CONFRONTI Lingua sessuata. Khatibi tra romanzo e poesia Majid El Houssi Amore bilingue (Roma, Edizioni Lavoro, pp. I06, L. 18.000) non è un romanzo, e neanche un saggio sul bilinguismo, bensì un testo poetico tra il saggio e il fantastico. Vacillante, altalenante e vagante secondo i termini dello sdoppiamento cari all'autore marocchino Abdelkébir Khatibi. Nella centralità del testo (la cui brillante traduzione è stata curata da Maria Matarrese) c'è un amore e la sua storia infinita-amore bilingue, poiché si tratta di un matrimonio misto - questo tema era già alla base del Livredusang (Parigi, Gallimard 1979 e 1986), che lo analizzava sotto l'angolazione dell'androgino, del gioco dei doppi. La questione della lingua appàriva allora così: "Accarezzare le labbra mentre parlo due lingue, ecco il mio sogno più alto" (L.S., p. 87), ed ancora: "Ogni lingua mette l'Altro in crisi e lo penalizza, e ogni volta mi svincolo contro me stesso, più che mai sordo, cieco e muto". (L.S., p. 88). Crisi dell'amore, crisi della lingua, una scenografia o forse uno scenario che si può ricostruire qui in cinque tempi, ciò che forse tradirà il testo per come si intreccia con altri temi, quello dell'oceano per esempio, o con altri testi di fondo come Le Mille e Una Notte che ne costituiscono la metafora; ma bisogna incominciare da qualche parte: I. - Appare la straniera colpita da amnesia: una rottura con il suo paese, con i suoi, nell'oblio dei ricordi da esumare affinché viva la propria lingua. 2. -Il Bilingue, così chiamato dal Recitante e Recitante a sua volta, da tempo sdoppiato nella diglossia, tra la lingua dialettale della madre e la lingua sapiente del padre, del Libro Sacro, Il Corano, e poi, con l' introduzione della terza lingua, il francese, è affascinato dalla straniera e allo stesso modo dalla sua lingua. Comincia così un gioco di seduzione reciproca nella lingua straniera. 3. - Stallo improvviso: ad un tratto, la donna si sente straniera; avviene la frattura e il silenzio si insinua tra loro. 4. - La separazione si fa dolorosa benché amichevole. L'inseguimento dell'impossibile è ancora ostacolato. 5. - Ritornata a casa sua, la straniera sembra aver superato la crisi, poiché parla di nuovo con i suoi, si immerge nei suoi ricordi con esultanza. I contatti con il Bilingue non si sono interrotti, ma non esiste un possibile ritorno. È nell'interezza di questo testo altamente poetico, come nei testi fondatori arabi del Medioevo, che il Recitante si interroga sulla comunicazione e sull'incomunicabile. La situazione amorosa stessa è l'immagine estrema del desiderio: "Guarda: il mio paese mi cammina sotto i piedi, e finisce per allacciare i miei passi ai tuoi, per incrociare il nostro cammino, il nostro sentiero. Erranza doppia: ridevamo e singhiozzavamo. Due paesi facevano all'amore dentro di noi. Quante volte ho pensato a cosa ti traduce e ti trasfigura nella tua lingua: vicende, cose, paesaggi; come se il tuo passato avesse sposato il mio, e avesse partorito una creatura, il nostro amore ..." (p. 16). Più avanti: "Amare un essere è amarne il corpo e la lingua. E lui voleva, non proprio sposare la lingua (di cui era un aborto), ma suggellare definitivamente ogni incontro nella voluttà della lingua" (p. 20). , Ma parlare ali' ,t\lt:ro nella sua lingua è divenire l'Altro senza esserlo, perdersi nelle sue pieghe. Provare a captare "gli spiri ti, le cose amate" che abitano la lingua dell'Altro, di quest'individuo che è l'altro amato. provoca la confusione e la scissione della memoria del primo, e al limite un'amnesia della sua propria lingua e gli "spiriti" stessi che la popolano. Ad un certo punto, si vergogna della propria lingua, ma questo è di breve durata, perché scopre qualcosa di nuovo: la situazione non è affatto simmetrica, poiché la donna non ha imparato la sua lingua, quindi ha l'impressione di avere a che fare con una donna "sdoppiata dalla lingua" (p. 16) o con due donne: "colei che viveva nella loro lingua comune, e l'altra, quell'altra che egli possedeva nella bi-lingua." (p. 17). Vi è una sorta d'inversione: "il permutarsi di un amore intraducibile, da tradurre senza tregua" (p. 17). Il Bilingue parla alla donna nella sua lingua (di lei) e l'ama nella propria. Quando le parla, non è una parola, ma due simultanee che sorgono in lui, di cui l'una è udibile, l'altra muta·, una lingua sotterranea che può eventualmente corto-circuitare l'altra. Il Bilingue è come un libro parlante che si svincola dai suoi palinsesti per farsi capire, che cerca di trasporre una lingua in un'altra, che mira cioè all'impossibile. Infatti, ogni lingua è una traduzione. L'innamoramento bilingue si trova a confrontarsi da una parte con la sua parola prigioniera di una lingua - traduzione delle pulsioni del suo corpo, del suo "essere-nelmondo" - e costretto, come lo scrittore bilingue a cercare di tradurre nella lingua della scrittura (il francese?) delle emozioni dell'universo in cui domina la sua lingua materna: "La lingua materna, scrive A. Khatibi in Maghreb Pluriel (Parigi, Denoel 1983), opera nella lingua straniera. Dall'una all'altra scorrono una traduzione continua e un discorso nel più profondo, estremamente difficile da scoprire ... Ci si raffigura la violenza del testo, se non in questo chiasmo, questa intersezione, a dir vero non riconciliabile" (M.P., p. 179). "Quando ti parlo, sento la mia lingua ·materna scivolare in due flussi: l'uno, silenzioso (silenzio così gutturale), e l'altro,chegiraa vuoto, in un disfarsi-per implosione-nel disordine bilingue. Non so come dire tutta la catena di nomi e di suoni della mia parola natale( ... ), tutta quella catena, simile a disturbo del linguaggio, si distrugge e riaffiora rovesciata fino al balbettio. E così io mi perdo le parole e le confondo da una lingua all'altra" (p. 38); cioè "traducendosi" con balbettii, perdita di parole, confusione, egli è atteso al varco da una sorta di afasia; le parole vengono meno, incendiano il corpo. "La lingua mi ha donato all'integrità delle parole, la bi-lingua alla loro divisione in me: amore, gelosia, naufragio" (p. 55). Bi-lingua: questo termine dice di più dei due linguaggi del Bilingue. asq al-Lissanain, dice la calligrafia araba che doppia il titolo, ma questo non rende affatto la parola francese (italiana, nella traduzione). Il Bilingue (il Recitante) non ha due strumenti alternati, egli è un corpo con una lingua bifida, in un groviglio sotterraneo, una disintegrazione di ogni linguaggio unico. on è nella situazione del traduttore professionale che parte da una "lingua sorgiva" (di base o di partenza) per approdare ad una "lingua-bersaglio" (d'arrivo). La "lingua-sorgiva", quella della madre, che è già una "diglossia tra il fono e la grafia" (M.P.) non può essere riscritta dall'interno dalla "lingua-bersaglio" (lingua d'arrivo), né può essere radicalmente trasporta: è intraducibile, incomunicabile. Si sa che nella traduzione da una lingua all'altra c'è una perdita (traduttore-traditore, ma nella situazione di comunicazione estrema come lo è l'amore, e che si può paragonare a quello dello scrittore bilingue bramoso (come l'algerino Kateb Yacine in Nedjma: "tacere o dire l'indicibile"), I' aspirazione a rendere la sua lingua materna, l'effetto di redenzione o d'implosione di quest'ultima di fronte alla straniera è così forte che la situazione si inverte; la "lingua-sorgiva" (lingua-base) diventa la "lingua-bersaglio" (lingua d'arrivo), poiché è lei ad essere colpita attraverso Foto di RoinerDrexel (Bilderberg/G. Neri). 29
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