SAGGI/SIFIRIS avevo lasciate da tempo alle mie spalle. Da quegli anni passati avevo acquisito la consapevolezza che mi era impossibile vivere intero - direi per motivi antropologici - in luoghi stranieri; che il mio destino era altrove. Ho tolto la vita a molte cose seguendo il mio· destino. Qui mi sono sforzato di conoscere il luogo: per apprendere la lingua. Ho ascoltato la migliore musica d'Europa, mi sono recato in musei rinomati: i libri si leggono ovunque. Eppure mi sono mancati gli esseri umani: la freschezza e il puntiglìo della comunicazione umana[ ...] La cerchia del mio lavoro non mi offre certo un ambiente spirituale, e l'indiscrezione non è il mio forte. D'altronde i migliori fabbri25 qui vengono considerati pazzi o scandalosi e coloro che si interessano a questi, "high-brow" - termine intraducibile ed esorcistico. Mi è capitato di scandalizzare un benpensante parlando (tanto per dire qualcosa) di Byron! Come proferire parola di Lawrence o di Joyce che hanno scritto libri proibiti. La grande città: questo è pur qualcosa; apprendere una lingua: anche questo è pur qualcosa; e mangiare senza sentirti in obbligo verso qualcuno: certamente qualcosa è anche questo. Ecco qui il mio bilancio. Qualche mese fa mi si è presentato un nostro marinaio: non aveva più di vent'anni; sembrava al suo primo viaggio. Ero innalzato al trono, nel mio ufficio, con severità d'amministratore. Quando sbrigò le sue faccende e fece per andarsene, mi disse, facendo suonare alcune monetine da dieci: "Prendi anche tu uno scellino, e vatti a bere ·un caffè". Mi dovetti sforzare molto per trattenermi. La freschezza di questo ragazzo cambiò il ritmo di tutta la mia giornata: mi ero imbattuto nel migliore incontro che avevo fatto nell'intero arco dell'anno. Mi è piaciuto. In fondo resto sempre un paesano. Giovedì, 29 luglio 1932 Treno diretto a Dover (per Parigi). Le sterminate stazioni silenti di Londra: cliniche. Cielo basso: gli alberi si fondono nel dileguarsi fuggiasco del treno. Con nitidezza si staglia un cimitero: due persone disserrano un fossato: tetro parallelogrammo entro l'erba verde. Povero Yorick26! - Fugace geometria27 • Domenica, 7 agosto 1932 La calda notte di un anno fa come oggi: le luci stanche di Atene. Persone che amammo; persone da cui ci separammo; persone che ci stanno aspettando: che ingranaggio! L'amore partorisce l'amarezza; l'amarezza partorisce l'amore, e via di seguito, sino alla plenitudine dei secoli28 • Domenica, 29 gennaio 1933 ... Ma certo che sento solitudine, una tragica solitudine, ma questo è qualcosa che porto dentro di me, qualcosa di multiforme che anche nel più grande condominio e nel più rumoroso tumulto non cesserà di abitarmi. Nessuno nasce con le proprie ferite. Se talora grido perfino a persone molto mie, è anche perché è da solo che grido, perché il male diventa talvolta insostenibile. Esistono però due cose che mi salvano: la prima è la creazione, la seconda, una donna vicino; e ciò forse perché mi sono tragicamente separato nella mia vita, mentre l'applicazione della mente brucia56 ...... va e inaridiva ogni altra tenerezza, transitoria, libera, dentro di me. Questo è tutto. Non ho avuto fortuna con le persone che ho amato, eppure erano davvero straordinarie, ma sono stato obbligato a lasciarle lontano, sia integralmente sia fino ad un certo punto [...] Che cosa sto a scriverti tali tristezze? Non si tratta di amare o non amare la solitudine, di riconciliarmi con il luogo in cui vivo. E la mia solitudine la amo, e il luogo lo trovo grazioso. Ciò che però mi tormenta in modo inimmaginabile è che sono giunto al punto oltre cui non si può andare. E questo punto non varcabile è per me di un'immediata intelligibilità: mi impietrisco, non riesco a esprimermi né con il pensiero né con l'azione. Volteggio fino a stordirmi in qualunque modo. Non sai quanto insostenibile sia questa sensazione quando ti afferra alla gola. Così non può durare: finirà che mi schianterò; e la cosa peggiore è che la logica non ha nulla a che vedere con ciò: si fa e si disfa da sola. Con ciò che ti scrivo mi prende il disgusto di me stesso. Se questo stato di cose andrà avanti, tenterò di fuggire via. Accada quel che accada. Non c'è ragione di giungere allo squilibrio..Mi dirai, Atene è forse meglio? Se non è meglio, fuggirò via anche da Atene. Sono giunto a una svolta troppo rischiosa[ ...] Cado sempre o mi sollevo intero. Se c'è qualcosa che mi tormenta, il mio organismo intero vacilla, sprofonda, si smarrisce. Ancora nei miei momenti migliori tutto funziona normalmente, e la vita è mia. Non credere che tutto questo avvenga perché mi manca una donna: forse è anche questo, forse è anche perché sono giunto a una crisi spirituale, forse sono tutte e due le cose, forse sono altre che non so. La cosa certa resta il fatto che questa situazione mi si presenta con l'aspetto di un mondo del tutto desolato. Sono tornato da Stratis Thalassinòs e ho cercato di pensarci seriamente, perché ciò che è avvenuto sino adesso sono soltanto sogni, le sparse tracce di una fisionomia. Vedo la linea, il resto è un ronzìo: non parla. Certo, se il mio io razionale sentisse l'io che sta adesso scrivendo, gli direbbe: "Amico mio, nulla si vede da prima; vedi e avanzi sul lavoro". Lo so, ma mi sono fermato come se fosse giunta a termine la mia vita ... 3febbraio 1933 Silenziosi amplessi, come seme nella terra29 • Questo fremito che si muove da un corpo, ondeggia lentamente in cerchi che si allargano e mette in movimento il mondo intero30 • Il mio destino, eretto da tanti morti taciturni e tanto vivi31 , è un giovane leoncino biondo che mostra le proprie zanne bianche, e dove appoggia le zampe lascia un segno insanguinato a forma di trifoglio. 21febbraio 1933 L'amore nella maggiore luce della terra, senza l'ombra di nessun albero sensuale32 • Il cielo è luce e l'orizzonte è libero - nient'altro. È difficile che un essere umano giunga a questo punto. È opera d'umiltà. Ho conosciuto quanto cercavo da anni. Lo sforzo che resta ne vale lo sforzo. Giovedì, 23 febbraio 1933 · Mezzanotte. Di pomeriggio, nelle prime ore, nevicava con
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==