Di terra? Come si fanno le croci di terra? Di creta. Ah, capisco ... Di creta, e accanto c'era il san Michele Arcangelo. Ma la cosa più importante è che lì, vicino vicino, c'era anche una Sacra Famiglia, tutta fatta di creta. Io ho capito perché mia mamma avesse messo lì quella croce solo quando ho cominciato a sapere qualcosa dei sacerdoti maya, e ho appreso che la croce era effettivamente una croce maya. Per vedere che è una croce maya occorre orientare in un certo modo le sue punte. Noi, da bambini, non sapevamo niente di tutto ciò: per noi era semplicemente la croce di creta della mamma. E il san Michele e la Sacra Famiglia tua mamma li aveva vestiti con i costumi etnici? Perché mi hanno detto che si fa così in Guatemala ... "Vediamo come si dice in quiché mais, casa, padre, madre" vuol sapere Bernardo Atxaga da Rigoberta Menchù, prima di dare inizio alla sua intervista. "È molto facile, - risponde Rigobertaixim,ja, tal, nan". Se chiedessimo a Bernardo di tradurci le stesse parole in euskera, ci sentiremmo dire: "È facile, arto, etxe, amatxo, gurasoak", e noi non troveremmo meno astrusi questi ultimi termini di quanto non ci appaiano quelli in quiché. In questa curiosità per un'altra lingua non di derivazione indoeuropea c'è tutta la problematica dello scrittore basco e la sua simpatia per tutte le culture, in questo caso quella guatemalteca, lontane ed emarginate. La conosciamo questa simpatia di Atxaga, questo soffrire-insieme con tutte le lingue minoritarie e oppresse, come conosciamo la sua ostinata, pacifica ribellione contro l'intolleranza linguistica delle potenze colonizzatrici. Glielo abbiamo sentito dire spesso e l'abbiamo letto più volte nelle sue opere. E il suo voler scrivere in basco, nonostante l'esiguo pubblico cui si rivolge, e nonostante sia ormai divenuto uno scrittore di fama internazionale, pluritradotto e pluripremiato, è la prova di questa sua lodevole pervicacia. I lettori di "Linea d'ombra" conoscono da tempo Bernardo Atxaga: Per scrivere un racconto in cinque minuti è apparso sul n. 28 (giugno 1988), quando la notorietà dell'autore non aveva ancora varcato i confini del mondo ispanico. Nel dicembre 1990, n. 55, "Linea d'ombra" pubblicava la pièce teatrale Henry Bengoa lnventarium (trad. di S.P.d.C.), e nel dicembre del 1991, n. 66, dieci poesie tratte da Poemas e Hibridos (trad. di S.P.d.C.), uscite in basco con testo a fronte in spagnolo nel 1990, nonché una lunga, interessantissima intervista ad Atxagada parte di Paolo Collo, dal titolo Minoranze e dimenticanze. Nel l 989 ho tradotto per Einaudi Obabakoak, e nel 1991 per "Panta", n. 6, Alfabeto su fantasmi. L'editrice Piemme ha pubblicato quest'anno il breve romanzo per ragazzi Le memorie di una vacca. Attualmente Atxaga sta lavorando a una trilogia, di cui il primo romanzo dovrebbe andare in stampa entro breve tempo. Non posso che rallegrarmi del fatto che "Linea d'ombra" proponga ora la traduzione di questo sereno colloquio fra la poetessa guatemalteca e il poeta basco: due mondi, geograficamente e linguisticamente lontani, uniti nella consapevole affermazione delle proprie identità culturali. (Sonia Piloto di Castri) INCONTRI/MINCH0 / ATXAGA Sì, il san Michele era sempre vestito con il suo piccolo costume, non di tessuto, però, ma di qualcosa di molto simile a quel che fanno i Tawantinsuyu con la loro bandiera, che è fatta di tante pezze colorate. Scusami: Tawantinsuyu? Sì, sì, Tawantinsuyu. Di che si tratta? Di un altro gruppo indigeno del Guatemala? No, no. Sono peruviani e la bandiera tawantinsuyu è la bandiera indigena dell'America del Sud. Gli indigeni dell'America del Sud sono gli unici che abbiano una bandiera, una bandiera proprio loro, che innalzano, con i suoi molti colori, i colori dell'arcobaleno. Mio papà, invece, era tutta un'altra cosa, mio papà era un ark amale. Atxaga fissa con attenzione Rigoberta mentre questa pronuncia di nuovo la parola, e poi esclama: "Ma è più difficile dell'euskera!". Rigoberta ride, e ripete ark amale in un modo che risulta impossibile per Atxaga; che ci prova e riprova, sino ad arrendersi. Bisogna capire come pronunci la kappa. Io non ci riesco. Che bello però questo suono così ... così ... Bene, più tardi ci riprovo. Ma dimmi: cos'era tuo padre, cosa significano queste parole? Ark amale vuol dire quello che apre la strada, quello che passa per primo in un posto, quello che si apre la via nella boscaglia, quello che va davanti a tutti ... Ha molti significati. Sarebbe come un dirigente, però non un dirigente ufficiale, ma naturale, spontaneo. È per questo che il mio caro papà ha lottato per la terra della comunità per tanti anni, e andava avanti e indietro, risolvendo i problemi della gente. Gli ark amale non necessariamente ricevono un compenso da parte della comunità. Quel che fa la comunità è magari offrirgli un giorno di lavoro, tutti assieme, per ricambiarlo della sua dedizione. Per quello chefa per la comunità ... Tuo padre insomma svolgeva una funzione sociale e allora la comunità lo ricompensava. Era effettivamente un dirigente, e allora la comunità faceva una colletta se lui doveva andare alla capitale, e quando ritornava lui riuniva tutta la gente e raccontava com'era andata, chi lo aveva ricevuto. Tuo papà fu così fin da giovane per via del suo modo di essere, della sua coscienza sociale, del suo carattere? Sì, sin da piccolo. Il fatto è che anche papà fu ... È molto triste. Mio padre nacque in un posto del Guatemala molto importante dal punto di vista cerimoniale, in un posto del Quiché, a Santa Rosa Chucuyub, dove si dice che i santi maya si camuffano da cattolici. Questo posto si chiama Santa Rosa, e Chucuyub è il suo nome indigeno. Chuhuj vuol dire "sulla cima della collina", i posti dove si andava a pregare gli dèi. Dunque mio papà è nato a Santa Rosa Chucuyub. Restò orfano a sette anni, mi sembra. La mia nonnina aveva tre figli, e suo marito morì proprio al ritorno dal lavoro nelle piantagioni; lei si trovò coi tre figli e non sapeva come tirare avanti. Vendette il pezzetto di terra che aveva e da allora diventarono dei nomadi. In seguito mia nonna lavorò nelle case dei ladinos 3 e dei meticci. La trattavano male, e siccome mia nonna non riusciva a dar 25
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==