Linea d'ombra - anno XII - n. 89 - gennaio 1994

DESCRIVEREIL MONDO 17 e il mio metodo è proprio questo, scegliere solo quelle piccole cose o quei dettagli che possono avviare una riflessione. Uno dei grossi elementi di crisi per un giornalista del mio tipo è la variabile tempo: spesso ci si rendecontocheseci si fermasse più a lungo in una situazione, non solo due o tre giorni, il pezzo · probabilmente non lo si scriverebbe più perché la realtà diventerebbe troppo complessa. Io perlomeno ho sempre questa sensazione. Allora esiste un grado ottimale di superficialità che ti consente di scrivere il pezzo. Il massimo approfondimento ti condannerebbe al silenzio. È un dilemma al quale in fondo si trovano di fronte tutti i reporter. Devo dire che non esiste una soluzione ideale. Può esistere solo, forse, una soluzione di compromesso. Nella nostra professione dobbiamo essere da una parte come degli artigiani, fare delle cose così come il calzolaio fa le scarpe, e d'altro canto dobbiamo avere questa inquietudine, questa costante incertezza, che ci permette in effetti di vedere le cose in modo migliore, e questo è un problema che appunto io ho avuto centinaia di volte. Come dicevo, non esiste una soluzione ideale; generalmente più a lungo si sta in un posto, più si hai apossibilità di esplorare la realtà di cui dovremmo scrivere e di comprenderla. Questa è però la situazione estrema. Stare il più a lungo possibile non sempre è possibile: bisogna proprio cercare di evitare di essere troppo superficiali, altrimenti la nostra professionalità viene meno. Ci dobbiamo rendere conto che quello che possiamo scrivere non sarà mai l'esatta immagine della cosa che vediamo, che sarà sempre un'approssimazione, e secondo me potremmo dire che questa ha un'influenza notevole sul tono e il modo incui si scrive. Certo, non tutti hanno questa inquietudine. Ci sono anche giornalisti molto arroganti che scrivono dando moltissime certezze. Invece secondo me è importante dare il beneficio del dubbio, lasciare spazio al dubbio. Non possiamo niai avere certezze assolute, dobbiamo sempre chiederci: è veramente così? È effettivamente così che sono andate le cose? Ecco, dobbiamo sempre lasciare uno spazio libero non solo per riflettere ma anche per mostrare che sappiamo che la realtà è molto più complessa di quello che noi sappiamo raccontarne ma che è nostro compito, nostra professione, dare di questa realtà un'immagine il più somigliante possibile. E a questo scopo è fondamentale la preparazione, aver cioè la possibilità, prima di scrivere di un argomento, di prepararsi a fondo. Certo, anche questo non sempre è possibile, a volte un incarico arriva all'improvviso, dall'oggi al domani, ma quando è possibile è fondamentale che ci sia una preparazione perché questo ci dà non solo conoscenza ma anche sicurezza. È di grande aiuto leggere quello che hanno scritto altri, conoscere il modo in cui altri hanno visto gli stessi eventi perché questo ci dà una miglior comprensione della realtà. Ma, come ho detto, non esiste una soluzione ideale. Certo un giornalista non dovrebbe mai scriver di qualcosa dopo essere rimasto sul posto solo un giorno o due; perché inevitabilmente la sua visione sarebbe troppo superficiale. L'ideaèsempredi stare il più a lungo possibile, due settimane, un mese. Stare il più a lungo possibile è sempre la soluzione migliore, perché di giorno in giorno si scopre un aspetto diverso della realtà e ogni giorno nuovo porta a un'immagine del la realtà completamente diversa. Non ci sono altre soluzioni. Molto naturalmente dipende anche dalla fortuna di un giornalista. A volte si è così fortunati da incontrare la personagiustaal momento giusto. Quindi fondamentale per il reporter è non solo l'esperienza ma anche la fortuna e l'intuizione. L'intuizione, tra l'altro, è qualcosa di difficile da definire perché è una strana capacità di sentire, di percepire le cose prima che capitino. StigClaesson SAGADIRAGNARR CHISIRICORDA pp. 144.L 18.000 DIYNGVEFREJ Un anticoracconto pp. 184. L. 22.000 islandesdeibattaglie Trasformatisi per edisangued,iamore scherzo in ambito edimagiachespazia oggettodi metaturi• dai gelidiregnidel stica,quanrovecchi Nord all'Inghilterra diventanoil simbolo anglosassone alla di unaciviltàchesta nostraToscanaU. no scomparendo con stimolanteincontro l'avanzardeellamo- conil mondolontadernitàe del consu- nodellaScandinavia m1smo. medievale. HenrikStangerup Erk de Kuy~r EricdeKuyper FRATELLJOACOB ALMARE pp. 376- L 30 000 ALMARE pp. 128-L. 16.000 1500: nell'Europa L'eternoritornodeldilaniattaraRiforma le vacanzeal mare. e Controriformae Un"Amarcordb"elpoinelNuovoMon- ga nell'Ostenddaedo,laviradi unfran- l gli anniCinquanta. cescanoalla ricerca --- Lemagichgeiornate dellasuaUtopia.Un ~ dell'infanziariviste granderomanzovi- nell'intensitdàel visionarioe provoca• verequotidiano. l'IT°K~>ii"I.\ tono. I Ptll~OkJ" Via· Palestro, 22 - 20121 Milano - Tel. (02) 781458 Campagna abbonamenti Non perdete un Lapis 1994 percorsi della riflessionefemminile Condizioni d'abbonamento abbonamento annuo ordinario (4 n~meri) lire 40.000 abbonamento annuo sostenitore (4 numeri) lire 60.000 Pagamento e/e postale 24001208 intestato a: 1:,aTartaruga Edizioni srl via Filippo Turati 58 20121 Milano Tel. 02-6555036 Fax 02-653007

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