ANTOLOGIA IL 11 TORDO'' Ghiorgos Seferis traduzione di Filippo Maria Pontani I Seme eftmero d'un dèmone penoso e d'una dura sorte, perché mai mi forzate a dire cose eh' è assai meglio per voi non conoscere? Sileno a Mida1 La casa vicino al mare Le case che avevo me l'hanno prese. Furono, per avventura, anni bisesti: guerre, devastazioni, esigli. Talora il cacciatore trova uccelli di passo talora non li trova: la caccia era buona ai miei tempi, i pallini ne fecero, di preda. Gli altri girano girano o diventano pazzi nei rifugi. Non mi parlare d'usignoli né d'allodole non mi parlare della piccola cutrettola che disegna figure nella luce con la coda. Non so molto di case: . so che hanno una loro razza, e basta. Nuove da prima, come i bambini che giocano con le frange del sole nei giardini, ricamano impannate colorate, e porte balenanti sul fondale del giorno; quando ha finito il costruttore, mutano, si raggrinzano, ridono, s'inquietano con chi è rimasto, con chi se n'è andato, con chi ritornerebbe se potesse o s'è perduto, ora che il mondo s'è fatto un grapde, sterminato albergo. Non so molto di case, mi ricordo talvolta, se mi fermo, la loro gioia, il loro dolore; II Elpènore, il sensuale Ieri lo vidi fermarsi alla porta sotto la mia finestra: erano, forse, le sette: una donna era con lui. Aveva l'aspetto d'Elpènore, un po' prima che andasse a sfracellarsi, ma non era ubriaco. Parlava molto svelto, e lei guardava i grammofoni, assente: l'interrompeva per dire una frase poi si dava a guardare con ansia dove friggono il pesce: una gatta. Lui sussurrava, con una cicca spenta fra le labbra: - "Ascolta ancora. Alla luna si piegano le statue talora come canne tra vivi frutti - le statue: e la fiamma diventa un oleandro fresco, la fiamma che brucia l'uomo, intendo". - "È la luce ... le ombre della notte ..." - "La notte, forse, che s'è aperta, melagrana celeste, grembo scuro colmandoti di stelle spezzando il tempo. Ma le statue si piegano talora scindendo il desiderio in due come una pèsca; e la fiamma diviene bacio sulle membra, singhiozzo, poi foglia fredda alla balia del vento; si piegano, diventano leggere, con un peso umano. Non lo si può scordare". e ancora, ancora talvolta presso il mare, entro camere nude con un letto di ferro, senza nulla di mio, guardando il ragno vespertino penso - "Stanno nel museo, le statue". che qualcuno s'appresta a venire: lo vestono d'abiti bianchi e neri e ornamenti policromi e gli parlano intorno a bassa voce signore venerande con capelli grigi e merletti scuri; che s'appresta a venire a salutarmi; o che una donna dal cinto profondo e dai mobili occhi ritornando da porti del Sud, Smirne Rodi Alessandria Siracusa, da città chiuse come calde imposte, con aromi di frutti d'oro ed erbe, sale per gli scalini senza vedere chi s'è addormentato sotto la scala. Le conosci, le case: s'inquietano facilmente se tu le denudi. - "No, ti dànno la c:accia, non lo vedi ? con le membra spezzate, intendo, con l'aliena figura, sconosciuta, che tuttavia conosci. Come quando ami, alla fine della giovinezza, una donna rimasta bella. Mentre la tieni, nuda nel meriggio, terni la memoria che spunta nell'amplesso, terni che il bacio ti consegni ad altri letti avvolti nel passato ma da cui può levarsi un sortilegio sì facilmente, facilmente, e suscitare fantasmi nello specchio, corpi che furono, la loro voluttà. Come quando 59
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