"Scusa," disse una voce, e gli occhi inquieti di Ferguson si volsero, come sempre, nella speranza di vedere lei e spaventando con la loro intensità la povera cameriera che gli presentava un conto da un dollaro e settantanove. "Tutto a posto?" chiese lei. "Vai di fretta?" chiese di rimando Ferguson. Lei sorrise guardando i tavoli vuoti. "Ci sei solo tu", disse sedendosi di fronte a lui. Ferguson le raccontò quasi tutto, a partire da quel giorno al supermercato. La ragazza, Kathleen Simpson, matricola alla SMU, vegetariana lei stessa ma non completamente convertita, sedeva piena di stupore mentre la storia di Ferguson e della sua ricerca del punto le veniva rivelata. "Non ho mai sentito niente del genere", disse, "ma credo nell'anima e quindi non mi sembra tanto assurdo. Qui finisco tra un'ora, poi ti aiuto a cercare. A Dallas i posti dove una ragazza come quella potrebbe andare sono veramente pochi, e tutti da queste parti". Ferguson pagò il conto di un dollaro e settantanove e sorseggiò acqua distillata mentre aspettava Kathleen. Lei lo portò al Garden ofEden dove uomini dai capelli lunghi vendevano cereali e semi contenuti in grossi secchi di latta. Poi lo portò alla Cornucopia, dove gli studenti della SMU andavano a mangiare, e che offriva una scelta modesta di piatti vegetariani ali' interno di un menù con una scelta più vasta di piatti a base di carne. Caesar' s Salad, un piccolo caffè del centro, che serviva pranzi a base di verdure alle segretarie, fu l'unico altro posto che le venne in mente. Ovviamente Annette non era in nessuno di questi ristoranti, ma visto che aveva lavorato come segretaria, Ferguson pensò che quest'ultimo potesse essere un buon posto in cui appostarsi ad aspettarla. Kathleen Simpson, atteggiamento disponibile e occhi castani, gli augurò buona fortuna. Il giorno dopo Ferguson si piazzò al Caesar's Salad. Restarci a lungo era decisamente difficile. C'era soltanto un bancone con otto sgabelli e tre piccoli separé in cui a pranzo, stringendosi, si poteva entrare in quattro. Massimo venti persone più le due cameriere. Verso mezzogiorno entrambe avevano individuato Ferguson e lo guardavano con sospetto. Lui cominciò a spiegare ma loro gli dissero di aspettare fuori. Ferguson, in piedi sotto il sole di Dallas, cercò un po' d'ombra dietro la tenda di una coloreria lì accanto. Dalla vetrina un pavone di cartone variopinto brillava nel sole, accecandolo. Malgrado avesse preso una tavoletta di sale e si fosse portato un bicchiere di carta pieno d'acqua, il pomeriggio di Dallas era arrivato a trentotto gradi e Ferguson si sentiva debole e stordito. Andò a piedi a vedere l'unica cosa di Dallas che conoscesse: il posto del magazzino dei libri e la collinetta verde. Nel rifare il percorso del corteo provò a immaginare il sibilo delle pallottole, l'urlo di Jacqueline, Lindon Johnson, terrorizzato dietro un uomo dei servizi segreti. Il magazzino di libri era stato demolito, la collinetta verde non era altro che un cavalcavia e solo una piccola targa indicava il luogo in cui la testa del presidente era stata disintegrata. Per la prima volta Ferguson pensò ai punti dei grandi. Chissà se il presidente Kennedy aveva un punto e se lo aveva consultato quando i russi avevano installato i loro missili a Cuba? Chissà se c'era stato un segno, una premonizione come quella che Annette aveva avuto su di lui, quando quel giorno di novembre il giovane Presidente indossò la sua camicia inamidata, i gemelli e le STORIE/ APPLE giarrettiere, si sistemò i capelli un po' lunghi davanti allo specchio in modo che avessero un bell'effetto nel vento caldo di Dallas? Se le persone importanti avessero un punto e lo ascoltassero, nel mondo le cose non andrebbero così male, si disse Ferguson. Invece c'era un filo di caos dritto come il filo a piombo che Ferguson aveva in sé che partendo da lui arrivava fino al più lontano astronauta intento a colpire una pallina da golf sulla luna. Chi aveva certezze? Persino il Papa cambiava idea. Solo la sua Annette sentiva il mormorio del ritmo del suo corpo, mentre un mondo privo d'orecchi si agitava intorno a lei. "Ci ho provato", disse Ferguson a voce alta ali' ombra della collinetta verde da cui migliaia di persone avevano guardato il corteo accelerare e girare in direzione del Parkland Hospital. "Ho digiunato e meditato e non ho mai smesso di esaminare il mio corpo. Non ho avuto altre donne, e le mie labbra non hanno mai sfiorato la carne di uccelli o altri animali." Il caldo del deserto lo colpì in pieno quando sollevò il viso verso il cielo e vide per un istante il sole infuocato che gli ribolliva negli occhi come un pavone gassato. Si parò gli occhi con le braccia sollevate, e una Buick passò così vicino che il laccio della camicia sfiorò lo specchietto dell'automobile. "Guarda dove vai scemo" gli gridò dietro l'automobilista. "L'ho fatto" rispose Ferguson "non ho fatto altro". Alla collinetta verde e alle macchine che passavano Ferguson annunciò: "Conosco me stesso e so di non avere nessun punto. Non lo aveva Kennedy, neanche Roosvelt, né il giudice Frankfurter, né George Washington". Ferguson corse in cima alla collinetta e dichiarò all'autostrada rombante "Anche tu hai perso me, Annette. Quello con cui ti rotoli adesso non ti ama come ti ho amato io. Tu eri il mio punto e il tuo punto non lo sapeva". Nella calura di Dallas lui corse sul bordo dell'autostrada con la sua falcata lunga ed elegante. Ferguson corse attraverso la Dallas Avenue, oltre uffici postali e grattacieli, lungo strade svuotate dal sole cocente. Correndo apriva e chiudeva i pugni, e la tensione dinamica pulsava nelle braccia mentre il cemento spaccato gli vibrava nelle gambe. Inspirò profondamente la città, l'aria desertica, gli ossidi velenosi. Mentre la gabbia toracica si tendeva Ferguson si sentiva libero e sicuro. Immaginò che il filo a piombo fosse ben teso e che l'ultimo spazio aperto fosse stato strappato con un urlo improvviso e fosse scomparso lasciandolo intatto nel profondo. Superò Caesar' s Sai ad senza neanche gettarci uno sguardo. Il respiro si era fatto più leggero quando arrivò al Pelops Arms. Entrò al galoppo e sorprese Kathleen Simpson, che gli allungò dell'acqua distillata. "L'hai trovata?" chiese lei. "Sì" disse Ferguson, "vuoi fuggire con me?" "Dove?" "A Houston per cena, e poi in Messico verso la Panamerican Highway, lungo le rivedei Rio delle Amazzoni, sulle Ande in Cile dritti fino a Buenos Aires". Kathleen esitò, sgusciò dal grembiulino nero, mise via il blocchetto verde, e con una falcata lunga e armoniosa si diresse a sud al fianco di Ferguson. Copyright Max Appie 1976. 67
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