SAGGI/SEFERIS r Note 1) La "polvere" in S. è simbolo frequente di estremo disfacimento e sfacelo, e riecheggiala catastrofe micrasiatica. Cfr. anche Giorni, III, p.29: "Generazione mandata al sacrificio. Generazione che vede la propria giovinezza appoggiata ad una guerra. Che attende ora un'altra guerra nella sua età adulta [...] Generazione che ereditò dalla prima guerra un'angoscia dapprima sconosciuta; la sensazione che ogni fondamento, sino al più profondo dell'anima e dello spirito, sia stato fagocitato, sia divenuto polvere". 2) Collina che s'innalza al centro di Atene, con in cima la chiesa di San Giorgio. 3) Reminiscenza eliotiana, cfr. La terra desolata, "li sermone del fuoco", vv. 220-221: "Nell'ora violetta, nell'ora della sera che contende/ il ritorno, e dal mare riconduce il navigante al porto" (trad. di R. Sanesi). 4) Il frequente motivo della "vertigine", dello "stordimento", deri vante dai canti demotici greci e dal poema cretese Erotòkritos del XVI sec., si manifesta in S. come "ostacolo a vivere". 5) Monte presso Atene. 6) In S. il "seno" equivale alla zona della psiche dove si ripercuotono le sensazioni e le emozioni. Inoltre, la Cariatide, figurativamente, sosteneva la sacra trabeazione della civiltà greca e della virtù, simboleggiando sia l'eros sia la fecondità. 7) Quartiere a nord di Atene. 8) Il "pensiero" in S. è il nemico del corpo: non è vivo il corpo che pensa, ma quello che ha un'anima, che si sente cioè come una creatura della natura. 9) Questa poesia è un capitolo importante nella mitopeia di S.: essa lamenta l'assenza in Grecia degli "angeli" (= le nostre anime), la cui incarnazione donerebbe al corpo la pienezza liberatrice, già insita nelle cose della natura. 10) Allusione al motivo del "moto immoto", spesso ricorrente in S., derivante dal Protovangelo di Giacomo, 18, in cui la vita si pietrifica in una immobilità metatemporale. 11) Cfr. Saggi, I, p. 256: "L'uomo libero, l'uomo giusto, l'uomo bilancia della vita- non esiste un'altra idea tanto greca alla base". 12) S. è viceconsole a Londra. 13) S. sostiene che "nonostante oggi ci siamo abituati a leggere con gli occhi, dobbiamo considerla [la poesia] innanzi tutto come poesia orale se vogliamo capirla" (Saggi, Il, p. 33). 14) Stratis Thalassinòs (Il Marinaio) è un personaggio ricorrente in S. È protagonista del romanzo Sei notti sull'Acropoli, di una raccolta poetica del 1931-1942, inserita in Quaderni d'esercizi, e di due poesie del voi. Diario di bordo, Il. 15) Cfr. "Stratis Thalassinòs descrive un uomo", in Quaderni d' esercizi : "Ma cos'ha quest'uomo?/ Tutto il pomeriggio (ieri l'altro ieri ed oggi) siede con lo sguardo fisso su una fiamma./ Mi urtò la sera mentre scendeva le scale/ mi disse:/ "Il corpo muore l'acqua s'intorbida l'anima/ esita/ e il vento oblìa sempre oblìa/ ma una fiamma non muta/ .../ tento di aggrapparmi ad una fiamma/ perché essa non muta" (Poesie, p. 114). 16) Allusione al vascello fantasma di Le avventure di Gordon Pym, X, di E.A. Poe. 17) L' "uomo intero" è per S. "colui che si concede nel modo più diretto, senza fermarsi a calcolare se capisce o no", il solo a cui si possa rivolgere la poesia con "ritmo parlato" (Saggi, I, p. 34). 18) Il colore, creazione del sole e della luce, va visto in rapporto alla natura di cui è un elemento. 19) La "fiamma" in quanto elemento vitale è in S. una creazione della natura, un simbolo di risurrrezione, dell'amore che è causa e fine della vita umana. Traspare anche una reminiscenza dantesca: Purgatorio, XXVI, v.148: "Poi s'ascose nel foco che li affina"; e una eliotiana: La terra desolata, "Il sermone del fuoco", passim. 58 .J 20) Cfr. n. 9. 21) L' "amore", secondo il monito sofocliano, conduce dalla morte alla vita, in un mondo di giustizia dove esso, identificando l'umanità con la natura- greca, equilibra ed armonizza ogni sua antitesi. Cfr. anche Eschilo, OC., v. 1615 sgg.: "C'è una parola sola/ che tutti quanti scioglie questi affanni,/ è l'amore". 22) Léon-Paul Fargue (1876-1947), poeta e scrittore francese, precursore del realismo. 23) In S. il "sangue" non ha solo una connotazione negativa, ma è anche "quel liquido rosso" che da solo ci permette di ricevere "la verità", "la saggezza", "la tradizione": "Se cerchi il miracolo, bisogna che tu semini il sangue ai quattro venti/ perché il miracolo non è in nessun posto: circola nelle vene dell'uomo" (Poesie, p. 182, vv. 36-37). L'anima, quando è privata dal corpo, cerca di bere questo "sangue vivificatore" nella ricerca della catarsi, la cui vetta è l'amore e il senso di pace. È inoltre indicativo che nell'Odissea, XI, i morti per parlare abbiano bisogno di bere il sangue. 24) Il "fiume" indica lo scorrere del tempo e assume una funzione non diversa dal "sangue". 25) Allusione al verso dantesco "miglior fabbro del parlar materno" (Purgatorio, XXVI, v. 115) con cui poi T.S. EliotchiameràE. Pound, e alla cui base c'è il convincimento comune che la poesia, come l'arte del fabbro, debba essere "arte dimessa", "l'umile lavoro di un artigiano". 26) Personaggio dell'Amleto shakespeariano, atto V, scena 19. 27) È la geometria della sofferenza: "Guardano tutti che farai/ e tu guardi la folla che ti guarda:/ descrivono gli sguardi un cerchio stretto/ che non si può spezzare./ Se qualcuno nasce si farà più largo il cerchio/ se qualcuno muore si farà più stretto il cerchio/ ma tanto poco ma per tanto poco./ E gli altri quattro sensi seguono la stessa geometria./ Se amassimo si spezzerebbe il cerchio" (Poesie, p. 28, vv. 4-12). 28) L'amore per S. implica un "dolce-amaro" secondo l'ossimoro saffico. 29) Il motivo del "seme" - legato al tema della risurrezione (quando cioè l'uomo si apre per essere se stesso) - è attinto dalle Scritture (cfr. Giovanni, XII, 24; Matteo, XII, 4-8). 30) Cfr. n. 9 e n. 27. 31) Cfr. Poesie, p. 89, vv. 21-22: "L'amaro di-vedere naufragati i compagni fra gli elementi, dispersi: ad uno ad uno./ E come stranamente ti fai forte a parlare con i morti, quando i vivi superstiti non bastano"; ib., pp. 196-197, v. 2 sgg.: "Come parlare ai morti?/ .../ non viaggiano e tacciono/ .../ Non mi bastano i vivi:/ primo, perché non parlano, poi,/ perché debbo interrogare i morti/ se voglio andare avanti/ .../La prima cosa che Dio fece è l'amore/ poi viene il sangue/ e la sete del sangue/ che il seme del corpo come un sale/ pungola" (trad. di F.M. Pontani). 32) Per S. l"'albero" è tra le più perfette creature del mondo: studiandoli, si può sentire il loro battito, poiché affondano le loro radici nella vita organica del sottosuolo. 33) Cfr. Giorni, V, p. 42: "C'è un dramma di sangue che si recita l'estate, tra la luce e il mare, qui, attorno a noi [...] molto più profondo, molto più organico (corpo ed anima) che forse comincia a vedere chi, dietro la trama grigia e dorata dell'estate attica, percepisce l'esistenza di un nero spaventoso: che tutti siamo strumenti di questo nero". 34) La "gorgone", simbolo molto caro a S. - la troviamo anche su ogni copertina delle sue opere: è il suo simbolo tipografico - , è legata alla mitologia dell'acqua: entrambe sono elementi di rinascita e morte, anche della tradizione greca. Il mito racconta che essa si ergeva davanti alla prua delle navi chiedendo ai marinai se Alessandro Magno (=il glorioso passato greco) vivesse. Se essi rispondevano "Vive", il mare diventava sereno e conduceva i marinai felicemente in porto. Ma ad una risposta negativa, capovolgeva la nave; le sue lacrime, poi, creavano una terribile tempesta. 35) Pirandello è uno scrittore particolarmente amato da S., e Mattia Pascal diviene protagonista anche di alcune poesie di S. 36) È il quartiere storico di Atene.
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