Linea d'ombra - anno XI - n. 86 - ottobre 1993

CONFRONTI Soap opera sull'Apocalisse. Altman,a partire da Carver Gianni Canova modo possibile di leggerli, non come schegge minimaliste sul!' America, ma come micro-metafore della necrosi che sta intaccando impercettibilmente-quasiparassitariamente-tutti i ceti e tutti gli strati del la società americana. Per questo l'accostamento a Nashville è discutibile e superficiale: vale per la struttura narrati va, per la coralità poliedrica e policentrica dell'intreccio, non per l'angolo prospettico a partire dal quale Altman osserva e sventra il suo mondo. Se in Nashville Altman conservava fino alla fine uno sguardo critico e beffardo, ma pur sempre incline a reperire delle vie d'uscita, in America oggi si limita invece a registrare la Due immagini do Americo oggi di Altman. fenomenologia di un organismo in decomposizione. Lo fa a volte nei toni di un'opera buffa, altre volte seguendo il filo melodico di un'acida ballata blues. Ma sempre con l'occhio di un etnologo che osservi i movimenti dei pesci in un acquario (l'acqua è una presenza ricorrente in gran parte della storia). E con l'aria di chi intoni una messa da requiem per la nevrotica disperazione americana di fine millennio. Senza tenerezze, senza indulgenze possibili. Come in una sorta di ironica "soap opera" sul tema dell'Apocalisse. Una sorta di "cornice" apocalittica apre e chiude le micro-storie di vita quotidiana che compongono il puzzle falso-minimalista dell'ultimo film di Robert Altman. All'inizio, mentre una nebbia densa e giallastra avvolge Los Angeles, una squadriglia di elicotteri volteggia sulla metropoli gettando ovunque antiparassitari e pesticidi. L'immagine evoca inevitabilmente quella di Apocalypse now, ma con una significativa differenza: gli elicotteri di Altman vengono non solo molto dopo il Vietnam, ma anche dopo la guerra del Golfo. Non tollerano più l'enfasi di Wagner e della Cavalcata delle valchirie. Come alleggeriti e scarnificati, solcano il cielo di Los Angeles simili a labili tracce di luce al neon. E richiamano, per analogia, le immagini "virtuali" dei bombardamenti americani su Baghdad. Alla fine, dopo un carosello di storie che si sfiorano senza mai incrociarsi davvero (la "convergenza parallela" come possibile chiave ermeneutica dall'asocialità americana?), una violenta scossa di terremoto richiama i vari personaggi al loro inevitabile destino comune. In mezzo, tra frammenti di storie solo apparentemente slegate, un unico macroscopico denominatore comune; quello costituito dalla presenza della morte. Tutti i personaggi vi hanno a che fare, si tratti di cadaveri veri, di morti simboliche o di scheletri nell'armadio. A partire dal gruppo di amici che si dedicano allegramente alla pesca incuranti del cadavere che affiora a pelo d'acqua a pochi metri da loro, passando per la tragedia del bimbo che muore dopo essere stato investito accidentalmente da un'auto, via via fino al "gratuito" omicidio del finale, l'universo altmaniano di America oggi (Short Cuts)è tutto un morire di corpi, d'aggetti, d'amori, di amicizie, di speranze, di sogni. U lutto è il segno dominante, l'indifferenza il tono emotivo prevalente nelle reazioni dei personaggi di fronte al manifestarsi della morte. Come se Altman avesse voluto rileggere i racconti di Raymond Carver accentuandone la componente funerea, forse nella convinzione che questo fosse l'unico In fuga da Milano. Unastoria d'amore del nostro tempo Emanuela Martini Mezza anima sta in una Milano triste e opaca e si diverte a fingere di fu~gire ogni tanto su un'automobile eternamente in panne; l'altra mezza scappa davvero, non lungo la direttrice Marrakesch-Puerto Escondido o in una ricognizione moralistica della banalità nazionali (come faceva il vecchio Mastroianni in Stanno tutti bene di Tornatore), ma in un percorso più probabile e quotidiano, dove "l'altra vita" può materializzarsi persino ad Ancona, città piuttosto brutta ma "liberata" dal mare e dal porto. E ancora, mezza anima è quella "brutta, sporca e cattiva" della rom, girovaga e talvolta ladra, e mezza quella dell'operaia carina di provincia con i vestiti alla moda, il caschetto di capelli corti, parecchia insofferenza e una gentilezza innata. Fabrizio Bentivoglio e Mària Bakò si incontrano, scappano insieme e mescolano le loro anime: lui, che prima aveva gli abiti grigi 33

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