Linea d'ombra - anno XII - n. 89 - gennaio 1994

DESCRIVERE Il MONDO 15 ------------------------- --------------~------ Rys.zarcl Kapuscinski COME ESPLORARE IL MONDO OPINIONIDIUNVIAGGIATORE-REPORTER a curadi MariaNadotti Di Ryszard Kap11sci11ski (Polo11ia1932), dopo La prima guerra del footballe altreguerredi poveri e L'imperatore, pubblicati entrambida Serra e Riva,s/C/per uscirein Italia,presso Feltrinelli, lmperium, un libro inchiesta scrittogirando leRepubbliche del 'Unione Sovieticanei dueanniprecedenti la sua disi111egrazio11e. Attualmente Kapuscinski .l'ICI girando il continente aji·icanoper rea/i::,zareinsiemeal registaHailéGeri111a,percollfo dellaBBC, un.filmche docu111e111i le trasformazioniavvenutevinegli ultimi35 anni.Nel 11. 56di "Linead'ombra" (gennaio1991) è già starapubblicataun 'inrervisw co11Kapusci11skireali::,::,atadaOrestePivella,enel11.70(aprile !992)si trova l'i111erve111ofatto dal/ 'auroreal co11veg110 orciSudEstOvest organizzatoda "Linead'ombra" in collaborazioneco11la Provinciadi Milano. Il testoche segue è la trascrizione,11011rivistada/l'autore, del/'i111erventopronunciato da Kapuscinski i11occasione della ma11ifestcdo11e "La libreria di Ulisse" (Mila110, / I giugno 1993). Ho cominciato a lavorare facendo il corrispondente per un'agenzia stampa e devo dire che il modo in cui i trasmettono le notizie attraverso icomunicati stampadelleagenziedà un'immagine della realtà molto ristretta, molto insoddisfacente. Lavorando ho avuto modo di prender pa1te a eventi importantissimi e di essere testimone di vicende fondamentali, ad esempio tutte quelle che hanno portato alla cosiddetta creazione del Terzo Mondo. È stato così che mi sono reso conto che il modo in cui si scrivevano articoli per le agenzie stampa era, appunto, troppo ristretto, troppo limitato, proprio perché il linguaggio utilizzato era ridotto ai minimi termini - in genere poche..centinaia di parole. E quindi ero insoddisfatto del modo in cui ero costretto a scrivere proprio perché mi accorgevo che gli eventi a cui stavo assistendo purtroppo non potevano essere contenuti in modo soddisfacente in queste piccole notizie stampa. Il mondo era molto più ricco di quanto io riuscis i a descrivere ed era mio preciso dovere dar conto di questa ricchezza, ma lavorando per un'agenzia tampa si è molto limitati nella scelta dei fatti. Generalmente si parla di fatti politici odi relazioni diplomatiche, mentre io volevo allargare il campo. Per me i fatti non sono solo quelli politici, o quelli diplomatici; fatti sono anche il clima, oppure i sentimenti delle persone, tutte cose che non ero in grado di trasmettere utilizzando un linguaggio giornalistico così povero e ristretto. Eppure sono proprio que ti i fatti essenziali per la storia in quanto tale. lo mi sono formato alla scuola degli storici francesi, delle Anna/es, che hanno rappresentato una vera e propria rivoluzione nel modo di fare storia. In pratica hanno modificato radicalmente la nozione stes a di fatto storico. Servendosi di cose all'apparenza molto banali (il clima, i biglietti di viaggio, ecc.) hanno indicato nuove vie al farsi del discorso storico. Ecco, io ho riflettuto su questo e ho ritenuto che fosse mio dovere introdurre nella mia descrizione del mondo proprio questi dettagli, le cose che sono al di fuori dei normali eventi descritti dai giornalisti. Ad esempio: durante la rivoluzione in Iran mi trovavo a Teheran, ma tutti noi giornalisti eravamo tagliati fuori dagli eventi che si stavano verificando in quel paese, perché sostanzialmente n1tte le comunicazioni avvenivano in lingue che non erano lingue europee, quindi né in ingle e né in francese, ma nella lingua locale. [o personalmente non capivo, ad esempio, quando ci sarebbero state delle manifestazioni, proprio perché le comunicazioni venivano fatte in una lingua che non comprendevo, però vivevo in un piccolo hotel vicino al quale c'era iInegozietto di un persiano che, a seconda dei giorni, esponeva le sue merci fuori del negozio oppure no. Ho cominciato a osservare questo negoziante e, dai suoi movimenti, ho imparato a capire quando in effetti avrebbero avuto luogo le manifestazioni. Infatti, quando lui non esponeva la merce fuori dal negozio significava che quel giorno ci sarebbe stata una manifestazione, e grazie alla ua paura di vedersi distruggere le merci avevo trovato ilmio interprete. Ho cominciato ad osservarlo, e benché non riuscissi a comunicare con lui proprio per motivi di lingua, hoincominciatoacapirequando si stavano verificando degli eventi importanti. Ecco per me tutti questi piccoli fatti sono diventati di impo1tanza storica, sono diventati parte integrante della realtà che dovevo o servare e poi descrivere. A proposito di informazione televisiva, la questione è diversa. Effettivamente l'avvento della televisione ha rappresentato una vera e propria rivoluzione, che ha dato vita a tanti nuovi problemi e tanti nuovi inteITogativi riguardo alla comunicazione umana. In primo luogo, è vero, la televi ione ha comportato dei cambiamenti radicali nel l'ambiente giornalistico. el mondo, negli anni Cinquanta e Sessanta, quando succedeva qualcosa di grossò e di importante arrivavano i giornalisti della stampa, della stampa scritta; si trattava peròsempredi ungruppo molto selezionato, si trattava generalmente di giornalisti con grande esperienza, magari nomi famosi, sempre comunque persone molto ben preparate, persone accuratamente selezionate. A venti, trent'anni di distanza vediamo che l'ambiente giornalistico è completamente cambiato; i rappresentanti della tampa sono sempre di meno quando ci si trova di fronte a qualche evento di grande importanza. Es i rappresentano ormai una percentuale sempre più sparuta, mentre la maggior parte delle per one che i trovano ad as istere a questi eventi sono parte di troupe televisive dove però la figura del giornalista non è più quella tradizionale. Spesso i veri e propri giornalisti sono molto pochi e, anche se sembrano tali, in realtà sono tutti, che so ..., responsabili del suono o dell'elettricità e così via; molti poi non sanno neppure perché si trovano lì. Mi è capitato ad esempio di chiedere una volta

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