Linea d'ombra - anno XII - n. 89 - gennaio 1994

50 EST,LONTANO EVICINO l'uomo che soffre in queste circostanze, per non parlare della comprensione psicologica del boia. In Scuola di empietà per esempio c'è un boia che telefona a casa sua nel mezzo delle sedute di tortura per chiedere notizie del figlio che ha lafebbre: ha bevuto lo sciroppo di fragola, ha sopportato bene la medicina? Grazie a Dio, va tutto bene! Come le è stato possibile trovare un tono così giusto e così forte? Sì, ho scritto molto, prima di riuscire ad affrontare quei tempi di violenza. La ragazza bruna o altri miei testi volevano rendere conto di un momento storico parossistico, ma visto attraverso gli istinti e le pulsioni innanzitutto sessuali. Ho cercato nella sessualità una possibilità di oltrepassarsi, di diventare altro. Mi muoveva l'idea di poter rappresentare tutta l'energia esistenziale, ho sempre sperato di far espandere la mia vita attraverso l'amore anche se trnppo spesso ho lasciato sfumare le grandi occasioni! Ma sapevo che ciò che attirava lamia attenzione era ildelitto passionale assai più che quello di interesse. In quei giorni mi sono recato al tribunale di Novi Sad e ho consultato dei dossier appassionanti. Sono nate n le cinque storie che ho intitolato Violenze, incluse nella raccolta Senza grida. Ma vivendo sempre a Novi Sad, continuavo a passare sei, dieci, cento volte davanti alle case di amici dei miei che erano stati uccisi durante la guerra, e questo occupava sempre di più la mia immaginazione. Leggevo molti libri di storia e documenti del periodo, e ho cominciato a parlare con le vittime che erano state risparmiate dalle circostanze. E poco a poco questa tematica si è impossessata di me. Tutto è iniziato con Il libro di Blam, che, ebreo, sopravvive grazie al matrimonio fatto con una cristiana.Anch'io sono sopravvissuto come lui, grazie al matrimonio che mia madre, ebrea, ha fatto con mio padre, ortodosso. È strano che lei si paragoni con Blam, questo "uomo senza qualità", senza spinte,ferito a morte, guscio di noce sul mare e che spera di poter dimenticare tutte le atrocità che ha vissuto. Blam ha perduto una parte della sua identità, benché abbia avuto salva la vita. La sua esistenza è problematica, vaga, priva di solidità. lo sono diverso da lui in quanto voglio. al contrario, metter fine Abraham B. Yehoshua Cinque stagioni Il lutto per il passato - e il desiderio del domani: un'intera vita da riconquistare, un Israele incerto fra Europa e Medio Oriente. Traduzione di Ga:io Sciloni. Supercoralli, pp. 394, L. 36 ooo Einaudi all'oblio, che per me significherebbe la perdita della vocazione letteraria. Io voglio fissare il passato, mostrare come si sia inclini a usare gli altri, a fare "uso dell'uomo". Noi vogliamo poter divorare gli altri. Queste guerre hanno qualcosa di cannibalico. Si fa uso di una persona per poter affermare il proprio potere, il proprio controllo su di essa. Quando lei ha scritto Kapò, che si muove nella stessa linea, ha mostrato qualcuno che ha così paura di venir riagguantato dal proprio passato da voler non sfuggirlo, bensì chiarirselo, elucidarlo. Di solito lei parla di sé come di una persona passiva, che viene agita dai suoi incontri, mentre qui mette in scena un uomo attivo, attaccato al!' azione. Sì, per agire bisogna essere più forti di me. L'ex kapò Vilko Lanian è più energico di me. Io non sarei sicuramente mai diventato kapò, mi sarei senza dubbio lasciato morire. Lui ha voluto sopravvivere e, dopo, è stato preso da un irrazionale bisogno di illuminare a ogni costo quel passato che tutti intorno a lui si auguravano di dimenticare. Lei pensa che la situazione che oggi conosciamo in Jugoslavia sia un'eco di quella violenza della seconda guerra mondiale che riempie tutta la sua opera? Sì. Ci sono violenza e miseria che vengono di lì. Impossibile uscire da questi cicli di odio. I nazionalisti di prima della guerra che sono stati uccisi ma anche imprigionati o cacciati dal paese, ritornano. I Kominformisti esiliati e torturati sull'isola del l'Adriatico di cui ho le parlato ritornano anche loro. E tutti sostengono che, con loro, il paese non avrebbe visto le divisioni di oggi, e tutti rimuginano ossessivamente sul passato. Sono pieni d'odio anche loro e inclini a cedere a una terribile pulsione della ripetizione. Credenze e diffidenze suggerisce una sfiducia universale nei confronti dell'umanità. Denunce, tradimenti, doppiezza del linguaggio fèmno pensare che non si possa dar fiducia a nessuno. Sì. Questa è la mia esperienza. A scuola mi misero seduto vicino a compagni diversi per origine etnica e idee religiose. Avevo come amico quel tedesco, quel Franzdi Credenze e diffidenze. Siccome in tedesco avevo buoni voti, me l'hanno messo di fianco. Non parlava il serbo e gli era molto difficile adattarsi a Novi Sad. L'aiuto che gli ho dato mi ha procurato la simpatia dei suoi e venni così invitato da questa famiglia tedesca più colta della mia. Avevano in casa molti libri, il che testimoniava della loro appartenenza a una tradizione letterata. Da loro ho imparato molto. Ma sapevo che un giorno la nostra amicizia poteva aver fine per il semplice fatto dell'esistenza dell'hitlerismo. Sapevo già da bambino che non si può dire tutto né a maggior ragione credere a tutto. L'antisemitismo si è impossessato della Germania e io ho avuto purtroppo ragione: ben presto Franz, che non era nazista, ha vestito l'uniforme del Kulturbund, con stivali e pantaloni da cavallerizzo, è diventato membro di un' organizzazione che preparava la guerra, e ogni domenica sfilava per Novi Sad conciato così. La rottura era inevitabile. Nel 1941 fu costretto a entrare nelle SS perché ogni tedesco fuori della Germania era considerato come volksdeutsch e doveva entrare nelle SS. Morì nel 1941 sul fronte russo. Da noi si impara la diffidenza molto presto. Si può stare insieme, andare provvisoriamente d'accordo, ma l'Altro resta l'Altro. Questo significa che anche oggi lei mantiene questa sfiducia, che non si fida di nessuno? Una fiducia totale mi è impossibile. Non ho piena fiducia neanche in me stesso. So che ci sono persone che mi vogliono bene e che vorrebbero fare molte cose per me, ma lo sanno davvero che cosa è buono per me?

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