Matta.L'avvicinò con le sue proposte "aspetta che ti faccio io un bel vestito, ragazza". I suoi occhi si illuminarono; gioiosa posò lo sguardo su un tessuto a fiori, che il maestro dalle nere sopracciglia le tenne addosso, tastandole le spalle. Aspirò il profumo dei suoi capelli, li infilò uno ad uno per la cruna di un ago e cucì per lei, dal tessuto a fiori, un vestito scollato dall'ampia gonna. Quando Goniil la Matta l'indossò, fu presa da vertigini, e si sedette sulle ginocchia del tagliatore dalle nere sopracciglia. Ma le ginocchia non ressero l'agitazione di Goniil la Matta che fu passata alle ginocchia di un altro maestro. Da un ginocchio ali' altro, Goniil la Matta se ne andò lontano da Montefiore. Per due anni non la si vide sulla collina dei rifiuti. Dopo due anni riapparve accompagnandosi ad un vecchio. Lo trascinò come fosse un cestino di lavoro da una baracca ali' altra, presentandolo come "il marito della Zia Semsi". In breve tempo una valanga di parenti, amici, conoscenti del marito della Zia Semsi invase l'intero quartiere. Il numero delle persone che venivano a chiedere dove abitasse Goniil la Matta aumentò a tal punto che gli abitanti del quartiere smisero di chiedere se per caso erano maestri di scuola. Come si rivelò il vero motivo di tutto quel trambusto, i baraccati, che avevano ritenuto maestri di scuola tutti quei signori ben vestiti che giravano per le vie del loro quartiere, manifestarono con l'espressione indurita del volto tutto il loro disappunto. Ma tale atteggiamento ostile feèe infuriare Goniil la Matta, che sfidò tutti quelli che si ritenevano più onesti di lei a farsi avanti. Quando Goniil la Matta affrontò gli uomini di Montefiore, che per tre volte di seguito avevano estratto i coltelli contro clienti che bussavano alla sua porta, si guadagnò il titolo ufficiale di prima prostituta della baraccopoli. Gridando alla gente "Ognuno per sé e Dio per tutti", accolse gli sconosciuti tra pugni e liti. Il marito della Zia Semsi non ne poté più dei litigi, smise di trascinarsi accanto a Goniil la Matta. Quindi chiuse gli occhi e spense l'anima. Appena il suo sostegno s'involò ad altra vita, Montefiore prese possesso della sua prima prostituta, con la quale, in cambio di un grappolo d'uva o di un tòcco di formaggio, gli uomini baraccati andarono a letto. C'era chi registrava un conto a credito. Goniil la Matta litigò con chi non pagava, attaccò le loro mogli, prese a sassate le loro baracche. Pianse di rabbia. Solo al cinema i suoi occhi offuscati dal furore ritrovavano la loro pacata lucentezza. Quando il cuore le si stringeva in petto, infilava le sue ciabatte di plastica per correre al cinema. batti ciabatta batti ciabatta Mentre l'uccellino in ciabatte volava tra le baracche, il desiderio di Montefiore si era talmente gonfiato da raggiungere il cielo sopra la montagna dei rifiuti. Ogni nuovo giorno vide più donne che correvano al cinema. Inondarono di lacrime la strada di ritorno, finché scoprirono che gli attori sullo schermo, in realtà, non erano morti. E quando le lacrime si asciugarono, si videro donne che non volevano più saperne di fazzoletti per coprire la testa, e ragazze che giravano a braccia e gambe scoperte come le attrici. Infuocate dal desiderio dopo le riunioni notturne in casa di Tirindaz Fidan, le donne si aggrapparono alle mani e ai piedi dei mariti, implorando l'amore. Tremanti come foglie, persero i sensi con le pupille rivolte, e furono sconvolte dalle lacrime per mancanza d'amore. Ma gli uomini, che passavano la loro vita giocando d'azzardo nei caffè, le fecero tornare in sé con una buona dose di legnate. Copyright Latife Tekin, 1984 INCONTRI/GuRSEL SCRlffURA E LONTANANZA Incontro con Nedim Gursel a cura di Fabio Gambaro Lo scrittore turco Nedim Giirsel è nato nel 1951 in una piccola città dell' Anatolia. Dopo aver compiuto gli studi liceali a Istanbul, nel 1970, si è recato in Francia, dove ha frequentato l'università, laureandosi in letteratura comparata con Etiamble. A causa delle vicende politiche della Turchia, che hanno visto i militari prendere il potere, il soggiorno di studio si è presto trasformato in esilio: i suoi libri sono stati messi al bando e per molto tempo lo scrittore non è potuto rientrare in patria. Parigi allora è diventata la sua città di residenza, dove oggi insegna la letteratura turca all'università e cqntinua la sua attività di scrittore, alternando la composizione di romanzi e novelle con la produzione saggistica. Tra le sue opere più importanti vanno ricordate Una lunga estate a Istanbul (1976), La prima donna (1982, Feltrinelli 1989), / conigli del comandante (1985), L'ultimo tram (1988), Giornale di bordo (1990). Nedim Gursel, sono ormai più di vent'anni che lei ha lasciato la Turchia... Quella partenza fu spontanea, perché volevo venire a Parigi per studiare, ma subito si trasformò in un esilio forzato per via del colpo di stato del 1971. Infatti, sebbene ancora giovanissimo, avevo già cominciato a pubblicare saggi e racconti nelle riviste letterarie. E per un saggio su Gorlci, in cui parlavo anche di Lenin, ci fu un processo in cui il pubblico ministero chiese per me una pena di sette anni e mezzo. Così, il mio soggiorno di studio a Parigi si trasformò in esilio. Sono rientrato in Turchia solamente nel 1979 per insegnare all'università, ma nel 1980 c'è stato un altro colpo di stato, i miei libri sono stati di nuovo messi al bando e io sono dovuto ritornare a Parigi. Oggi per fortuna la situazione in Turchia si è evoluta in senso democratico: i miei libri non sono più sotto sequestro e io posso di nuovo rientrare nel mio paese senza problemi, cosa che faccio assai spesso, anche se per ora non penso di ritornarvi stabilmente. Ormai abito a Parigi, anche se continuo a considerarmi uno scrittore turco, visto che continuo a scrivere in turco. Perché Parigi e non un'altra città? Mio padre era professore di francese, e al liceo ho studiato il 45
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