INCONTRI/McBAIN Avevo in mente un eroe "conglomerato", collettivo. Non volevo un eroe singolo, bensì un pugno di uomini e donne che uniti si trasformassero in eroe. La squadra, non una singola persona della squadra, era l'eroe. neanche da che parte cominciare a affrontare questi problemi. È per questo che spero che le elezioni di novembre tolgano dai.piedi Bush e affidino il paese a qualcuno che sappia affrontare le questioni che gravano sul nostro paese e fare dell'America quello che dovrebbe essere. Ritorniamo ai tuoi libri. Vorreisaperequalcosadeltuometodo di lavoro: sefai una ricerca preventiva, come raccogli le informazioni e i dati che ti sono necessari, quali sono le tue fonti, se hai gente che lavora per te, se tra i tuoi informatori ci sono dei poliziotti ... Per quel che riguarda la polizia, non ho più bisogno di fare ricerca, perché quello che ho scoperto parecchi anni fa, quando ho cominciato la serie dell' 87simo distretto, vale tuttora. La routine di polizia è più o meno la stessa, non ha subito veri cambiamenti. Cerco piuttosto di tenermi al corrente dei nuovi sviluppi tecnolo-· gici. Quando mi serve qualcosa che implichi maggiore ricerca, ho una persona che se ne occupa per me. Quando avevo il mio amico capo della polizia, di solito mi rivolgevo a lui. Era a lui, per esempio, che chiedevo il prezzo di una dose di eroina nelle strade di New York e lui mi forniva la risposta corredandola di un mare di dettagli: i nomi con cui i vari spacciatori chiamavano i diversi tipi di eroina strada per strada, perché sai i tossicodipendenti scelgono la roba come la gente sceglie le sigarette, per marca. Ma a volte si tratta di materiale complicato. Una volta ho scritto un libro dove bisognava somministrare un veleno inmodo macchinosissimo. Mi sono dovuto consultare con un dentista, perché il veleno andava inserito nell'otturazione di un dente e bisognava capire bene quale veleno andasse usato, in che dosi, la misura della finta capsula da applicare al dente, -in che tempi avrebbe agito il tutto, ecc. È una mia impressione o, nel corso degli anni e dei libri, la tua visione si èfatta più cupa, più pessimistica? No, non credo che il mio atteggiamento sia cambiato in modo particolare. The Blackboard Jungle era un attacco violentissimo al sistema scolastico newyorkese. Tant'è vero che quando ho avviato la serie di Steve Carella e ho cominciato a fare la ricerca necessaria, mi sono trovato di fronte all'o tilità dei poliziotti che incontravo. Come se temessero che, dopo il numero sulla scuola, ne volessi fare uno sulla polizia. Ce n'è voluta per convincerli che non volevo attaccarli, che volevo seri vere un romanzo simpatetico.C'è però da dire che, via via che si invecchia, si diventa più analitici e critici. Non si può passare attraverso l'esistenza con occhiali dalle lenti rosa e un'aria felice e contenta. Bisogna riconoscere quanto e' è di sbagliato in giro e, soprattutto se si è scrittori e romanzieri, bi ogna esprimere il proprio punto di vista e sperare che la penna possa dimostrarsi più potente della spada. Chi sono i tuoi lettori? È difficile dirlo. Io ho scritto anche per il teatro e per il cinema. In questi casi è semplice. Basta andare a teatro o al cinema e vedere la reazione della gente, se ride esattamente trenta secondi dopo la battuta che tu avevi confezionato apposta, ecc. Un'esilarante sensazione di potere e di comunicazione insieme. Ma con un libro è diverso. Leggere è un atto molto privato. L'autore non può che sperare di comunicare e di condividere qualcosa con i lettori. Le uniche occasioni di incontro con il mio pubblico sono in libreria, perlafirmadell'ultimo libro uscito. Molti dei miei lettori sembrano essere donne. Quasi tutte le lettere che ricevo mi arrivano da loro. Ma questo potrebbe semplicemente dire non che le donne leggono di più, ma che gli uomini scrivono di meno. In libreria incontro anche molti uomini, ma sono tutti a stadi molto diversi delle loro vite: avvocati e poliziotti, studenti. Un gran miscuglio. Difficile tracciare il profilo del mio lettore tipo. In un tuo vecchio libro, comparso in Italia con il titolo Gli amanti, a un certo punto c'è una battuta: "Di questi tempi le donne stanno cambiando parecchio". Potresti aggiornare quest'osservazione? . Un romanzo del '58, Strangers When We Meet, che in America è stato un best-seller. Ne ho curato anche la sceneggiatura per Hollywood, da cui è stato realizzato un film con Kim Novak e Kirk Douglas. Credo che se dovessi riscrivere quel libro oggi, il personaggio femminile sarebbe completamente diverso. È stato intorno al 1960 che mi sono reso conto che le donne dei miei libri erano una sorta di personaggi di cartone e che avrei fatto bene a imparare a parlare di donne in modo realistico se mi interessava attrarre il pubblico femminile. È stato un esercizio deliberato seri vere un romanzo (firmato Evan Hunter) dal titolo Mothers and Daughters. Il mio obiettivo era parlare di tre generazioni di donne, nonna, madre e figlia, e di tentare di entrare nelle loro teste fino a scoprire che cosa volesse dire essere donne. Non ne so ancora niente, ma credo di avere fatto qualche passo avanti. Parlami del personaggio femminile del romanzo che stai scrivendo in questi giorni. Si tratta di Irene Burks, una donna poliziotto già presente nel secondo romanzo della mia serie. È stata stuprata, sfregiata e di nuovo stuprata, ma il trauma ha fatto di lei un poliziotto d'eccezione, impareggiabile nel saper trattare con i criminali che tengono in ostaggio altre persone, potenziali vittime di quanto lei stessa ha subito. Durante uno dei suoi interventi, per eccesso di fiducia, Irene viene ferita malamente. Questo è l'inizio del libro. Per il resto delle pagine Irene rimarrà in coma in un letto d'ospedale, assistita da un altro poliziotto addetto a controllare che le vengano garantite le migliori cure e il trattamento più accurato. Questo poliziotto si dà il caso sia Sharon Cook, donna e nera. Sarà lei la prima per ona che Irene vedrà al momento dell'uscita dal coma. "Ciao, bentornata," le dice Sharon. Sto considerando la possibilità di far·partire da lì una relazione d'amore tra le due donne, da sviluppare poi in ulteriori libri. Ma non sono sicuro di farcela. Mi piacerebbe provare. Sei mai stato accusato di essere un misogino? L'unica donna che in questo paese mi accusa di essere un misogino è mia moglie, ma io cerco di spiegarle che non sono un porco sessista, che le donne mi piacciono davvero e che nei miei libri le ho sempre trattate bene. Ecco perché tante donne mi leggono. Diciamo che cerco di fare il mio lavoro nel modo migliore. Credo che se si scrive in modo onesto, l'onestà risulti. visibile al lettore, che se non altro capirà che tu hai fatto del tuo meglio. 71
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==