AMORE E VERDURA MaxApple traduzione di Simona Fefé e Roberta Galterio Considerato da Chénetier, nel suo saggio Au-delà du soupçon: La nouvelle fiction américaine de 1960, à nosjours, uno dei rappresentanti più significativi dell'ultima generazione postmoderna, collocabile a cavallo degli anni Settanta e degli anni Ottanta, Max Appie (nato nel 1942) opera soprattutto nel senso di utilizzare i simboli più vistosi dell'odierna società commerciale per disegnare la frontiera fra le forze sempre vive del mito e le loro cattive incarnazioni. Frontiera sfuggente, ma sempre perseguita, come dimostra la scelta, nei racconti come nei romanzi di questo che è anche un umorista nella migliore tradizione ebraica, di personaggi reali, da Disney a Ford, da Castro a Mailer, che ora contribuiscono a disegnare un mito fortemente commercializzato, ora divengono essi stessi miti, subendo un processo di pietrificazione che Appie si diverte a rappresentare, spesso con straordinarie invenzioni linguistiche. Nella centralità del rapporto con iImito, insieme decostruito e riproposto, Appie, oltre a rilevare una profonda consonanza di temi con alcuni degli autori più significativi del postmoderno, da Barth a Coover e Barthelme, raccoglie, secondo Chénetier, l'eredità di Nathanael West e delle sue corrosive satire del mondo emergente dei mass media. Oltre a The Orangingof America (1976), da cui è tratto il racconto qui pubblicato, Appie è autore di Zip (ed. it. Mondadori), Free Agents ( 1984) e The Propheteers (1987). Vissuto sempre nel Michigan, attualmente lo scrittore vive nel Texas, dove insegna a Houston. (S. F.) I Ferguson non era mai andato pazzo per il pollo, ma si ingozzava di carne rossa che tirava su aiutandosi con la forchetta ed una fettona di pane e poi si leccava i baffi con la punta della lingua. Annette Grim gli aveva fatto cambiare abitudini. "Non faccio mai l'amore con quelli che mangiano carne," gli aveva detto; "aggiunge puzza di morte alla depressione post-coito". Si erano incontrati da Safeway: lui era alle prese con dei tartufi di canna e cercava di indovinarne la forma ed il sapore, lei era diretta al reparto dei cibi naturali. Il carrello di Ferguson le ingombrava la strada. Proprio quando lui si era deciso a comprare i tartufi di canna, Annette spinse violentemente il carrello stracolmo e lui si girò giusto in tempo per prenderlo in pieno sull'inguine. "Oh poveretto" disse Annette sentendolo gemere e si precipitò ad aiutarlo mentre lui si accasciava sui funghi. "Oh poveretto. Una volta ho visto uno beccarsi un'ombrellata sulle palle e hanno dovuto chiamare l'ambulanza." Erano soli nel reparto verdure e lei gli infilò le lunghe dita nella lampo procurandogli sollievo con la ste sa disinvoltura di chi aiuta un cieco ad attraversare la strada. "Secondo me il corpo è un tempio. Porteresti una bistecca in un tempio?" Più tardi lui le aveva fatto notare che nei primi templi ammazzavano gli animali, affumicavano le interiora e mangiavano la carne. "Pagani" aveva detto Annette Grim, ma a quel punto lo aveva ormai convertito quasi completamente. II Il dolore di Ferguson sbocciò in amore. Quel giorno lei gli cucinò una minestra di tartufi di canna, patate dolci, ravanelli e carote. Poi bevvero il brodo aromatizzato con foglie di menta, e 62 Ferguson si fermò da Annette, gratificato nella carne, ma così affamato che alle tre scivolò fuori dal letto alla ricerca di un po' di cibo che lo aiutasse a superare la notte. Nel frigorifero di Annette c'era solo del lievito di birra, una noce di cocco, fagioli mungo in una busta piena di muffa. Nella credenza c'erano spezie fresche dell'Oregon, un giradischi, fagioli mungo secchi, un panino d'avena, germi di grano senza grassi, due file di bottiglie di vetro vuote e un poster a colori di un vasetto di yogurt. Neanche un tozzo di pane, pensò tornando lentamente in camera da letto con una gran voglia di hamburger. Dopo il primo mese insieme, Ferguson perse sei chili. Fu un bene, visto che erano quasi tutti di troppo. I vestiti che una volta erano stretti adesso gli stavano a pennello come nel '71, quando pesava ottanta chili. Una scritta nel salotto di lei lo ammoniva "Più carne, più vermi". Tuttavia difficilmente Ferguson riceveva critiche dirette da Annette sulle sue abitudini alimentari o sui suoi ottanta chi I i, ottantasei all' origine. Distratto da Annette, Ferguson perdeva l'appetito e acquistava controllo. Annette poteva mangiare uno yogurt e una banana e passare una notte di sonno profondo o di grande passione senza sentire i morsi della fame. Era alta uno e sessantaquattro e pesava sempre cinquanta chili. Ali' ottanta per cento era proteine e acqua. Non usava deodoranti, non si depilava le gambe né le ascelle e non si tagliava i capelli. Si lavava i denti col bicarbonato di sodio ed un rotolo da mille strappi di carta igienica poteva durarle anche un mese. Non si prendeva un raffreddore da quando Nixon aveva annunciato i I bombardamento di Hanoi e Hai phong. Accanto a lei Ferguson si sentiva un cancro inoffensivo. Le si aggrappava addosso pieno di carne morta, aromi naturali e additivi, ma Annette era talmente pura che gli ottanta chili di materia vibrante, flaccida e malata si ritiravano faticosamente senza intaccare quello che iei definiva "il centro della mia coscienza". Aveva trovato una specie di ghiandola pineale cartesiana che stava nella parte destra della gabbia toracica. "Proprio qui, l'anima del mio corpo abita qui. Non si tratta dello spirito o dell'anima che poi magari non esistono. Questa c'è. Puoi trovartela da solo senza l'aiuto di gente come Dio o Cristo. Non è altro che un punto nel tuo corpo. Il mio, guarda caso, sta proprio qui. Quando trovi il tuo, dimmelo, sarò contenta per te". III Ferguson si mise alla ricerca del suo punto, ma trovò solo bruciori di stomaco e crampi di fame. E proprio nel primo mese d'amore gli capitò di tradire Annette senza volerlo. Una volta a pranzo prese un pezzetto di hamburger da un amico, un pezzettino che ingoiò prima ancora di capire che era carne. "Dopo tutto", spiegò all'amico, "se uno per ventotto anni mangia carne come se niente fosse poi non può automaticamente pensare 'è carne' ogni volta che prende un pezzetto d'hamburger da un amico, giusto?". Quella notte Annette lo evitò, ma rinvigorito forse da quel1 'unico pezzetto di carne macinata, lui in qualche modo la costrinse e lei con gli occhi tristi e aperti subì l'invasione del carnivoro.
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