Linea d'ombra - anno XI - n. 87 - novembre 1993

due autori. In particolare, c'è qui il detto ritorno in forze della vecchia categoria narrativa del "punto di vista" insieme alla categoria ideologica del "personaggio principale" o eroeprotagonista: molte delle recensioni critiche di parte marxista che accolgono il libro al suo apparire insistono giustamente su questo, anche se non comprenderanno appieno le implicazioni ultime di questa mossa convenzionale. È come se una singolarità empirica, che in un primo momento afferma la categoria dell'evento, come nel delitto della detective Gandhie Narayan. Il romanzodell'India Paolo Bertinetti Anche Sriram, il protagonista di Aspettando ilMahatma (Zanzibar, Milano 1993, pp. 283, L. 24.000) per il momento l'ultimo romanzo di Narayan a essere tradotto in italiano, vive nell'immaginaria città di Malgudi, nell'India meridionale, dove è stata ambientata gran parte dell'opera narrativa dello scrittore. Ma la placida vita della cittadina (placida - siamo nel quaranta - nonostante la guerra, ma è una guerra psicologicamente lontana, le cui ragioni sfuggono quasi completamente agli abitanti di Malgudi), i suoi ritmi antichi, i suoi personaggi ricchi di una saggezza senza tempo, sono questa volta meno intrinseci al senso e al cuore della vicenda. Il romanzo racconta una storia d'amore; di un amore che Sri ram sente esplodere dentro di CONFRONTI stot)', liberando il suo sistema caratteriale alla possibilità di dinamjche più collettive, qui assolva da quella singolarità gli eventi stessi (che divengono uno stato di cose piuttosto che una puntuale occo1Tenza),e ora ritorni alla categoria del personaggio per ricontenerla per compensazione e imporre di nuovo una certa singolarità e individualità. Ed è qui che sta uno dei meriti forse dopo-modernisti di questo attacco da parte di due letterati chiave del Novecento inglese a quello che resta fortilizio svilito della rappresentazione "oggettiva". sé sin dal primo fugace incontro con la bellissima Bharati, ma che per molti annj deve nutrirsi di timide parole e di gesti pudichi, che deve sopportare lunghissime separazioni e lunghissimi silenzi prima di essere coronato dal matrimonio (un matrimonio che comunque avverrà dopo la fine del libro e checomunqueè difficile immaginare). La storia d'amore è centrale, ma attraverso di essa Narayan ci racconta la Storia. Bharati è figlioccia di Gandhi e sua collaboratrice: e per amore di lei Sriram, in occasione della visita del Mahatma a Malgudi, troverà il coraggio di farsi ammettere alla sua presenza e di promettergli di cambiare vita, di aderire ai suoi insegnamenti e di consacrare la propria esistenza ali' espulsione degli inglesi dall'India. Un momento decisivo della storia dell'India moderna - la predicazione di Gandhi e la diffusione tra masse sterminate dei suoi principi di non violenza al servizio della lotta contro gli inglesi, preludio basilare all'indipendenza dell'India stessa-viene così visto e raccontato attraverso gli occhi e le parole del protagonista di una vicenda privata, di una storia d'amore la cui delicatezza sembra quasi discendere direttamente dagli ideali di purezza del Bhagavadgita (la sensualità accesa di tanta altra parte della cultura indiana è estranea alle pagine di Narayan, che si spinge al suo limite estremo proprio in questo romanzo, attraverso le parole pudiche con cui in un paio di occasioni descrive il bruciante desiderio di Sriram). Sriram è un giovane di vent'anni, ingenuo, un po' sprovveduto, in fondo sottomesso alla vecchia nonna, con cui, orfano di entrambi i genitori, è sempre vissuto. Per amore di Bharati riesce però a emanciparsi, a sfidarne la fortissima personalità per affidarsi invece, come gli ha detto di fare Gandhi stesso, alla guida della fanciulla. In un certo senso Sriram passa da una tutela all'altra, ma questa volta per scelta. La sua conversione non ha nulla della presa di coscienza intellettuale: è un'adesione emotiva, e quasi esclusivamente dettata dal desiderio di restare vicino alla donna amata, ma non per questo vissuta meno pienamente. (E non è forse stato così anche per molti giovani della nostra passata generazione, che in un clima di grande tensione ideale aderirono alle utopie rivoluzionarie per una spinta emotiva, facendone però discendere una scelta di vita e di militanza totalizzante?) Quella di Sriram è certamente anche una conversione superficiale; e infatti non obbedirà ali' indicazione di Gandhi di consegnarsi ai poliziotti e di farsi arrestare (nonostante il fatto che Bharati, naturalmente, subito si consegni e lo inviti a fare altrettanto) e più tardi, convinto dal fotografo Jagadish, sostenitore di metod.i di lotta di tutt'altro genere, si dimenticherà della sua adesione alla pratica della non violenza e compirà azioni di tipo terroristico, senza quasi rendersi conto del loro totale contrasto con i principi gandhiani. Queste stesse contraddizioni sono quelle che però lo rendono più vero come personaggio, a differenza di Bharati, un po' prigioniera dei suoi connotati di militante. Come sempre nei romanzi di arayan la "verità" è poi particolarmente forte nei personaggi minori, nella piccola folla di figure che incrociano l'esperienza del protagonista: dal fotografo Jagadish al commerciante Kunni, dal segretario municipale (che pensava di ospitare Gandhi nella sua casa e che si ritrova invece ad accompagnarlo nella capanna di uno spazzino) alla formidabile nonna di Sriram. Quest'ultima è protagonista di un episodio straordinario, una quasi resurrezione sulla sua pira funebre, dopo che già era stato appiccato il fuoco. arayan porge al lettore il tragicomico episodio con la bonaria ironia che gli è caratteristica; e che in questo romanzo soprattutto si dispiega nella presentazione delle riflessioni "ideologiche" di Sriram e negli incontri di cui Gandhi è protagonista.

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