Linea d'ombra - anno XI - n. 87 - novembre 1993

STORIE/ ALFON chiedevano di entrare e prendersi da soli le bottiglie e i giornali. A volte si offrivano di spazzare per terra e la padrona, invece di chiedere di farsi pagare i vuoti, glieli offriva come una sorta di scambio o addirittura li pagava per le pulizie e per portare via l'immondizia. Quando si trattava con le padrone di casa era sempre un buon affare. Nelle poche case con le donne di servizio, queste li comandavano con maniere impertinenti di riordinare i mobili e portare via l'immondizia. Ci sono rigattieri che portano via l'immondizia col carretto, ma lui e suo padre invece prendevano solo i giornali vecchi, le bottiglie vuote e le lattine, rifiutandosi di avere a che fare anche con l'immondizia. Facevano sempre le stesse strade. Sentivano che la gente li conosceva e sapeva che non avrebbero preso furtivamente cose di valore per nasconderle sotto l'immondizia o i giornali e poi venderle per una somma sostanziosa di denaro: cerchioni di ruote, rubinetti dell'acqua, utensili in alluminio. Il bambino e suo padre conoscevano la paura più grande di tutte, quella di essere accusati di furto, di essere presi da un poliziotto che non si sarebbe limitato ad interrogarli ma forse li avrebbe anche torturati. L'unica cosa che suo padre gli ripeteva sempre era di stare Lontano dalla polizia. Quando suo padre, ancora ragazzo, era arrivato dalla campagna, aveva trovato lavoro come domestico in una casa in cui il padrone aveva accusato tutta la servitù maschile 32 di aver rubato delle calze e dei fazzoletti da tasca. Quell'uomo crudele aveva chiamato un poliziotto, gli aveva offerto una tazza di caffè e gli aveva raccontato la storia del furto spiegando anche come fosse sicuro che erano stati i domestici. L'uomo e il poliziotto si erano messi a frugare nei consunti tampipis 5 e avevano trovato due calze del padrone tra le loro magliette rattoppate ed i pantaloni scoloriri assieme ad un portafogli. Il padrone disse che era suo. Era vuoto e l'uomo l'aveva buttato via molto tempo prima ma il fatto che fosse tra le loro cose li fece diventare colpevoli e quindi punibili. Il poliziotto non si era nemmeno scomodato a portarli alla stazione di polizia e li aveva maltrattati proprio lì, in quella casa. Sia lui che l'altro ragazzo erano stati bruciati con le sigarette, obbligati a lappare come animali l'acqua della tazza del gabinetto e ad avere rapporti anali mentre loro guardavano. Il poliziotto aveva poi bevuto un'altra tazza di caffè e se ne era andato dopo essersi messo in tasca qualcosa che l'uomo gli aveva dato e dopo aver detto loro di fare i bravi ragazzi; se promettevano di migliorare e di non farlo mai più, il padrone li avrebbe perdonati. Nel cuore della notte, lui stesso spaventato dagli approcci che faceva Manila, un appartenente a una setta religiosa !foto di LesStone, Sygma/G. Neri)

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