POESIA Michael Ondaatie ILTEMPOINTORNOALLECICATRICI EALTREPOESIE a curadi SilviaAlbertazzi Michael Ondaatje, vincitore del Booker Prize ex equo con Barry Unsworth nel 1992, è nato a Sri Lanka nel 1943. Educato in Gran Bretagna, trasferitosi in Canada - dove tuttora risiede - negli anni Sessanta, pubblica il primo volume di versi, Dainty Monsters, nel 1967. Anche se raggiunge il successo internazionale principalmente con i romanzi Running in the Family, del 1984, e, soprattutto, In the Skin of a Lion ( 1987), pubblicato inItaliada Garzanti con il titolo Nellapelle del leone e TheEnglish Patient (1992) - in corso di traduzione da Garzanti -, Ondaatje si segnala, in Canada, come uno fra i migliori poeti delle ultime generazioni, nel decennio tra il '70 e 1'80. Di questo periodo sono, infatti, il poemetto The Man with Seven Toes e The Collected Works of Billy the Kid che, pur recando il sottotitolo "poesie mancine" comprende molte più sezioni prosastiche e narrative che non sequenze poetiche. Del 1973 è poi la raccolta Rat Jelly, e del 1979 la compilazione antologica messa a punto dallo stesso Ondaatje, There isa Trick witha Knife l'm Learning to Do, in cui, grazie a una nuova organizzazione del materiale, l'autore riesce a trasformare una poesia sino a quel momento ritenuta d'intrattenimento in testimonianza lirica di una crisi personale. ·· Spesso caratterizzata dall'uso di immagini e metafore violente, che ricordano, alle volte, gli effetti speciali per cui è famoso il più popolare regista canadese, David Cronemberg, chiaramente influenzata dalle liriche macabre e grottesche di un altro canadese ben conosciuto in Europa, Leonard Cohen (cui il poeta di Sri Lanka dedica anche una monografia accademica), la poesia di Ondaatje, mentre riconosce apertamente un unico maestro, Wallace Stevens, il "grande ordinatore dell'universo", di cui viene fatta menzione in un paio di composizioni, pare implicitamente ricoll~garsi piuttosto alla tentazione estrema del silenzio che caratterizza l'opera di un altro americano, Robert Creeley. In Rat Jelly, a queste tematiche si aggiunge una forte componente metapoetica, che si concretizza nell'affermazione secondo cui fare poesia è "andare a caccia di ovvie bugie", ovvero mettere sulla carta "cose perfettamente modellate colte al momento sbagliato" e il poeta è come il ragno, assassino e vittima della bellezza a un tempo. Foto di Giovanni Giovannetti. Il tempo intorno alle cicatrici Una ragazza con cui non ho parlato né preso un caffè per anni mi scrive di una vecchia cicatrice. Dorme sul suo polso, liscia e bianca, piccola come una piattola. Gliel'ho fatta io brandendo un nuovo temperino italiano. Guarda, le ho detto girandomi, ed è spruzzato sangue sulla sua camicia. 27 È comunque soltanto con la raccolta Secular Love, del 1985, che Ondaatje diviene l'unico oggetto della propria poesia, non solo come autore, ma anche e soprattutto come nonno, sino al limite della spudoratezza. Anche qui è facile rinvenire modelli nella lirica americana: la poesia di John Barryman, per esempio, ma anche i Life Studies di Robert Lowell e, ancora una volta, Creeley. E tuttavia, l'unico poeta celebrato nella collezione è il Rilke delle Elegie Duinesi, mentre la volontà autoriale di non nascondere nulla di sé al proprio lettore è fatta risalire da Ondaatje, in epigrafe, a una scena del romanzo di Peter Handke Lo donna mancina, in cui si consiglia a un aspirante attore di esporsi completamente e "non tenere niente di sé per sé". Da ultimo, ancora na volta ossessionato dalla stevensiana "rabbia per l'ordine", nel 1989 Ondaatje ha pubblicato un'altra silloge del proprio lavoro, comprendente anche poesie da Secular Love, sotto il titolo The Cinnamon Peeler. Mia moglie ha cicatrici sparse come gocce di pioggia su ginocchia e caviglie, Le poesie qui tradotte sono tratte da: Dainty Monsters (Il tempo attorno alle cicatrici); Rat Jelly ( Gelatina di topo, Date);Secular Love (RockBottom, -di cui si riproducono solo le prime due sezioni-e Traduzioni delle mie cartoline). parla di vetrate rotte nella serra e tuttavia, oltre a immaginare piedi rossi, (una ninfa uscita da Chagall) aggiungo poco a quella scena. Ricordiamo il tempo intorno alle cicatrici, raggelano emozioni irrilevanti
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