SAGGI/GIACCHÈ Allora, è un libro di teatro o di antropologia? Non è azzardato chiederselo. Per l'autore non ci sono dubbi, mal' autore ha terminato il suo compito. "Le canoe navigano le correnti dei malintesi. Vorrebbero essere pagine stabili di un libro e sono invece lettere che non sappiamo se e quando giungeranno a destinazione, né come verranno intese se verranno lette, e da chi." E, allora, per il lettore? Oppure, per l'antropologo? Se il rigore o il limite di questo libro è la sua volontà di restare prigioniero nei confini di una cultura teatrale che si intende trincerare al suo interno, se la sua aspirazione o il suo difetto è quello di dimostrare e intanto esasperare una autonomia del teatro che è passata da necessità invocata a qualità indubitabile, è anche vero che proprio questa chiusura autorizza la libertà del lettore. Per quanto si ritrovi estraneo al "teatro inteso come mondo" (ché non si parla del dilatato e compiaciuto "mondo del teatro"), avvertirà che non è affatto escluso dal godimento e dall'uso di questo libro, che più si inoltra nei problemi esclusivi della specifica e aliena professione dell'attore, più offre - nella "decisione" della sua logica e della sua prosa - il punto di partenza per associazioni e verifiche, per sconfinamenti e risoluzioni certo non autorizzate ma per nulla arbitrarie. E così il lettore di un libro sul teatro, proprio come avviene per lo spettatore a teatro, avverte il proprio diritto-dovere di riportare quelle argomentazioni circoscritte e disciplinate nella più diluita e incoerente circolazione culturale; è il lettore - anche quando si tratti di un attore e di uno specialista teatro logo - a dover tradurre questo "trattato" in saggio. L'operazione non è interdetta, ma non è affatto facile. L'autore lo sa bene e - sia per gli addetti ai lavori che per gli estranei e i curiosi - è prodigo di precisazioni e avvertenze. Sull'uso delle metafore e sull'inevitabilità dei malintesi, sulle trappole effimere del linguaggio specialistico e sull'intercambiabilità dei dizionari poetici, sui rischi di una eccessiva letteralità e sulle tentazioni dell'ideologia. Si dirà che non può fare altrimenti, chi deve descrivere delle azioni tramite parole "di carta", o chi vuole individuare e provare ciò che precede e che fonda l'espressione, o chi intende separare l'essenza del "senso" dalla superficialità del "significato". Ma le sue avvertenze al lettore non sono istruzioni per l'uso: sono i primi, veri risultati della sua ricerca e valgono sia per il teatro sia per un più ampio dibattito culturale "esterno". Agli occhi del lettore, il Trattato di Antropologia Teatrale sembra assecondare una non richiesta rivoluzione copernicana: ieri si nascondeva il fiore delle tecniche e dell'antica sapienza dell'arte, si era gelosi dei trucchi e delle anime del teatro, mentre oggi è tutto un fiorire di scuole o di "botteghe", si estroflettono le più intime radici, si vendono e talvolta addirittura si inventano i propri segreti professionali. Come mai nessuno sembra preoccuparsi di rovinare la magia del teatro, denunciando le convenzionalità e le necessità dei propri esoterismi? Ma il libro di Barba è un "trattato", non un ennesimo manuale, e le sue dettagliate risposte sui principi che ritornano nell'arte dell'attore servono anche ad alimentare una più alta (e "altra") domanda di senso. È appunto il senso del teatro ciò che - pure école Insegnalraenonviolenza Mensile di idee per l'educazione Abbonamento annuale (9 numeri) L. 40.000 ccp.26441105 intestato a SCHOLÉ FUTURO Via S.Francesco d'Assisi, 3 Torino Te!. 011.545567 Fax 011.6602136 Copie saggio su richiesta Distribuzione in libreria: PDE ~A·P·E·R·T·U·R·ELA COLLANA DI LINEA D'OMBRA Soren Kierkegaard Breviario L'etico, l'estetico, il religioso: alle origini dell'esistenzialismo. A cura di Max Bense. Per Elsa Morante La narrativa, la poesia e le idee di uno dei maggiori scrittori del '900. Parlano: Agamben, Berardinelli, Bettin, Bompiani, D' Angeli, Ferroni, Garboli, Leonelli, Lollesgaard, Magrini, Onofri, Pontremoli, Ramondino, Rosa, Scarpa, Serpa, Sinibaldi. Salman Rushdie Il mago di Oz Un grande scrittore analizza e discute un classico del cinema musicale e fiabesco. IN LIBRERIANOVEMBRE LINEA D'OMBRA EDIZIONI srl VIA GAFFURIO 4, 20124MILANO - tel. 02/6691132/ 6690931 Distribuzione Gruppo Editoriale Giunti - Firenze 77
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