Linea d'ombra - anno XI - n. 86 - ottobre 1993

"LANARRATIVA D CLEAVERIITNÀUN'EPOCA INCULI EPERSOCNUEI È DEMANDATO IDIRLA INVENTASNTO RIEP.OLITICMI,EDICAO, LOCRHOCEREALNEOPINIOINVI ENTANO ST RIE. ALLORA È DOVEDREELLSCORITTORE DIFINZIOCNOIMINCIARE ADIRLEAVERITÀ''. veccm .. lSOnospesso qut::111 cm:: 11a1mu cc:,c11aLv 1 ,c,,vu piu p1v,,,v.,• e dunque dedichiamo loro un posto di riguardo in queste pagine). Ma sul lato opposto già premono i giovanissimi che celebrano, tra comicità, macchiette e dischi, i riti del consumismo e del divertimento, ansiosi di emozioni collettive, o frequentano ruvidi ambienti marginali metropolitani con tesi ritmi hard boiled (Leopoldo Alas, Martfn Casariego, Beatriz Pottecher, Javier Memba, Ray Loriga ecc.). È infine sempre più rilevante e talora determinante il ruolo delle donne edelle culture regionali od' espressione non castigliana. A tratteggiare una diagnosi d'insieme del gruppo più nutrito è José Antonio Ugalde, critico intelligente ed esigente, collaboratore di varie riviste e quotidiani, che ha riunito il meglio dei propri articoli nel volume El arco y la diana (Libertarias-Prodhufi, Madrid 1992), da cui ricaviamo Un diagnostico sobre la narrativa espaiiola, pp.129-132. Negli ultimi cinque anni si è verificato da noi un grande sviluppo di traduzioni dalla letteratura spagnola, che ha interessato anche i classici, la saggistica e in qualche caso la poesia, ma ha moltiplicato soprattutto i titoli di narrativa contemporanea (oltre cinquanta). Nell'impossibilità di commentarli o anche solo elencarli tutti, ci limitiamo a consigliarne alcuni particolarmente interessanti. Cominciamo con Beltenebros (Einaudi), in cui brillano le doti di controllo sul linguaggio, gusto per l'intrigo e attitudine a tornare sul passato rimosso degli spagnoli tipiche di Antonio Mufioz Molina (sul quale vedi a p. 59). Viene poi Ronda del Guinard6 di Juan Marsé, tradotto col titolo Rosita e il cadavere da Marcos y Marcos, storia di vie lebbrose e giochi atroci in un dopoguerra d'anonima periferia barcellonese, teatro della sua dolorosa, fantasticante infanzia. È la prima occasione d'incontro con un grande autore umorale, ancora vigoroso, come dimostrano (5. RUSHDIE) tv . .l".1.VJLV 111v511v u..1...1v.1. ..... • b .......... • _. .......... t''" ~r· - -- - --·----- - - - Ledesma (La dama del Kashmir, Cronaca sentimentale in rosso e Storia di un dio da marciapiede, tutti da Mondadori), che almeno non deludono, o le trovate di Eduardo Mendicutti, che almeno sono divertenti: si prenda Una brutta notte capita a tutti (Guanda), inarrestabile e gustoso chiacchiericcio di un travestito che racconta, come su un rotocalco rosa, la lunga notte del fallito colpo di stato che il 23 febbraio 1981 mise in pericolo la fragile democrazia spagnola. Non sarà quindi inutile sottolineare alcuni nomi che ci sembrano degni d'attenzione per la sincerità e Iospessore della loro ricerca: Justo Navarro (con Hermana muerte), Pedro Garcfa Montalvo (con Una historiamadrileiia), José Angel Gonzalez (con Los encuentros). Qui ci preme spendere però qualche parola in più su un libro di inconsueto richiamo: La pioggia gialla di Julio Llamazares, appena uscito daEinaudi nell'accurata versione di Pier Luigi Crovetto. Llamazares (Vegamian, Le6n, 1955) è un giovane autore capace di posizioni coraggiosamente anticonformiste (ad esempio, la sua voce suonò fuori dal coro in occasione del Nobel a C. J. Cela). Ha pubblicato nel 1985 Luna de lobos, storia di alcuni partigiani repubblicani rimasti a vivere per anni alla macchia nei boschi del Nord della Spagna dopo la fine della guerra civile (e il regista Julio Sanchez Valdes ne ha tratto un film). Del 1990 è El rio del olvido, intenso viaggio nostalgico attraverso la natura della montagna leonese. Il progetto controcorrente di Llamazares è quello di un lirismo tormentato fino alla lentezza e ali' iterazione, perfettamente dispiegato in La pioggia gialla, che è il lungo soliloquio e interminabile commiato dell'ultimo abitante di un paesino abbandonato dei Pirenei aragonesi. Alla fioca luce autunnale dei suoi estremi momenti, il protagonista rievoca l'inesorabile scomparsa del vil41

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