Ragazzo Mescolero (fotodi Covoretto/Sobe-Reo/Controsto). be contribuire ad allontanare L:umanità dal baratro verso il quale si sta dirigendo. Come? Credo che il nativo americano, in virtù della sua conoscenza complessa e millenaria della terra, del paesaggio, della natura, rappresenti per il resto del mondo l'esempio di come si possa esistere e sopravvivere nel mondo naturale. A me sembra che l'uomo occidentale abbia perso queste conoscenze e si sia volutamente ingannato, accontentandosi di credere che la terra non sia dotata di una vita propria, indipendente dalla sua. E che perciò egli è libero di distruggerla, di sfruttarla fino ali' esaurimento delle sue risorse. Penso che l'indiano valuti la terra in modo molto più coraggioso: e sappia insegnare agli altri qualcosa di molto utile per cercare di sopravvivere, sia noi che la terra. Non è forse già troppo tardi? Questa è la vera domanda! Personalmente credo di no; e il motivo è che mi è stata data occasione di osservare, ripetutamente, il potere rigenerativo della terra. Credo di sapere che in molte circostanze la terra è ancora così intrinsecamente potente da saper resistere anche ai più ottusi tentati vi dell'uomo di distruggerla. INCONTRI/MOMADAY Forse mi illudo, e mi pentirò amaramente di queste mie parole: ma sono ottimista e fiducioso sul futuro dell'uomo. Penso che esso disponga delle capacità per trasformarsi, perripensaree ridefinire la sua presenza nel mondo; e per salvarsi. Per quanto concerne gli Stati Uniti, pensa che si sia ormai entrati in una fase calda nei rapporti tra potere e minoranze (come starebbero ad indicare, di nuovo, i disordini-non solo di origine razziale - della primavera scorsa a Los Angeles)? Una fase di confronto, e non più di conciliazione. È possibile: è sicuramente possibile. Penso che il clima ricco clisperanza e che i progressi che sembravano essere stati compiuti, nel campo dei diritti civili, negli anni Sessanta, siano venuti a mancare. È un'epoca che si è chiusa, che abbiamo perso, che in un certo senso è malamente abortita. In America ci sono forti correnti sotterranee di odio razziale. La situazione è così fragile e aleatoria che ogni comunità etnidf può esplodere, da un momento all'altro, per un motivo qualsiasi. Effettivamente viviamo giorni pericolosi; e la società americana, per molti aspetti, è una torta piena di esplosivo. Negli ultimi anni lei ha scritto (o perlomeno, ha pubblicato) con minore impegno efrequenza, ma ha intensificato la propria attività di pittore. Quando e come è nata la sua passione per le arti .figurative? Mio padre era pittore, e da bambino mi piaceva osservarlo mentre dipingeva. Però non ho mostrato nessuna inclinazione per la pittura fino a un'età abbondantemente adulta. Scoprii le mie doti artistiche in Russia; durante un mio soggiorno in quella che fu l'Unione Sovietica, nel 1974, per motivi a me tuttora oscuri mi misi a disegnare, a prendere qualche appunto sotto forma di schizzo. E così, a poco a poco, mi sono messo a dipingere. Cosa dipinge? O meglio, cosa esprime e cosa cerca attraverso la pittura? Una certa espressione spontanea dello spirito, credo. Finora ho espresso il mio spirito attraverso la scrittura, ora cerco di farlo attraverso la pittura. In futuro vedrò di trovare altre forme d'espressione; come cucinare, forse ... Dipingere è un'attività particolarmente spontanea, per me; esige meno riflessione. Passo molto tempo a pensare a quello che scrivo, mentre posso avvicinarmi alla tela e cominciare ad esprimermi spontaneamente, senza apparente premeditazione. Il più delle volte non so quali risultati otterrò: ma l'esperienza è sempre affascinante e molto soddisfacente. Il pittore oscurerà il letterato, o il suo animo di poeta prevarrà sempre? Sì, sempre: la mia unica, grande aspirazione è quella di diventare un vero poeta! Questa intervista è stata realizzata con la collaborazione della Radio Televisione della Svizzera Italiana. 57
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