STORIE/KEMAL Huru portava i bambini, uno per mano. La cieca li seguiva, con la mano alla vita di Huru. · L'alba si stava aprendo quando si mossero per andare nei campi. fra le tue braccia, mettilo nella culla vicino all'altro bambino ... L'hai fatto? Zitto, zitto, agnellino senza mamma. Zitto ..." Cominciò a dondolare la culla. "Madre," disse Ismail, "quando tornerà Mahmud? Ci manca ancora molto? ..." "Ninna-nanna-nanna-oh. Zitto, zitto. Aaah," disse la vecchia con improvvisa veemenza, "ah, povero figlio mio! Quando si tratta di tasse il governo non ne vuol sapere! Ninna-nanna-nannaoh. Zitto, zitto ... Sono vecchia, eppure una cosa simile non l'avevo mai sentita, neanche una volta. Zitto, agnellino senza mamma, zitto, zitto ... Sono le tasse per la strada, lsmail. Lui non le aveva pagate e non fecero che aumentare. Zitto, mio povero bambino, zitto, piccolo. Il governo dice: dammi i soldi e io ti lascio andare ... Zitto, amore mio, zitto. Dice: se non mi paga sono affari suoi, resterà a marcire in prigione finché vive. Zitto, piccolo mio abbandonato ... E non è una somma piccola, figlio mio, non si riesce a metterla insieme. Zitto, mio povero orfano, zitto. Huru lavora, ma cosa può fare una donna da sola? Zitto, bambino di Zala, zitto. Ci vuole tempo, avevo detto, 'andrò a buttarmi ai piedi del governo ...' Non si usa, mi hanno detto, sono i soldi che vogliono. Zitto, piccolo sfortunato, zitto. Ninna-nanna-nannaoh.'' La capanna era larga abbastanza per contenere due letti uno a fianco dell'altro. I muri erano grezzi. Il tetto d'erba era diventato così sottile che vi filtrava il sole. La stanza era tutta pulita, senza una macchia. La cieca sedeva presso la porta, col viso rivolto alla luce. Dondolava la culla lentamente e cantava ninne-nanne. "Ninna-nanna-nanna-oh. I bambini senza mamma piangono sempre come lui, senza smettere mai. Ninna-nanna. Oh, caro, mi sento strana anch'io. Sembra che debba arrivare il mio momento. Da quando Mahmud se n'è andato la febbre non mi ha lasciato mai, neanche un giorno. Ninna-nanna-oh. La febbre mi scuote tutta. Mi lascia senza forze, esausta. Zitto, amore mio, zitto. Zitto, fiore grazioso della montagna, non piangere, sssss. Ah, se il mio Mahmud fosse qui. Ninna-nanna-naa ... non avrei mai lasciato che il figlio di Zala si dovesse trascinare di porta in porta. Zitto, zitto, sssss." Smise di dondolare la culla. "Da che parte l'hai messo, lsmail? Qual è il bambino di Zala ?" Ismail le prese una mano e gliela pose sul bambino. La cieca passò la mano sul viso del bambino, leggermente, carezzevole. "Ahimè," disse, "ahimè, povero piccolo senza mamma. Tutto pelle e ossa è diventato. Huru ha finito di raccogliere il suo grano. Zitto, caro, zitto. Sta zappando il cotone, ora. Zitto, bello, zitto. Pelle e ossa. Zitto." Il sole si era già nascosto quando arrivò Huru. Capì la situazione immediatamente. La cieca si era seduta, mormorava e tremava. Tutte le sere le veniva la febbre a quel modo. lsmail si era seduto e faceva dondolare la culla leggermente. Huru sembrava non avesse più di vent'anni. Aveva il viso abbronzato, quasi nero. "lsmail, fratello," disse. "Cosa ti posso dire, ora? Il mio cuore si spezza, ma cosa ti posso dire? Lo vedi com'è, il seno mi si gonfia tutto il giorno, fino a sera, ma non posso allattare neanche il mio bambino. Mi tocca spremere il latte per terra. Cosa ti posso dire, Ismail, fratello? Se Mahmud fosse qui ...'' "Sorella," disse Ismail, "sorella Huru !Ti darò tutto quello che vuoi. Trebbierò per te appena avrò finito il mio lavoro. Sei la mia ultima speranza ..." "Madre," disse Huru, "cosa dici? Cosa devo dire ora? Cosa devo dire ..." "Figlfa mia," disse la vecchia, continuando a lamentarsi, "mia cara dagli occhi neri e dai capelli d'oro, non possiamo rimanere qui sedute e lasciarlo morire, il poverino. Non vedi, è già mezzo morto il bambino di Zala ... cosa devo dire? È il bambino di Zala. Cosa devo dire... è tutto quello che Zala aveva ..." lsmail si levò come se un peso mortale gli fosse stato tolto di dosso, e uscì. Huru portava i bambini, uno per mano. La cieca li seguiva, con la mano alla vita di Huru. L'alba si stava aprendo quando si mossero per andare nei campi. Huru fece un letto d'erba e ci mise i due bambini, uno vicino all'altro. Poi fece sedere la cieca vicino a loro. Il campo di cotone era di circa cinque acri. Nella mezza luce dell'alba era impossibile distinguere il cotone dalle altre piante. Appena cominciò a fare più chiaro Huru prese a zappare il cotone. Nel campo, o in qualche altro posto vicino, non c'era né un albero né un luogo ombroso qualsiasi. Per tutta la pianura non si védeva neanche un cespuglio. A ogni colpo di zappa si levava un profumo di terra fresca. Nuove traduzioni,testi originali a fronte,introduzioni biografiche e cntiche, prefazioni, note, commenti, glossari, bibliografie ragionate. La memoria della tradizione . nei . . . grand1·hbr1 Garzanti 39
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