Linea d'ombra - anno XI - n. 86 - ottobre 1993

IL CONTESTO muoveva per provati legami persona! i che tr~scendev~no le form~ della legge e le forme di potere del p~rt_1topur nsp~ttandoh formalmente, così i giudici hanno preteso d1nportare l'ordine delle cose secondo la lettera della legge: di fatto hanno scardinato un sistema che si reggeva con una doppia anima e hanno innescato un processo di cambiamento radicale del paese. Di fronte all'offensiva dei giudici il vecchio potere ha reagito negando i fatti o come ha fatto Craxi chiamando tutti a correo. Craxi aveva torto nelle sue accuse? Aveva torto perché non vedeva che il sistema si reggeva grazie ali' impianto retorico sopra descritto per cui quella corruzione si vedeva e non si vedeva e si reggeva grazie a tutta una serie di giustificazioni ad hoc. Nel momento in cui i giudici decidevano di ignorare le giustificazioni ad hoc considerandole irrilevanti per le loro indagini e che la corruzione del sistema appariva nella sua nudità senza la retorica politica, nessuno poteva pretendere di mandare avanti un sistema ufficializzando il fatto che gli appalti si compravano e si vendevano, cosa che ufficialmente tutti fino al giorno prima condannavano. Né per il presente, ma neppure per il passato, perché proprio in passato Craxi e compagni giustificavano il loro potere con una onestà di facciata a cui solo qualcuno di tanto in tanto trasgrediva. In altre parole Craxi chiamando tutti a correo era incoerente con quello che era stato in passato, mai infatti in passato aveva apertamente difeso la necessità di vendere gli appalti del comune di Milano per finanziare il suo partito socialista, se allora lo avesse fatto sarebbe stato escluso da ogni centro di potere perché rompeva la retorica del potere allora in funzione. Che nessun magistrato prima di Mani pulite abbia condotto una indagine in profondità, cioè abbia osato rompere il velo del potere sostanziale per appellarsi solo a quello delle leggi scritte è chiaramente dovuto, come è stato scritto da più parti, al fatto che quando i magistrati milanesi hanno cominciato il loro lavoro quel modello retorico di politica non reggeva più, era considerato indifendibile 11 e questo rendeva impossibile quelle manovre sottobanco che avevano affossato le eventuali precedenti indagini dei magistrati. Il modello retorico è crollato per tutti i partiti ma non per il Pds. E perché è stato così l'ha detto Indro Montanelli sul "Giornale": i comunisti, se pur parte del sistema e quindi partecipanti al gran banchetto delle spartizioni, rubavano per il partito non per sé, e anzi erano personalmente probissimi specie rispetto agli eccessi trimal- .cioneschi dei loro colleghi parlamentari di altri partiti. Quindi in virtù della probità dei padri la gente riconosce al Pds una diversità. Io andrei anche un passo oltre: il muro di Berlino teneva il Pci di là dal guado e quanti pur ammiravano i probi comunisti avevano timore che una volta al potere avrebbero applicato il comunismo. Ora con la fine del comunismo nessuno fra la gente pensa seriamente che il Pds una volta al potere possa portare il socialismo, quindi tra la gente rimane il valore per cui i comunisti sono stati celebri e che ora è la virtù che più scarseggia, la probità personale. Quanto a rubare per il partito, a torto o a ragione, molti pensano che se i tempi sono cambiati e qualcuno si adeguerà sul serio questi potranno essere sempre i probi comunisti. Ma questo appare come un sottosistema di interpretazione che si adegua a una memoria storica sedimentata tra la gente e a delle sue aspettative che riconoscono a naso comunque una diversità, pur nella riconosciuta compartecipazione, tra chi ha avuto i posti di ministro e chi no. Naturalmente a maggior ragione il discorso può essere esteso alla Lega che può presentarsi come totalmente estranea al sistema. L'altro aspetto di questa crisi retorica, più importante per gli sviluppi futuri, è il programma. Con il vecchio sistema il programma era una variante confusa, vaga, ma certo il voto era chiesto per piaceri concreti corrisposti (il posto o la promessa di un posto) o per 16 fede ideologica (la Dc, il Msi o il Pci) non per un programma. Ora questi vecchi modi di cercare voti si stanno erodendo e, come spiega Giulio Tremonti, si va a votare con il portafoglio, cioè considerando di volta in volta il proprio beneficio non più in senso stretto (la promessa di un posto di lavoro, perché queste promesse sono state rese vane dal nuovo clima politico che le legge come "voto di scambio") né in senso lato (la fede che con il comunismo o con lo status quo si viva meglio) ma guardando a come certe politiche possono influenzare le condizioni generali della propria attività di lavoro (maggiore o minore pressione fiscale, qualità dei servizi). Questa è una nuova attitudine retorica in realtà: il crollo della vecchia retorica ha estromesso il beneficio stretto (perché ora lo si vede frutto marcio di un più generale malgoverno) e quello largo (perché le grandi ideologie appaiono vuote dopo il crollo sovietico) e ha introdotto una nuova concezione del beneficio individuale, quella che considera il cittadino al centro di complessi condizionamenti sociali su cui non può più influire con pratiche sottobanco (raccomandazioni) o spostando ali' infinito la soddisfazione di questo beneficio (la promessa o minaccia del comunismo)12.Anche questa nuova attitudine è frutto dell'indagine giudiziaria. Così i programmi, da leggersi in questo reticolo di relazioni e aspettative sociali quali prometterebbe di essere il nuovo stato post-Tangentopoli, si traducono in un'aspettativa maggiore di un'azione vera e concreta di questo stato. Così la promessa di chiudere il centro Leoncavallo a Milano da parte della Lega non può essere ignorata, come le tante futili promesse del passato pre Tangentopoli. Al di là della questione se la cosa in sé sia giusta o meno, chiudere il Leoncavallo significa assolvere un compito concreto che la Lega si era assunta, non farlo significa rischiare di essere considerato come una eredità pre-Tangentopoli. D'altro canto per la gente che vota con il portafoglio occorre presentare un programma su cui poi sarà misurata la performance di governo. Senza programma non c'è misurazione e quindi non c'è possibilità di bocciare, ma nemmeno promuovere una certa politica. In questo caso, mutuando Popper, si può dire che non può esserci politica se non è bocciabile alla prova dei fatti. A questo nuovo metro di misura quasi tutte le forze politiche sono imprepre rate, tranne la Lega che dice chiaramente di volere un'Italorn federale, l'autonomia fiscale e le privatizzazioni subito. Divenpre perciò indifferente che il suo sia un programma accettabile o meno, è invece-fondamentale che ci sia un programma di fronte al più o meno confuso vociare degli altri. Se Mani pulite ci ha dato questa nuova retorica ci vogliono programmi concreti di fronte a quelle che sono considerate le emergenze del paese: il Meridione e la criminalità, il debito pubblico e il rilancio economico. Ma adesso non siamo ancora nella fase di giudicare il migljore programma secondo le aspettative, possiamo solo aspettare di vedere se oltre a quello della Lega c'è anche un altro programma. Note I) li linguaggio grosso modo serve per comunicare delle cose che il soggetto pensa onestamente: per esempio Giovanni si affaccia alla finestra vede che c'è il sole, poche nuvole e dice "Oggi è una bella giornata". Così Luigi sente e capisce che c'è il sole, poche nuvole. Viceversa la lingua può servire per mentire, ma se Giovanni e Luigi possono andare tutti e due alla finestra la bugia ha le gambe corte. Ma cosa succede se per qualunque ragione Luigi non può andare alla finestra e vedere da sé il tempo? Deve dipendere da Giovanni per le informazioni, e Giovanni assume una situazione di potere. Quello che Giovanni dirà a Luigi determinerà le scelte di Luigi, se uscirà o starà a casa. In una situazione più complicata Giovanni può dare una informazione inesatta, non perché in malafede necessariamente, ma perché non ci vede, perché "crede" che non ci siano nuvole,

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