sembra un giusto ep_itaffio per Arenas, La tomba senza pace, che un uomo che nella sua vita non conosce nemmeno una donna, muore incompleto, Reinaldo, avendo avuto una vita omosessuale così atti va, non sembrò mai essere incompleto. Ebbe, sì, una relazione sessuale con una cugina (queste cugine di campagna, sempre offerte ai loro cugini), ma accadde lontano nello spazio e nel tempo. Non avevano ancora sei anni e il loro più grande piacere stando insieme era mangiare terra fino ali' estasi non erotica ma gastrica. Arenas, che sembrava più un antico romano che un contadino, non era un romano delicato. Più gladiatore che poeta della corte, era grossolano, rude e audace e non conobbe mai la paura. Anche se, come tutti i veri coraggiosi, il primo sentimento che confessa è la codardia. Mi chiedo se questa confessione, fra tante confessioni audaci, non sia solo una vanità. Ma la sua vita fu una rischiosa avventura in un bosco penetrabile di peni, che lasciava dietro di sé il segno del suo seme e della sua scrittura. Era un Hansel che volle sempre essere Gretel; nella leggenda. Ma nel mito politico fu un RogerCasement del tropico, con le sue confessioni oscene, sempre un patriota delle isole. Nato a Aguas Claras, una fattoria tra Gibara e Holgufn, all'estremoestdell'isola, fin dalla culla più che povero fu miserabile. Bastardo e fantasioso, nel la confusione delle letture adolescenziali si aggregò a una guerriglia confusa che combatteva confusamente contro un nemico invisibile e più che cercare la rissa cercava il cibo. Quando Fide! Castro prese il potere, raggiunse l'Avana come migliaia di ragazzi di campagna, arrangiandosi come i contadini del Lazio facevano a Roma. Ancora adolescente, vinse un premio con il suo primo romanzo, Celestino antes del alba, il cui titolo ricorda quello del suo ultimo libro. Celestino è una composizione poetica demenziale collocabile non lontano da Faulkner, ma molto contemporanea nella sua paranoica descrizione di un bosco di ceri e di un nonno che abbatte ogni albero sul quale il nipote ha scritto una poesia. Allegoria o paranoia? Il suo secondo romanzo, El munda alucinante, è un capolavoro del romanzo in lingua spagnola. Con questo vinse il secondo premio di un concorso locale, mentre avrebbe dovuto vincere primi premi continentali. Come premio cubano il romanzo non fu mai pubblicato a Cuba. Arenas, desideroso come qualsiasi scrittore principiante di essere pubblicato, inviò il manoscritto all'estero e commise un delitto innominabile. Da qui cominciò quello che le buone e le cattive coscienze dell'isola chiamarono "il suo problema". Il suo problema si fece grave e poi acuto quando fu condannato per pederastia, un reato che sembrava di lesa autorità, e Reinaldo si nascose pertutta l'isola e alla fine, come il perseguitato protagonista di Yo soy unfugitivo de una cadena deforzados, poté bisbigliare dall'oscurità: "Ora ... rubo". Ma ci fu un finale dopo il finale e Arenassi trovò, come Dantés, peggio di Dantés nel castello di If, prigioniero tra assassini e, una volta di più, tra omosessuali che non erano pazze allegre ma dementi disperati. Il resto della sua 20 I CONFRONTI I vita lo trascorre nell'altra prigione più grande che è l'isola (in un campo per omosessuali, nell'Avana omosessuale) fino a che nella sua penultima fuga se la svignò in mezzo ai naufraghi dell'esodo dal Mariel e riuscì a raggiungere Miami usando un sotterfugio come rifugio. Poi arrivò la sua libertà spinta all'estremo a New York, altri libri, altri amanti e alla fine della sua vita venerea fu colpito dall'AIDS e morì suicida per fuggire una morte atroce. In una ultima foto si vede Arenas come è sempre stato: non un romano ma un indio cubano, con la faccia triste della prigionia che è stata la sua vita. Questo suo libro è un romanzo che è una memoria, la fusione tra l'immaginazione e una vita che imitò dolorosamente l'immaginazione: quella realtà atrofizzata che fu la sua ultima fuga. Fuga a una voce sola. Sesso e Arenas che confessa di aver fatto l'amore con più di cinquemila uomini nella sua vita e nessuno che lo applaude. (Invece applaudirono Georges Simenon quando confessò di aver fatto l'amore con più di diecimila donne: era per il numero o per il sesso?) Prima, quando leggevo o non potevo leggere i libri Uberidi Arenas, credevo che sarebbe dovuto rimanere a Cuba per ripetere i risultati di Celestino e di El munda alucinante. Come altre volte, mi sbagliavo: Arenas avrebbe finito con l'essere un profugo di professione, non uno scrittore. Per lo scrittore che ideò-pentalogie e altri progetti, Antes que anochezca è un libro a volte di difficile lettura, non per lo stile ma per lo stiletto. Scritto in gara contro la morte, abborracciato, molte volte non solo scritto male ma scritto appena: dettato, parlato, gridato, questo libro è il suo capolavoro. Mai avrebbe potuto scriverlo a Cuba, né come funzionario né come fuori legge. Alcuni lo hanno accostato a Genet, delinquente delicato, o a Céline, maestro dell'amarezza: tutti e due sono scrittori senza il minimo senso dell'umorismo. Per questo il vero accostamento bisogna farlo con il romanzo picaresco, perché il suo protagonista è un picaro sessuale: senza dubbio un briccone. Ma molte volte fa venire in mente quel capolavoro del picaresco erotico che è il Satyricon. Anche se nel libro di Petronio, dove i pederasti sono eroi e i sodomiti eroine, ci sono relazioni eterosessuali, depravate o leggere o fugaci ma ci sono. Nel romanzo della vita di Reinaldo Arenas non c'è altro che peni e pene. Ma se qualcosa dimostrano queste memorie è che mentre più forte era a Cuba la persecuzione contro gli omosessuali, di più forza godeva (questa è.la parola) l'omosessualità, in privato e in pubblico.L'isola, mentre regrediva economicamente e politicamente, ritornava al predomi, nio di un solo senso. I licenziamenti, la persecuzione e i campi di concentramento solo per omosessuali sembravano essere, se dobbiamo credere ad Arenas, più uno sprone che un deterrente. Ora con gli omosessuali malati dietro le inferriate degli infami lazzaretti per I' Aids, Castro continua a dire che l'omosessualità è un' ossessione dominante. Solo i reticolati elettrici e le sbarre vanno bene per quelli che non vengono chiamati compagni ma cittadini. O, più familiarmente, enfermitos (piccoli infermi). Tuttavia, contraddizioni del comunismo, l'Avana è di nuovo un paradiso, solo per turisti ora e tra i frutti proibiti che si offrono, tanto a Adamo come a Eva, ci sono le puttane più deliziose (si possono vedere in Havana di Jana Bokova) e i finocchi più desiderabili, molto disposti verso quelli che visitano l'isola. Ambedue gli oggetti di piacere non lo fanno per soldi, che non possono comprare niente, ma per una cena, per entrare in un cabaret, per passare la notte dal night-club al letto di un hotel solo per stranieri. È l'unico modo di eludere l'apartheid castrista. A meno che, sia chiaro, si sia un informatore della variante tropicale della Sicurezza dello Stato passando così dall'estasi alla Stasi. Autoepitaffio Reinaldo Arenas Goffo poeta amante della luna fu la paura l'unica sua sorte e gli bastò. Sapeva che la vita per i mortali è rischio o rinuncia, l'ambire troppo segno di follia, che l'orrido nasconde una bellezza. Visse per vivere, avendo la morte compagna quotidiana la cui posta è uno splendido corpo o il tuo destino. Seppe che il meglio è ciò che s'abbandona perché sta già alle spalle, il rito quotidiano atroce noia, l'approdo della vita l'impossibile. Conobbe la prigione, l'osu·acismo, l'esilio e le molteplici offese dell'umana viltà, ma sulla corda lo sorresse, stoico equilibrista, una finesu·a aperta sull'abisso per godersi le luci dell'alba. Non volle cerimonie, lutto o pianto né tumulo di sabbia per le ceneri: aborrendo la quiete anche da morto, le affidò all'onda perenne del mare sognando _iltuffo di un ragazzo. (New York, 1989)
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