percorso didattico stia nel suo grado di divergenza dalle previsioni iniziali. 2) Dal/'" istruzione" alla "coevoluzione ". Questa ridefinizione del rapporto tra insegnanti e studenti suggerisce l'opportunità di una riflessione didattica che sposti l'attenzione dalle metafore antiecologiche di controllo e di potere a quelle più amichevoli di autonomia e autopoiesi2. Tanto l'insegnante quanto gli studenti possono essere considerati come sistemi "autopoietici", chiusi dal punto di vista dell'organizzazione e aperti dal punto di vista dell'informazione, i cui cambiamenti non sono determinati dagli stimoli esterni ma dal modo in cui l'organizzazione interna di ciascuno di essi li seleziona e li interpreta. Questo significa che ogni mossa dell'insegnante, per diventare significa tiva, deve essere decodificata come tale dagli imprevedibili e mutevoli sistemi di significato che ogni bambino e ragazzo elabora autonomamente: l'insegnante invia agli studenti una gamma amplissima di perturbazioni sensoriali (dalle parole che dice ai gesti che fa al colore dei suoi occhi alla foggia delle sue scarpe), ma non può sapere quale o quali di esse saranno selezionate dai vari studenti come messaggi informativi e quali saranno scartati come rumore. Ne viene messa in discussione ogni interpretazione deterministica e "istruttiva" della relazione didattica: per dirla con Humberto Maturana, nel rapporto tra un insegnante e uno studente "ciascuno seleziona nel!' altro la via del cambiamento strutturale che è propria del I' altro"3 . 3) Le discipline come costruzione cooperativa e multilaterale. Questa idea della relazione didattica come interazione di significati possibili mette in discussione l'intangibilità dello statuto delle discipline oggetto dell'insegnamento. Non si tratta tanto di "trasmettere" unilateralmente un sapere dato, conducendo passo passo gli studenti verso gli assetti codificati dei diversi settori disciplinari, quanto di costruire un sapere nuovo, basato sul dialogo tra la competenza specialistica dell'insegnante e i modelli di mondo elaborati dagli studenti. Così, anziché presentarsi come scoperta di concetti e teorie già formulati da altri, l'apprendimento si propone come invenzione di una realtà elaborata cooperativarnente dai soggetti conoscenti: "Nel mondo delle scoperte i bambini devono imparare a ripetere ciò che altri hanno potuto, col permesso del Supremo Fascista, estrarre dal 'Libro'; nel mondo delle invenzioni essi sono invitati a giocare un gioco in cui scrivono loro le regole, inventano la loro matematica, dalla quale i matematici possono imparare una cosa o l'altra" 4 • 4) Dal feed-back al teach-back 5 . La rinuncia alla presunzione di controllare ogni aspetto della relazione didattica può essere vissuta come una ferita al narcisismo dei pedagogisti e degli insegnanti, ma può anche essere interpretata come una preziosa risorsa. In una prospettiva rigidamente programmatoria l' intervento inatteso da paite di uno studente può essere preso in considerazione esclusivamente in fase diagnostica, oppure se rientra nell'ambito del percorso predeterminato da parte dell'insegnante; altrimenti rischia di essere avvertito come "errore" o come "rumore": si prendono i provvedimenti del caso (per esempio si mette in atto un'azione di recupero, o si ridefiniscono i tempi del lavoro 19
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