Linea d'ombra - anno XII - n. 89 - gennaio 1994

62 SCRITTRICI Dapprima mi atterriva, tanto era informe e gelido, ma si precisò, venne in foco; e aveva un modo sornione e dolce di consolarmi, di giungere inatteso quando soffrivo; mi portava un senso di freschezza risolveva tutte le situazioni.L'idea del suicidio, come l'amore, si pr~pone in tanti modi; io la ebbi in un modo piuttosto miserabile: attraverso la confusione. Non avevo più forza, ero in uno stato di massima sofferenza che ad ogni urto, anche leggero, diveniva insopportabile e si rifugiava nella promessa della morte. Una volta, dopo una passeggiata, sostai a riposare un momento nella cucina d'Abramo. C'era la grande moglie d'Abramo, lei sola, tutta vestita di nero, vicino al carni no acceso. Io avevo addosso non so che freddo, un freddo ribrezzo, e desideravo sentire una voce umana. Ma la mia, che ruppe il silenzio, mi umiliò. Pensai: "come deve sembrare frivola la propria voce ai mendicanti quando spiegano le loro pene, agli angoli delle strade e la loro eventuale gratitudine ...". "Ho incontrato la donna, quella dell'encefalite," dissi, "poveretta, fa impressione." Non c'era niente da rispondere e dunque la moglie d'Abramo non rispose. "Ma parla, vecchia mummia," pensavo io: e con una specie di rancore supplichevole insistei: "Sapete chi è? Come si è ammalata? Da quanto tempo? È sola?" Di tutto ciò non m'importava nulla, non chiedevo altro che il suono delle parole. Eppure la risposta mi sorprese. "Si è ammalata; fu per via di un uomo." "Un uomo? Perché?" "Era vedova di guerra, poi s'innamorò di un altro e non lo sposò. Si unì... capite? ... non per malizia ... per non perdere la pensione del governo. È povera gente. Aveva due figlioli dal morto ed ebbe una bambina dall'altro. In tutto, tre." "Ma come? Perché si è ammalata?" "Perché un giorno lui si stancò e sposò un'altra. Allora a lei gli venne un gran sonno. Non fa che dormire." La moglie d'Abramo smosse con la punta del piede un ciocco di legna che divampò. "Il viso di quella donna ..." mormorai. "L'occhio destro è uscito dall'orbita, la bocca va sghemba verso sinistra, pare che rida ... la faccia di quella donna ha un'espressione di pazzia, di risata ... È un volto che, se uno lo vede, non lo può dimenticare più; se viene in mente la notte, nel buio ... Com'è possibile," smaniai, "com'è possibile che quel!' uomo ... perché quell'uomo, ogni volta che passa di lì vede la faccia della sua colpa, il male che lui ha fatto a quel viso e lui lo deve vedere ... è così... ogni volta che passa lo vede ..." Avevo chiuso gli occhi, e quando li riaprii la moglie d'Abramo, incrociate le mani sotto il grembiule, mi contemplava con una calma così pesante da somigliare al disprezzo. "Ma lui di là non ci passa," disse alfi ne, socchiudendo le ciglia; e sbadigliò. E al mio trasalire ripeté, un po' annoiata: "Lui di là non ci passa. Passa da un'altra parte". Fotodi JohnDrysdale(Keystone/G.Neri.

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