liana ad offrire ai giovani registi le armi con cui diventare più coraggiosi e uscire finalmente da quell'universo opprimente per aprirsi su storie più articolateecomplesseesclusivamente non più piccolo-borghesi, capaci di fare i conti con la realtà e non solo con la psicologia. È la commedia con i suoi personaggi mimetici e la sua critica di costume, la sua cura per i dialoghi e la ricchezza della sua satira che si può ritrovare in filigrana dietro le regie della Archibugi o di Corsicato ma anche dentro le invenzioni di Ciprì e Maresco, ormai maturi per misurarsi con una lunghezza e una complessità non più condizionata dai tagli di Blob. È la tragedia del melodramma raffreddato dall'impossibilitàdi tradire la realtà (come ci aveva insegnato certo cinema italiano degli anni Sessanta) che fortifica le opera di Pozzessere o di Capuano e anche di Martone, con quel narrare in maniera sfrangiata, eccessiva ma insieme tagliente. È la curiosità di confrontarsi ancora una volta con la marginalità, con i silenzi, i buchi neri, le zone d'ombra dimenticate dai mass media che fa battere il cuore dei film di Soldini, Mazzacurati, Zaccaro, anche di Segre. È il percorso racchiuso programmaticamente tra i due sguardi più significativi di quest'inizio di anni Novanta, l'occhio sociale del Ladro di bambini e quello individualistico di Caro diario. Dalla parte dei vinti, ma senza retorica, Amelio ha saputo raccontare la perfidia delle istituzioni, il silenzio degli innocenti, l'insensibilità dei colti, la volgarità degli ignoranti, la rivolta muta e la condanna all'impotenza di chi non ci sta. Non un urlo ideologico, ma un continuo gioco di sottrazione per portare in lo ZINGARELLI 1994 Dodicesimaedizione 2 144 pagine 134 000 voci 370 000 significati 4 500 illustrazioni in bianco e nero 420 illustrazioni a colori 88 000 lire 68 -- - 10 z1NGARELLI 1994 pnm1ss1mo piano le persone ferite, costrette a vivere in un paesaggio dolente, capaci di non cadere nel nichilismo così come di rifiutare i sogni illusori di una rivoluzione impossibile. Dalla parte dei non riconciliati, invece, Moretti si inerpica per altre strade, dove l'individualismo non è più un ideale o un autocompiacimento ma piuttosto una domanda, un interrogativo che costringe a risposte sofferte, spesso solitarie, comunque non consolatorie. Non più una risata sarcastica ma l'accettazione matura della propria capacità critica, punto di non ritorno dove la solitudine è una disperata conquista e la scelta della minoranza non un'arte snobistica ma una soluzione dopo tante prove (è esagerato vedere in questo film una specie di "assunzione nella propria carne" - metaforica e non -del le contraddizioni di tutta una generazione? un itinerario sotterraneamente cristologico?). Può bastare per sperare nel cinema italiano? Difficile dare una risposta completamente positiva, perché la latitanza produttiva (morto Cecchi Gori ci toccherà magari di rimpiangerlo?) e la totale insipienza governativa (è bene non dimenticare che negli anni Novanta la perversa organizzazione dei contributi statali attraverso l'articolo 28 ha permesso anche l'esordio cinematografico di Marina Ripa di Meana) non fanno che peggiorare una situazione dove i grandi nomi del nostro cinema sono tutti imbolsiti o peggio (degli ultimi titoli viene da salvare solo Ferreri e Faccini, se la memoria non inganna). Ma se siamo riusciti a uscire anche dagli anni Ottanta, non si vede perché i Novanta debbano essere peggio: mai abbandonare la speranza che il pessimismo della visione, per una volta, s'inganni. Lettera internazionale Rivista trimestrale europea La sfida della complessità Edgar Morin Mito e realtà della scienza Atlan, Careri, Feyerabend, Stengers Le tribù bianche dell'Ulster Rian Malan Curdi: un popolo di esiliati Mehmed Uzun La Passione di Reinaldo Arenas Edizione italiana Arenas, Cabrera Infante, Goytisolo, Vargas Llosa Testi di Bruckner, Castoriadis, Held, Kott, Manea, Phillips, Ugresic e altri IN EDICOLA E IN LIBRERIA Abbonamento annuo edizione italiana L. 50.000; cumulativo con un'edizione estera L. I00.000; abbonamento sostenitore da L. 150.000 Versamenti su ccp n. 74443003 intestati a Lettera Internazionale s.r.l. via Luciano Manara, 51 -00153 Roma, o con assegno allo stesso indirizzo.
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