Date Appare evidente che io perdo le grandi occasioni. La mia nascita è stata annunziata soltanto dall'anniversario del matrimonio di Winston Churchill. Nessun monumento ha sanguinato, nessuno strumento s'è accordato su un clima specifico. È stata un'irrilevanza stagionale. Mi consolo con l'ottavo mese di mia madre. Mentre sudava nella sua gravidanza a Ceylon, un domestico lemme lemme sul prato con un vassoio di bibite gelate, pochi amici a trovarla per placare la sua forma, e io a bere i versi della vita, Wallace Stevens sedeva nel Connecticut, un bicchiere d'aranciata sul tavolo tanto caldo da stare in calzoncini, e sul retro di una lettera iniziava a scrivere "The Well Dressed Man with a Beard". Quella notte mentre mia madre dormiva col ventre significante rinfrescato dal ventilatore della camera Stevens metteva insieme parole che diventavano frasi e le puliva e le plasmava, e la pagina improvvisamente diventava pensiero dove prima era il nulla, la testa muoveva la mano dove lui voleva e vedeva la mano dire che la mente non è mai finita, no, mai e io crescevo nello stomaco di mia madre come i fiori sui davanzali del Connecticut. L'ARTIFICIERSEIKH RiccardoDuranti Con Il paziente inglese (Garzanti 1993, pp. 327, L. 35.000) Michael Ondaatje ci regala un altro dei suoi straordinari documentari lirici, ovvero romanzi che attraverso l'energia de.l linguaggio poetico con cui sono narrati riescono a illuminare e a rivelare aspetti ed eventi apparentemente marginali e trascurati della nostra storia e della nostra cultura che scopriamo invece, a fine lettura, coinvolgerci in profondità e con delicata urgenza, come al risveglio di un sogno particolarmente intenso che intuiamo influenzerà la nostra vita in modo sottile e permanente. _Dopo The Collected Works of Billy the Kid ( 1970), un vero e proprio poemetto epico sul semi leggendario fuorilegge del West; dopo Coming through Slaughter (1976), in cui assistiamo al miracolo della ricomposizione di un complesso e tormentato ritratto di uno dei pionieri del jazz, il trombettista Buddy Bolden, partenPOESIA 29 do solo da una foto sgranata e da testimonianze confuse nella New Orleans dell'inizio del secolo; dopo Nella pelle del leone (Garzanti 1990), un omaggio agli immigrati sconosciuti che hanno costruito Toronto, la città in cui Ondaatje vive e lavora, Ilpaziente inglese si proietta per la prima volta su uno sfondo internazionale più vasto e ambizioso, quello della fine del secondo conflitto mondiale in Europa, più precisamente in Italia, più precisamente in una villa-convento bombardata sulle colline intorno a Firenze. È qui che si rincontrano due dei personaggi .del romanzo precedente: Han a, la figlia di Patrick e Alice, lasciata poco più che bambina e ritrovata qui come crocerossina al seguito delle truppe alleate, e David Caravaggio, il fantasioso ladro d'origine italiana amico di Patrick e zio adottivo di Hana, riciclato per le sue abilità di scassinatore nei servizi segreti. Nel microcosmo magico e degradato della villa, un tempo, forse, luogo d'incontro tra Poliziano e Pico della Mirandola e ora guscio abbandonato dove gli affreschi naturalistici degli interni sventrati si fondono con una natura esterna altrettanto straziata, Hana si è ritirata dalla sua traumatizzante esperienza bellica per assistere un misterioso "paziente inglese" costretto a letto dalle terribili ustioni provocate dalla rovinosa caduta nel deserto libico di un aereo in fiamme. Raccolto e curato da tribù di beduini l'uomo, che sembra aver smarrito la propria identità, è finito in un ospedale da campo alleato, dove è stato "adottato" da una Hana stanca di vedersi morire tra le braccia i soldati affidati alle sue cure e sconvolta dalla notizia della morte di suo padre in Francia. Quando Caravaggio la raggiunge nella villa toscana porta anche lui sul corpo i segni della tragedia in cui è stato coinvolto: smascherato alla vigilia della liberazione di Firenze, un fascista italiano gli ha tagliato entrambi i pollici. Nella villa bombardata e ancora piena di insidie, perché, come l'Italia e l'Europa intera, è emersa dalla guerra letteralmente minata di ordigni esplosivi, si trovano dunque tre rappresentanti del vecchio mondo che cercano di curarsi a vicenda dalle ferite fisiche e mentali subite nel corso della guerra. L'improbabile convalescenza stenta a coagulare le ferite finché nella villa non arriva una quarta decisiva figura nella persona di Kirpal Singh, detto Kip, un tenente sikh inquadrato in un'unità del Genio dell'esercito di Sua Maestà Britannica specializzata nel disinnesco delle bombe. Sarà proprio il giovane indiano, dalle ascetiche abitudini di vita (è astemio, vegetariano, s'innamora degli affreschi e delle statue incontrate risalendo l'Italia dalla Sicilia all'Emilia) e dalle straordinarie capacità di concentrazione e di riflessi, a "salvare" il terzetto rifugiatosi nella villa dal pericolo di restare impantanati nel proprio dolore, lettera) mente bonificando l'ambiente e l'atmosfera della villa e ricostruendo i ponti di comunicazione tra tutti i personaggi. Nella microcomunità così ricostruita sarà possibile per Hana ritrovare il proprio equilibrio mentale e insieme l'amore, per Caravaggio cauterizzare le cicatrici lasciate nel suo spirito anarchico dalle attività belliche e per il paziente inglese ricostruire la propria identità tormentata. Veniamo così gradualmente a scoprire che il paziente inglese non è affatto inglese: il coltissimo esperto di storia, d'arte, d'armi e di carte geografiche è in realtà un conte ungherese che ha esplorato per anni il deserto libico alla ricerca di un'oasi perduta, ha collaborato con Rommel nella guerra in Nordafrica, ma soprattutto ha vissuto una sconvolgente storia d'amore. Si apre così un altro romanzo nel romanzo e la trama narrativa che già coinvolgeva America del Nord, Europa e Asia, ingloba ora anche l'Africa e in particolare quel deserto pieno di misteri che si configura come fatale luogo d'arrivo della disgregazione indotta dalla dissennata storia dell'umanità. Ironicamente, dopo aver contribuito a ristabilire l'equilibrio e
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