STORIE/KEMAL Tutte le donne parlavano di Emine, la zoppa, e del bambino di Ismail. Nei campi, nelle strade, accompagnando gli animali al pascolo, filando ai telai, in qualsiasi posto ... Portaglielo, portalo a lei." La vecchia si alzò strofinandosi gli occhi. Prese il bambino dalla culla. Tutte le donne parlavano di Emine, la zoppa, e del bambino di Ismail. Nei campi, nelle strade, accompagnando gli animali al pascolo, filando ai telai, in qualsiasi posto due donne si trovassero insieme, non parlavano d'altro. Un gruppo di donne si era riunito vicino alla porta di Elif la Nera. Mentre parlavano facevano girare i fusi. "Eh, cara mia, questa la chiamo fortuna. Avete mai visto niente di simile? La morte di Zala è stato un affare per quella sporca di Emine." "Eh sì, perché se almeno badasse al bambino non sarebbe neanche un gran male. Ma il piccolo se ne sta n abbandonato a piangere, come un bambolotto qualsiasi. E lei siede come una signora e si rimpinza di ogni ben di Dio che Ismail le porta. Ha vuotato il mercato di tutto lo zucchero e il burro che c'era, quel pazzo, e le ha riempito la casa di tutto un po'. La casa della zoppa è diventata una bottega." "Eh sì, proprio una bottega ..." "La casa della zoppa ..." "E almeno si occupasse del bambino ..." "Io non ce la faccio a passare davanti alla sua porta. Piange e piange per tutto il giorno, il poverino ...Mi spezza il cuore. Proprio come un bambolotto, si lamenta ..." "Povero bambino innocente... Spezza il cuore!" "Dovreste vedere Ismail! In che stato!" "Mi si spezza il cuore!" "È tutto pallido, magro, pover'uomo." "Fa male al cuore vederlo!" "Quella zoppa gli porterà via tutto quello che ha, persino la camicia che porta addosso. E si ritroverà presto a fare il bracciante, a lavorare come un cane." "Come un cane!" "Quel bambino è proprio in cattive mani." "Morirà ..." "Sarebbe stato meglio lasciarlo sotto un albero che darlo a quella zoppa!" "E farlo portare via dalle aquile!" "Meglio buttarlo in un fiume ..." "Sotterrarlo vivo..." "Sì, mia cara ..." "Tutti i giorni Ismail con un sacco in spalla ..." "Perché la donna abbia da mangiare, dice, perché abbia più latte ..." "Siede vicino alla culla, con la testa piegata, e lo fissa. Come una statua. Non parla. Siede lì a guardarlo dal momento che arriva a quando è il momento di andarsene, come una statua..." "Siede ne lo fissa ..." "La sua carne e il suo sangue..." "Ha il cuore spezzato, pover'uomo." ·"n cuore spezzato ..." "Senza mamma ..." "Come può un bambino vivere senza la mamma?" "Povero Ismail, tutti quegli sforzi inutili!" "Il suo latte è avvelenato." · "Se vivesse il suo bambino vivrebbe anche quello di Ismail." "Anche lui vivrebbe ..." Dieci giorni dopo aver preso il bambino Emine mise il villaggio sottosopra con i suoi lamenti. "Ahhh, donne," strillava a chiunque la stesse a sentire, "non ho mai visto una cosa simile. Mi hanno messo addosso quel bambino. II latte non gli basta mai, è sempre affamato, ne vuole dell'altro. lo dissi che l'avrei allattato, ma ora è il mio bambino che ci scapita. Si è preso la diarrea. Gli viene fuori come acqua. Morirà, il mio Duran. Almeno vivesse questo, avevo detto. E ora morirà per colpa dell'altro. Glielo riporterò, che se lo tengano loro. Che se li tenga i suoi regali. Cosa potrebbe darmi? Sto uccidendo il mio bambino, e lui mi porta due chili di zucchero. Due chili di zucchero in dieci giorni! Sì, care mie, due chili di zucchero ..." "Riportalo a Jennet," dissero le donne che l'ascoltavano. "Riportalo." Dopo che Emine se ne fu andata trascinandosi dietro la gamba zoppa le donne si misero a parlare. "Il bambino non vivrebbe comunque!" "Che lo riporti!" "Piange tutto il giorno come un bambolotto abbandonaJo." "Che lo riporti!" r "Sì, tanto Emine lo ucciderebbe prima del tempo." "Che lo riporti!" NARRATORI GIUNTI r~lara . ~reni IL GIOCO DEI REGNI Passioni e idealidiquestosecolonel romanzodiunafamigliastraordinaria. GIUNTI 37
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