Linea d'ombra - anno XI - n. 86 - ottobre 1993

SAGGI/BARBA I teatri che si identificano con le relazioni fra un pugno di uomini - gruppi, compagnie, ensembles - non sono pietre, né istituzioni o bandiere, ma teatro-in-vita. esser quasi istintiva, siamo portati a credere che le dottrine siano più concrete e durature delle biografie. Eppure, quando ricordiamo il teatro del passato, molto spesso ricordiamo la corona del pianeta, più delle zone eminenti. E quasi sempre ricordiamo persone, non movimenti o bandiere. Sono le storie delle persone a nutrire la nostra memoria artistica e a donare degli antenati alla nostra professione e alla nostra ricerca. Più dei potenti teatri imperiali russi, colmi di spettatori, oggetto di costante attenzione da parte dei critici e della società "che conta", ricordiamo quegli studi semidilettanteschi, formati da giovani oscuri, con pochi spettacoli, lunghissime prove, pochi spettatori, presso i quali si recavano a lavorare Sulerzitskij, Vachtangov, Stanislavskij, Mejerchol'd. Gli spettacoli che ricevevano ogni sera ovazioni, lasciando grande traccia sui giornali, sono poi spariti come il vento dalla coscienza teatrale, mentre in essa campeggia la lunga figura di Gordon Craig a Firenze, lavoratore solitario, deciso a non far più spettacoli, inesauribile costruttore del proprio senso del teatro. O ancora: è Artaud, con la sua anima ferita, che oggi ricordiamo come rappresentante del teatro del suo tempo, non le grandi attrici e i grandi attori della Comédie Française. Tutti costoro furono Terzo Teatro? Quando nel 1976 cominciai a parlare d'un Terzo Teatro, intuivo che non si trattava d'una categoria estetica, né semplicemente d'una categoria sociologica di teatri non allineati. Oggi m'è chiaro che il carattere essenziale del Terzo Teatro è l' autonoma costruzione di un senso che non riconosce i confini che la società e la cultura circostanti assegnano ali' arte scenica. Questa ricerca di senso accomuna molti teatri ed artisti di oggi e di ieri. Non importa sotto quale nome si raccolgano, né importa che alcuni di loro vengano considerati "grandi" e altri "piccoli", Una scena di Le stanze del palazzo de/l'imperatore !Cile 1988). Foto di Tony D'Ursa. 73

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