere. Quelle esibite dai ragazzi sono maschere di aggressività & strafottenza &disinteresse, platealizzano un "tu non mi servi, lasciami in pace". Di lato, un altro messaggio sotterraneo molto più fo1te: "Aiutami, non riesco a fermarmi" oppure "Non ce la faccio a soppmtare il peso della mia autonomia". Si tratta spesso di una richiesta di presa in carico chiara, da non sottovalutarecon unpilatesco "non mi compete". Può così lentamente, confusamente emergere, non più soffocato, un universo di storie e di pratiche quotidiane, di azioni sospese, di "svorte" attese. Tutti i ragazzi recano con sé un desiderio di appartenenza e un bisogno di identificazione. Non è poco, può essere sufficiente: chi ha il coraggio di essere loro interlocutore?( ...) In piazza, via vai di motorini. Da una busta di plastica salta fuori un'autoradio. Un breve parlottare, Io spacciatore oggi è generoso; rapido scambio: economia del baratto. Le reti devianti sono Agenzie formative migliori della cuoia (non me ne vogliano i colleghi insegnanti, ma è ora di cambiare), offrono modelli di riferimento ai nostri ragazzi molto convincenti. "Aho', vedi quanto ho arzato ieri" mi diceva A. sventolando un malloppo di banconote. Alludeva al nostro misero rimborso spe e giornaliero, diecimilacinquecentolire? O alla difficoltà di inserirlo in tirocinio come idraulico? O alle moto di chi si arrangia, belle come il sole? È ora di cambiare. Per la logica del sistema questi sono i costi da sopportare: a Torbellamonaca la droga costituisce un "problema ambientale". Su una popolazione inferiore a quarantamila abitanti, 1350 sono i tossicodipendenti in cura presso il Sert. Su 9844 alunni delle scuole elementari del Distretto, l'Osservatorio del Ministero della Pubblica Istruzione ne classifica ben 936 I (95%) come "alunni a rischio". Il tasso di evasione

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