Montblanc: quandola culturapremia La grande Casa tedesca ha scelto di impegnarsi senza risparmio di mezzi e di energie per promuovere arte e cultura nel mondo, meritando così il titolo di azienda mecenate. Con l'obiettivo di promuovere le arti. un'azienda che da sempre - per la natura intrinseca di ciò che produce - ha a che fare con i livelli alti dell'immaginazione creativa si impegna giorno per giorno a inventare mecenatismo. Ecco, in poche righe, l'essenza della politica messa in pratica dalla Montblanc, la leggendaria casa di Amburgo produttrice delle pi~1 belle penne stilografiche del mondo. E un'enunciazione teorica che apre le sue possibilità di realizzo su un panorama di sviluppo assai articolato. Con grande lungimiranza, la Montblanc ha cominciato a muovere i ~uoi passi in tale direzione da parecchi anni. E da un decennio, più o meno, che le aziende pili moderne si sono rese conto dell'importanza di un contatto interattivo col mondo dell'arte e della cultura. Innanzitutto a livello di promozione d'immagine: il vecchio concetto di pubblicità come presentazione di un prodotto ed evidenziazionc dei suoi meriti è ormai obsoleto, soprattutto per oggetti storici e di altissima qualità. Per essere pili chiari: il fatto che una penna Montblanc sia un gioiello di estetica e di perfezione tecnica è risaputo, non ha bisogno di essere dimostrato. ribadito, confermato. Occorrevano alle grandi aziende nuove maniere per dichiararsi presenti, parti attive di un mondo in 111010 perpetuo. Ecco che nasce l'idea del mecenatismo. Ma a questo punto si è già più in là della mera promozione d'immagine: è una dichiarazione d'intenti che si trasforma in impegno quotidiano, permeando di nuovi significati tutte le dinamiche dell'azienda. Assistiamo così a un fenomeno di natura strutturale, dinamizzante, ossia all'idea di mecenatismo che da esigenza di ordine esteriore (dare nuovi e più consoni contorni e contenuti all'atto pubblicitario) diventa forza motrice, utopia concreta. E nascono decine di iniziative, si intreccia una rete di realizzazioni che tocca i più diversi campi e sottolinea l'unità di fondo non tanto dei singoli soggetti, quanto del "fare": fare arte, fare cultura, fare e dare gli stru111entinecessari a ~utto questo. E su questo terreno che si radica forse la più ambiziosa delle iniziative Montblanc, certa111ente la più co111pless~, che è il pre111io Montblanc de la Culture. E una manifestazione i111ernazionalevarata nel 1992 a New York eriproposta l'anno dopo a Parigi. Caratteristica unica di questo premio è il conferire i 111assi111i riconosci111enti a personaggi e istituzioni che operano come pro111otori delle arti. Ed è una giuria formata da grandi artisti ad assegnare i premi. Un'occasione rivoluzionaria, dunque, in cui i ruoli si ribaltano: non sono più gli artisti a essere pre111iati,ma a premiare. Un oggetto di orbert A. Platt. Presidente Montblanc, insieme a Carla Fracci altissi111aqualità (e per estensione l'azienda che lo produce) non è più il supporto materiale del premio, ma il soggetto pensante, addirittura la fonte dell'idea. È così che quest'anno a Parigi si sono ritrovati allo stesso tavolo i seguenti personaggi, troppo noti per aver bisogno di presentazioni (anche perché per ognuno di essi sarebbe appena sufficiente un nu111eromonografico di questa rivista): A. Miller, scrittore americano; R.M. Wilson, i111presario e regista teatrale; P. Domingo, cantante lirico spagnolo; C. Fracci, ballerina italiana; Dimitri, clown svizzero; R. Eyre, regista inglese; K. Masur, direttore d'orchestra tedesco; M. Ondaatje, scrittore canadese; C. Hoey, direttore d'orchestra di Singapore; J.M. Wong, insegnante di danza di Hong Kong; M. Cotta, giornalista francese; C. Lagerfeld, stilista tedesco; A. Deacux, storiografo francese; Y. Ninagawa, regista teatrale giapponese; B. Pivot, giornalista francese; Y. Morishita, ballerina giapponese. Un gruppo eterogeneo, acco111unatodalla fama e dall'esperienza, chia111atoa espri111ersisui meriti di mecenatismo di diversi esponenti. Il premio, infatti. ha quattro sezioni e consiste nella rag- !!uardevole somma di 25.000 dollari. Ì - impegno filantropico di privati che hanno devoluto i propri beni personali per l'arricchimento della vita culturale altrui; 2 - impegno politico o pubblico di uomini di Stato o politici che, nell'a111bito delle loro funzioni, hanno promosso o contribuito a creare un'area culturale; 3 - impegno finalizzato di sponsor e di fondatori di enti che hanno favorito o favoriranno sia le arti sia la società; -i - impegno privato di professionisti del mondo culturale che, in virtll dei loro successi personali, hanno inciso in modo duraturo su progetti nel mondo cieli' arte. Nel 1992 sono stati pre111iati rispettivamente Dominique de Meni I, finanziatrice di vari premi alla cultura; J.D. Wolfensohn per l'attività svolta in favore del Kennedy Center for the Performing Arts e dell'lnstitute for Advanced Studies di Princeton; Madame Georges Pompidou per il rilevante contributo alla vita pubblica; la Fondazione Rockfeller per aver promosso gli sca111biculturali a livello internazionale e in particolare nel Terzo Mondo. Da questa edizione di Montblanc de la Culture proviene anche la dimostrazione migliore del ratto che l'idea del mecenatismo funziona, che è un seme gettato in terreno fertile. Infatti la Fondazione Rockfeller ha deciso di devolvere il suo premio al Market Theatre Workshop del Sud Africa, un teatro sperimentale che sta dando vita a nuove forme di autoespressione. L'esempio è stato seguito da altre offerte: è stata raggiunta la som111adi 189.000 dollari, la quale ha consentito la sopravvivenza del teatro, che stava chiudendo per mancanza di fondi. Si tratta di gesti ad un tempo si111bolici e concreti, che incarnano l'essenza del progetto-cultura così validamente portato avanti da Montblanc. Sono soddisfazioni tangibili, dalle quali, del resto, è costellato tutto lJ cam111inodi questa prestigiosa casa tedesca. E una conferma che la qualità e l'intelligenza pagano sempre: 1• importante è saperle inserire e condurre su binari aperti che portano lontano. tenendo sempre presente che la realtà non attende altro che di essere agita e migliorata, ma soprattutto illu111inata dalla luce di ideali intramontabili, quali appunto l'arte e la cultura.
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