16 DESCRIVERE-ILMONDO a queste persone "che cosa state facendo qui", magari, non so, in occasione di una gue1Ta,e sentirmi rispondere "non lo so, questo non è il mio lavoro, a me hanno dato solo l'incarico di scattare delle fotografie, poi le mando al giornale e ci pensano loro". Quindi la professione di giornalista è stata completamente rivoluzionata dal l'avvento della televisione. La televisione ha dato vita a un nuovo fenomeno, ovvero quello di creare un mondo tutto suo. Ed è interessante vedere come questo mondo sia molto più attraente, molto più interessante del mondo reale, di quello che la stampa, la stampa scritta, cerca di trasmettere attraverso i suoi aiticoli. La creazione di questo mondo fittizio avviene in due modi: il primo è dato dal fatto che le troupe televisive tendono a muoversi tutte in gruppo e cioè, che si tratti di GuerTadel Golfo, della Rivoluzione iraniana o del golpe di Mosca, tutte le troupe televisive sono sempre e solo concentrate in un unico punto e sembra quasi che il resto del mondo venga completamente dimenticato e abbandonato, proprio perché le televisioni non si occupano di coprire anche gli altri eventi che hanno luogo in quel momento. Quello che cercano di fare invece è di competere tra di loro, cioè se c'è una troupe televisiva o comunque una televisione che si reca in un luogo, tutte le altre la seguono. Un esempio è stato proprio il golpe di Mosca. Io mi trovavo lì a quell'epoca ed è stato interessante vedere come la maggior parte delle televisioni presentassero in realtà un mondo fittizio e completamente diverso da quello reale. La gente che vedeva le immagini da loro trasmesse naturalmente era portata a pensai·eche quello fosse il mondo reale. E difatti il golpe che si è avuto aMosca il 19 settembre del '91 è stato in fondo un evento di piccolissima pmtata, che ha avuto luogo in un posto estremamente ristretto, un palazzo del governo, e per la popolazione normale non ha avuto alcun interesse vero. Nel frattempo a Mosca circolavano praticamente venti milioni di persone; dieci milioni sono gli abitanti di Mosca e altri dieci milioni vi giungono ogni giorno per lavoro. Beh, questi venti milioni di persone praticamente non si sono quasi accorti di quanto avveniva; la loro vita era assolutamente regolare, la vita in città era assolutamente regolare, gli autobus e i tram circolavano normalmente, le scuole e le università erano aperte, la gente andava .a lavorare, andava negli uffici come se nulla fosse. Quindi si trattava solo di questo piccolo palazzo governativo, sede del governo della Nazione Russa, dove si aveva un'altissima concentrazione di persone, cioè di troupe televisive. Di lì a poca distanza invece c'era un gruppo di persone molto più sparuto, da dieci a venti mila persone, che stavano tenendo una dimostrazione. Dieci o ventimila persone rispetto ai venti milioni di persone che si trovavano a Mosca sono praticamente un'inezia. Ebbene, in quel momento a Mosca c'erano oltre tremila giornalisti televisivi accreditati. Tutti a mandare immagini e articoli della grande rivoluzione che stava avendo luogo in quel momento. Tutti concentrati in quel punto. Le immagini che la gente riceveva erano immagini di qualcosa di grandissimo, di portata incredibile. In realtà in una città non lontano da lì, San Pietroburgo, stava avendo luogo una vera e propria manifestazione, era cioè in corso una dimostrazione imponente. Era quello, sicuramente, l'evento più importante e tuttavia non c'era neppure una troupe televisiva a riprenderlo. Tutti quanti erano concentrati aMosca. Vi dirò un segreto: per una forma di solidarietà fra giornalisti, ci sono stati alcuni eventi che di comune accordo non sono stati coperti per niente e quindi è come se non fossero neppure esistiti. Quindi si tratta effettivamente di una situazione completamente nuova che si è venuta a creai·e nella eomunicazione umana. Come ho già detto all'inizio, la televisione crea il proprio mondo che sostituisce il mondo reale, e che viene dato in pasto al pubblico al posto del mondo reale. Lo si fa in due mqdi: attraverso questa conco1Tenzafra le varie televisioni ma anche attraverso una manipolazionedell' informazione dovuta proprio agi i aspetti tecnici di questo mass-media. Prendiamo l'utilizzo delle zoomate: il fatto di zoomare una detenninata immagine fa sì che un dettaglio venga ingrandito, venga esagerato e che tutta l'attenzione sia concentrata su tale particolare mentre il resto, cioè quello che è reale, non viene trasmesso. Oggi tra le cose che la televisione ama di più c'è la petroliera che brucia. Soprattutto se è notte. Soprattutto se piove. Perché questo dà l'idea d'una drammaticità dell'evento. Un altro esempio potrebbe essere la situazione in Jugoslavia. Generalmente si vedono una quantità morti, ma chi sono questi morti, chi li ha uccisi, perché li ha uccisi, questo non ci è dato saperlo. Si vedono invece troupe televisive che viaggiano con i mezzi dell'ONU, perché chiaramente sono i più sicuri, però nessuno è in grado di capire dalle immagini che cosa sta succedendo davvero o perché quella gente si uccide. Sulla scena arrivano solo gli aspetti più crudeli, più duri, più cruenti, ma arrivano svuotati di senso. Quanto alla relazione tra stampa e televisione: qualcuno ha detto che si teme che la televisione possa uccidere la stampa, possa uccidere il giornalismo. Ecco, io non credo che questo possa accadere. Certo non si può ignorare che la situazione è cambiata, che si è creato un fenomeno nuovo, però ritengo che la nuova situazione dia vita a nuove sfide e dia nuove possibilità ai giornalisti. Che tipo di sfide? Beh, il giornalista della caita stampata del futuro dovrà essere capace di restituire il background, di fornire reali elementi di conoscenza, di dare commenti. Ricorderete i reportage di dieci, venti, trent'anni fa: erano tipici reportage descrittivi. Tutto questo oggi non c'è più, perché il posto di questo tipo di letteratura è stato preso dalla televisione. La televisione ha segnato la fine del reportage descrittivo. La televisione però ha limiti che non può superai·e e questi limiti sono proprio quelli che danno nuove prospettive al giornalismo. Il nuovo repmtage deve avere e deve dare soprattutto conoscenza, impressioni, un'analisi del mondo, deve cercai·e di analizzare i meccanismi che stanno alla base degli eventi storici e della storia stessa, commentare la storia. Quindi non solo non ritengo che la televisione potrà uccidere il giornalismo, ma ritengo che addirittura potrà creare nuove prospetti vedei giornalismo e anche della letteratura di viaggio. Certo che le nuove prospetti ve richiederanno un nuovo tipo di giornalista, un giornalista più prepai·atoo preparato in modo diverso. Questo è quello che ritengo sarà il giornalista del futuro. La televisione ci dà l'immagine, il giornalista c\ darà riflessioni, commenti ... Io cerco sempre di trovare un modo di descri vère, di analizzare, di esplorare ilmondo in un modo che non è concesso alla televisione. La televisione non può fare quel che posso fai·e io. E in primo luogo cerco sempre di instaurare una relazione molto personale fra me stesso e l'evento storico a cui sto assistendo. Cerco di far sì che questo evento storico diventi parte integrante della mia esperienza, della mia biografia, cerco in pratica di essere interno a quello che avviene, di vivere all'interno dell'evento. Ecco perché i miei libri sono molto personali. E poi cerco di vedere le cose e di considerai·le, utilizzandole però più che altro come punti di paitenza. Magari colgo dei dettagli, delle piccole cose, che però poi devono produrre riflessione, anche perché oggi siamo così circondati da miriadi di dettagli che è indispensabile selezionare solo quelli che in effetti possono portare a qualche tipo di riflessione. In fondo scrivere è selezionare, selezionare dettagli, selezionare le cose che possono far pensare. Certo è necessario trovai·e un metodo per selezionare
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