POESIA/ ADCOCK A cercare da qualche parte, tra le siepi ordinate, O nascosta dietro un traliccio, una baracca per gli attrezzi, Posso sedermi su una cassa e aspettare. Qualsiasi cosa avvenga Può avvenire ovunque È meglio, forse, tra rastrelli e vasi E sacchi di bulbi che sotto questo cielo pallido; Non avendo scelto nient'altro, posso almeno scegliere di starmene al caldo e all'asciutto. Stazione di campagna Prima ha fatto un piccolo giardino di gambi di acetosella incuneati tra cuscini di muschio giallo-bruni (da The Eye of the Hurricane) circondati da uno steccato di bastoncini di ghiacciolo (ce n'erano giusto abbastanza); poi ha disposto delle briciole di biscotto su un mattone per le formiche; ora siede su un carrello per i bagagli lasciato da una parte e le guarda uscir fuori a pranzare. È bello qui - il cielo è coperto ma fa un bel caldo. Cinque treni sono passati sfrecciando, uno si è fermato, ma a un altro marciapiede. Più tardi, quando nessuno guarda, potrà arrampicarsi sul tetto di quella piccola baracca. Sua madre sta facendo un'altra telefonata. Non piange più adesso. Forse staranno qui tutto il giorno. (da High Tide in the Garden) Miss Hamilton a Londra Non sarebbe la verità, dire che non aveva fatto niente: Si fermò in parecchie librerie, passò un'ora Al Victoria and Albert Museum (sezione indiana). E camminò prudente per le vie di Kensington Portando cinque funghi in un sacchetto di carta, una scatoletta di pepe nero, una rivista letteraria, e abbastanza denaro per pagarci l'affitto di due settimane, Il cielo era coperto, il marciapiede coperto di foglie cadute. 42 Non che le mancassero i contatti umani: scambiò qualche parola con tre commesse e un giornalaio, e ricambiò la "Buona sera" di un custode del museo. Arrivata a casa, scrisse una lettera a qualcuno, in Canada, o forse era la Nuova Zelanda, ascoltò il notiziario mentre si preparava la cena, e conversò per cinque minuti con la padrona di casa. L'aria era umida della nebbia del tardo autunno. Una giornata piena, e non del tutto ingrata. La notte calò all'ora solita per quella stagione. Tirò le tende, accese la stufa elettrica, Si lavò i capelli, e lesse finché non furono asciutti, poi andò a letto; dove, per tutte le ore di buio, giacque trafitta da trenta lance nere sentì le membra intorpidite, gli occhi che le bruciavano e il sangue percorso da un oscuro torpore. Consiglio a un amante piantato Pensa a questo, ora; se hai trovato un uccello morto, Non solo morto, non solo caduto, Ma pieno di vermi, che cosa provi - Più pietà o più repulsione? La pietà è per il momento della morte, E i momenti che la seguono. Cambia (da Tigers) Quando sopravviene il disfacimento con il puzzo ammorbante E i vermi sul cadavere che si contorcono e si ingozzano. Ritornando più tardi, però, vedrai La forma di un osso ripulito, qualche piuma, Un simbolo inoffensivo di qualcosa Un tempo viva. Niente che ti faccia fremere di disgusto. È chiaro, allora. Ma forse trovi L'analogia che ho scelto Per la nostra morta relazione un po' rivoltante Un confronto eccessivamente sgradevole. Ma non è casuale. In te Vedo vermi che salgono alla superficie Divorato come sei dall'auto-commiserazione, Formicolante di pathos repellente. Se mi capitasse di toccarti sentirei Sotto le dita l'impressione di grassi, umidi vermi. Non mi chiedere pietà adesso: Vattene finché le tue ossa non sono ripulite. (da Tigers)
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