INSIEME, DAL VIVO Incontro con Chico Buarque de Hollanda e Caetan~ Veloso a cura di Giacomo Barella Chico Buarque de Hollanda (1944, Rio de Janeiro) e Caetano Veloso ( 1942, Santo Amaro, Bahia) sono due figure centrali nella cultura contemporanea brasiliana. Le loro canzoni hanno scandito, accampa-· gnato, stimolato e incarnato gli ultimi trent'anni di vita del "gigante sudamericano". La loro popolarità è enorme: in Brasile li chiamano per nome, semplicemente Chico e Caetano. Nati nello stesso periodo - festeggiano infatti entrambi i cinquant'anni, Caetano l'anno scorso, Chico l'anno prossimo-, figli della bossa-nova, arrivati tutti e due al successo giovanissimi a metà degli anni Sessanta, entrambi esuli in Europa e alla fine di quel decennio, nel periodo più buio della dittatura (il primo a Lonçlra, il secondo a Roma), hanno in realtà alle spalle radici, influenze e percorsi diversi, quasi complementari. , Caetano incarna pienamente il lato meticcio della cultura brasiliana. E un "baiano" nel senso più completo e profondo: come quella della "Roma negra" la sua è una storia di meticciaggi estremi, di continue contaminazioni di ritmi, suoni, linguaggi. Dopo gli inizi ancora bossanovistici, alla fine degli anni Sessanta nel movimento Tropicalista - a cui dà vita insieme a Gilberto Gil e ad altri - si dispiegano già tutti gli elementi importanti della sua poetica: la estrema voracità culturale, l'apertura a una quantità di modi musicali diversi e il desiderio e la capacità di riformularli e farli propri liberamente, l'uso ricco e spericolato della lingua brasiliana, continuamente reinventata. Cultura alta e cultura di massa, musica tradizionale e rock'n'roll, Sessantotto e carnevale vengono sbriciolati e reimpastati nella sua musica. Oggi sono passati venticinque anni e per festeggiarli Caetano ha inciso con il vecchio compagno Gil Tropicalia 2. Nell'intervista - realizzata pochi giorni prima dell'uscita del disco; pubblichiamo qui i testi di alcune canzoni - è lo stesso Caetano a dirci di non sentirsi molto diverso da allora. In questi molti anni di musica alla voracità si è affiancata la misura, non di quella che modera ma di quella che intensifica e affila, e i suoi discl:ii e concerti (pochissimi in Italia), la sua voce stessa, sempre più concentrata e versatile, sono ogni volta più belli. Sempre di più Caetano ama compromettersi con la realtà: descrivendo minuziosamente nelle sue canzoni avvenimenti pubblici e fatti privati, nominando le cose a una a una, chiamando per nome e cognome le persone, famose o sconosciute. Con lo stesso equilibrio e accanimento indaga ciò che starebbe fuori della realtà: immagini oniriche, incubi, parole inventate, versi. Fra i due mondi, però, non c'è barriera. Come non ci sono confini fra il rap, il batuque baiano, Hendrix e il tango. E senza il gioco facile della frammentazione, i mondi diversi stanno uno accanto all'altro, uno dentro nell'altro, nella musica di Caetano, e a volte prendono la forma di una frase da fumetto, altre volte quella di una frase da trattato di filosofia. "Io non aspetto il giorno in cui tutti gli uomini saranno d'accordo/ so solo di diverse belle armonie possibili senza giudizio finale" canta Caetano Veloso in una delle sue ultime canzoni, e potrebbe essere una delle tante definizioni della sua ricerca. . La ricerca del suo amico Chico è invece introversa dove la sua è estroversa, più "europea" che "meticcia". Bianco, carioca di nascita ma paulista di formazione, mentre alla fine dei Sessanta Caetano fa scalpore con le sue scorribande tropicaliste, Chico conquista il grande pubblico ~on_la dolcezza delle sue canzoni, con lo strano carisma di ragazzetto t1m1dodagli occhi verdi, con l'apparente leggerezza del suo tono. Pochi anni dopo quel ragazzetto, creciuto e agguerrito, torna dal suo autoesilio romano con una valigia di canzoni più politiche ed energiche e conì\gora falan~o. serio (Adesso parliamo seriamente) fa una specie di abiura pasoliniana del suo lirismo bossanovistico di fronte alla disperazione della realtà brasiliana. Ma era più uno scrollasi di dosso un cliché che una rottura: le sue 70 Foto di Poolo Bensi. canzoni giovanili coniugavano già meravigliosamente le malinconie e i grandi amori con le "lotte contro i re e le discussioni con Dio" (come cantava in un suo brano di allora), già aggredivano con dolcezza il tema centrale del suo lavoro, quello dell'assurdo, della follia, del mistero della passione. Passando attraverso i due decenni della sua opera "matura", per le sue canzoni a doppio taglio - politico/contingente e esistenziale - , per le molte esperienze di teatro musicale e di cinema, per il suo senso della melodia sempre più chiaro, è sempre quel tema al centro del suo primo romanzo Estorvo (1991; Disturbo, Mondadori 1992). Per strade musicali e poetiche diverse - che spesso si sono incrociate: su disco in Juntos ao vivo, registrato al Teatro Castro Alves di Bahia nel '72 - Caetano e Chico arrivano al comune risultato di una canzone "complessa" che tiene insieme il facile e il difficile, lo sguardo lucido sulla realtà e la libertà poetica, attraverso una rara capacità di invenzione e di composizione fra parola e suono. Li abbiamo incontrati a Milano in luglio durante le rispettive tournée italiane. Incontro con Chico Buarque Sono alcuni anni che lei è lontano dalle scene e dalle sale di incisione. Nel '91 è invece uscito il suo primo romanza, Estorvo. Ho dedicato parecchio tempo al libro, prima per pensarlo e scriverlo, poi per curare le traduzioni in diverse lingue, che hd cercato di seguire direttamente il più possibile. E poi sono andato un po' ovunque per promuoverlo. Ma non è tanto il tempo in sé: avevo la testa molto impegnata in questo lavoro ed ora è un passaggio difficile ritornare alla musica. Lo sto facendo con questa serie di concerti in Europa, e ne avevo molta voglia. E poi
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