Linea d'ombra - anno XI - n. 86 - ottobre 1993

CONFRONTI Dal mosaico dell'Islam Molti pericoli. Incontro con Sonallah Ibrahim a cura di Isabella Camera D'Afflitto Spiegarsi fenomeni come "il fanatismo religioso, la sparizione delle sigarette egiziane, o il ritorno della Coca Cola" è quello che cerca di fare lo scrittore egiziano Sonallah Ibrahim in un romanzo del 1981 ora tradotto in italiano (La commissione, De Martinis 1993, pp. 190, L. 18.000, traduzione di Daniele Mascitelli) che non vuole essere un pamphlet politico, ma una sagace rilettura degli avvenimenti che hanno sconvolto l'Egitto in particolare e tutto il Medio Oriente in generale dall'inizio di questo secolo. Gli eventi vengono presentati attraverso le indagini di una "Commissione" incaricata di indagare su un cittadino sospetto, e attraverso una serie di prove orwelliane a cui la stessa commissione sottopone il malcapitato. E a manovrare le fila di molte trame oscure di fatti egiziani e internazionali è un-misterioso "Dottore", un Grande Vecchio locale, artefice e responsabile più o meno di tutto. E proprio a partire da questo fantomatico personaggio viene spontanea la considerazione che tutto il mondo è paese, ma viene anche altrettanto spontaneo pensare: "E che si tratti sempre dello stesso vecchio?". Malgrado tu scriva da 25 anni e i tuoi libri siano tradotti in molte lingue, in Italia sei stato appena "scoperto" da una giovane casa editrice, De Martinis, di Catania, che ha pubblicato La commissione, un tuo romanza del 1981. Come ti spieghi questo disinteresse per le tue opere in passato, forse i tuoi libri sono troppo politicizzati? . Nonostante gli stretti legami storici tra l'Italia e l'Egitto l'interesse per la nostra produzione letteraria si è manifestato solo negli ultimi tempi e, probabilmente, hanno influito anche i recenti avvenimenti politici che sconvolgono la nostra regione. Dopo la guerra del Golfo le ripercussioni economiche sono state tali che hanno consentito agli Stati Uniti la dominazione totale nella zona e l'Europa ne è uscita perdente! E si sa che la cultura segue sempre l'economia. In passato sei stato messo al! 'indice, la censura ti ha condizionato per. i libri successivi? Il mio primo romanzo Quel certo profumo (Tilka al-ra'iha) è stato messo all'indice in Egitto subito dopo la pubblicazione, poi è stato ripubblicato in Libano e tradotto in inglese. Questa esperienza mi ha insegnato che la censura non uccide il libro, anzi al contrario, e che il successo di qualsiasi libro dipende dalla sua sincerità e dal suo coraggio. Non mi sono mai preoccupato della censura e comunque la situazione politica oggi è cambiata. Cambiata fino a che punto? L'anno scorso ho pubblicato un romanzo, 'Zat, che analizza il fenomeno dell'integralismo islamico e la sua influenza sulla condizione della donna. È un romanzo molto ironico dove ho anche inserito storie vere pubblicate dalla stampa sulla corruzione, sulle forrne della dipendenza occidentàle, sui miliardi che i ministri hanno rubato ... Tutto il mondo è paese. Il romanzo ha provocato un grande scalpore, ma nessuno ha osato sequestrarlo. E addirittura gli 24 organizzatori del Salone del libro del Cairo lo volevano premiare come migliore romanzo, ma poi si sono resi conto all'ultimo momento che io avevo fatto dell'ironia dove non dovevo: ho paragonato il nostro presidente della repubblica al formaggino La vache qui rit, e così hanno premiato un altro romanzo. E negli altri paesi arabi i tuoi libri circolano liberamente? Ora che sono uno scrittore affermato posso pubblicare i miei libri in diversi paesi arabi. Ad esempio quest'anno ho curato un volume di testi tratti dalla letteratura femminile (Doris Lessing, Marilyn French, e altre), ma quando ho consegnato il lavoro a un editore del Cairo, questo mi ha chiesto di eliminare una parte sulla relazione sessuale tra due donne, e un altro sulla prima esperienza sessuale di una ragazza. Allora mi sono rivolto a un altro editore, questa volta in Marocco, che ha accettato di pubblicare il libro integralmente. Un altro scrittore egiziano, Edwar al-Kharrat, ha detto in una recente intervista che si sente prima di tutto arabo, poi egiziano e infine copto. Tu come ti definisci? Sono uno scrittore egiziano e arabo al lo stesso tempo e ci sono Il Cairo (foto di Thomos lves/G. Neri)

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