Linea d'ombra - anno XI - n. 83 - giugno 1993

SAGGI/SERENI Il "mondo chiuso" che si allarga smisuratamente non appena acquista coscienza di questa vicenda dell "'angelicata e nera luce", della luce che ha in sé il suo contrario ("in fondo io sono questione di luce"), vive in continua oscillazione tra una quotidianità di Elpènori, di "marittimi in disarmo" che non sanno di esserlo ("che vogliono costoro che si credono di trovarsi ad Atene, al Pireo ?") e la pietrificazione ("il capitano resta pietrificato, tutto bianco e oro", le statue, la tenue memoria del re d' Asìne divenuta roccia, un nome che copre un'esistenza come la maschera . funebre il morto che sta sotto). Ma non eccederei in una stretta contrapposizione tra un presente oscuro e avvilito e un perduto splendore più o meno mitico, che scadrebbe presto a formuletta ripetitiva. Tutto è in realtà compresente, si tratti della guerra di Troia o della lotta di liberazione per Cipro, delle guerre persiane o della presa di Creta nella seconda guerra mondiale. Lutti, sventure e resurrezioni sono inclusi e ricorrono nella grande struttura mobile a più commutatori che è la poesia di Seferis, regolata dalla "questione di luce" che abbiamo appena osservato e che non ammette un di qua e un di là, non un di sotto e un di sopra, non un Paradiso e un Inferno, ma contiguità laceranti e alternative compresenti: cioè un destino tutto terrestre che riesce a dilatarsi dal niente e dal minimo fino alle dimensioni del cosmico, lasciando l'impressione che nessuno spazio resti inesplorato e deserto nemmeno quando assume le proporzioni del desertico e dell'oceanico. E pensare con quanta avversione e fastidio avremmo allontanato da noi, per tutte le buone ragioni che sappiamo, un libro che ci avessero detto gremito di gorgoni, nereidi, argonauti, anadiomeni e simili se poi non ci avessimo trovato, semplicemente, la Grecia morta e viva strettamente allacciate e con essa un paesaggio e attraverso questo i lineamenti di una condizione umana. Mitici sì, ma di un mito restituito alla pienezza del sangue. È importante accertare che l'antichità classica non ha in queste pagine una posizione di ·privilegio, ma caso mai di sottofondo a tratti occultato, a tratti in prepotente emersione, rispetto alla Grecia di oggi. Questa, basta guardarla da semplici viaggiatori per capire l'assurdità del riportarla al modello della purezza attica. Sotto questo aspetto la poesia di Seferis si pone come una risposta articolata e variabile a un'unica, angosciosamente ripetuta domanda: che cosa è diventata, che ne è della Grecia? Superato da una parte il crepuscolo e il rimpianto (il vagheggiamento inane, l'idolatria) dall'altra l'estetismo (l'immobilità del mito), Seferis ha puntato decisamente alla linea del tragico, che in questo caso non può essere che una circolarità di temi ricorrenti, un perpetuo riproporsi di situazioni tipiche, sia che prendano le mosse dalle peripezie di Odisseo sia che grondino del sangue degli Atridi: tutto è già avvenuto e tutto nuovamente avviene e avverrà: la Grecia è dovunque e da nessuna parte, "la Grecia viaggia, viaggia sempre". Per questo Seferis è un lirico perpetuamente calamitato dall'epos. SCRITIORI PER UN SECOLO 151 fotoritrattie 104 fotografie di contestostoricoe biografico ., acuradiGoffredoF ti e GiovanniG ovannetti "Unlibroagile utilizzabile cheraccoglieritratti degliscrittori, deinarratori,poetiesaggistichesonostati, aparernostro, fondamentali d9'1trOlanostrasocietà. Ogniscelta èopinabile. Lanostrahaprivilegiato gliautoripiùcongeniali · algruppodiamicichehafattoefa"Linead'ombra"; oltre,naturalmente, i nomicheerasemplicemente impossibile noncifossero,quelliindiscutibili." (G.F.) Inlibreriaahre18.000-Distribuzione GIUNTI Lamostrafotograficadeglioriginali alla1 ° Mostramercato"LaLibreriadiUlisse" 9 - 13 giugno SpazioNordMilano,ViaPompeoMariani2Milano Uneod'ombra edizioni -MUano

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