Linea d'ombra - anno XI - n. 82 - maggio 1993

TRE STORIE DA TRE LIBRI Frank Bidart a cura di Damiano D. Abeni "This is because we want to explain, not just describe the ways of things." Mario Bunge. Causa/itr and Modem Science. Ripercorso a ritroso il cammino dei padri della Nazione, il californiano Frank Bidart è approdato a Cambridge, Massachusetts, dopo gli studi alla University of California at Riverside, per completare la propria formazione a Harvard sotto la guida di Robert Lowell. Attualmente abita a Cambridge e insegna al Wellesley College ed alla Brandeis University. Nato nel 1939 e cresciuto a Bakersfield, nella provincia del1'ovest, con una precoce vocazione per la regia cinematografica (''andavo pazzo per il cinema") e per la poesia ("volevo essere poeta"), cominciò a dedicarsi completamente alla letteratura durante il periodo del college: ·•Mi resi conto che se davvero fossi stato un regista avrei dovuto già, in qualche modo, anche assai rozzo e rudimentale, aver fatto un film. Sentii che la necessità di dover convincere qualcuno a rischiare ingenti somme di denaro per poter praticare quest'arte mi avrebbe distrutto". Risalgono al 1965, quindi al periodo di studente a Harvard, le prime poesie sopravvissute all'opera di selezione del poeta, e pubblicate. Muovendosi tra referenti (Quattro quartetti, Ulysses, Life studies, Urlo, i Cantos) che ritiene abbiano raggiunto completezza e perfezione, per cui allo scrittore "nulla rimane da fare", si rende però conto che questi capolavori non descrivono, non spiegano la sua vita, che nella sua vita "NULLA è spiegato; NULLA è capito [...]; rimane Turro da spiegare, da ordinare; rimane Turro da fare...". Il materiale della sua poesia viene dunque dallo "scontro con i dilemmi, i problemi, le cose con cui il mondo mi ha portato a scontrarmi". La meditazione su questi materiali, la scarnificazione del pensiero in "pensiero necessario", hanno prodotto l'inconfondibile aspetto della pagina di Bidart. La sua prosodia, disposta come a sprazzi di nero sul bianco, marcata da una punteggiatura estremamente analitica ed originale (anche se, ad esempio, il fitto uso contiguo di coppie di segni di interpunzione era già presente in Lowell) e dall'uso pregnante del maiuscolo per intere parole o parti del discorso (ed anche qui, il suo primo uso del maiuscolo, il "MYSELF"di Herbert White, ha un preciso e dichiarato antecedente letterario, il "Mm" de La Giovane Parca di Valéry), vuole "raccogliere 'il mondo' sulla pagina (schegge di dialogo, spezzoni di scene, altre voci, 'fatti')". Soprattutto, vuole raccogliervi "la mente che agisce" su questo mondo, ordinandolo, resistendovi; la mente che si oppone a un mondo che rifiuta la conoscenza delle cause che lo sottendono, ed accetta quindi implicitamente l'impossibilità di qualsivoglia cambiamento. E lo fa senza cedimenti, con cruda ostinazione, senza nulla concedere al BELLO,costruendo anti-idillii che pur strutturati con connotazioni da "recitativo operistico" (H. Vendler) sono anche anti-musica. La maestria di Bidart nel produrre lunghi monologhi meditativi con t~cn_icheda montaggio cinematografico, che fanno esplodere il personaggio tn molteplici frammenti (non da iconoclasta, ma piuttosto da anatomo-patologo: perché l'insieme è meglio rappresentato e compreso nella sua scomposizione, per accumulazione di osservazioni parziali), lo ha 62 portato al "B.F. Conners Prize" della "Paris Review" nel 1981 per The war of Vaslav Nijinsky, che con Ellen West è il suo lavoro più conosciuto, e all'inclusione nelle principali antologie di poesia americana contemporanea. Tra i lavori qui raccolti Herbert White è il primo del primo libro di Bidart (Golden State, 1973), ed è quindi il lavoro con cui l'autore si è presentato al pubblico. "Ho voluto costruire un 'anti-sé' yeatsiano - qualcuno che fosse 'tutto ciò che io non ero', il cui modo di 'risolvere i problemi' fosse l'opposto di quello del figlio che compare più avanti nel libro. [...] Herbert White cede alla violenza che scaturisce dai drammi del suo passato [...], l'ho immaginato come una voce che esce da un girone infernale. Il fatto che sia un 'anti-sé' ha significato, pensai, solo se condivide qualcosa di fondamentale con me; così gli ho dato una storia familiare simile alla mia". Ellen West, che chiude la seconda raccolta di Bidart (The Book of the Body, 1977), ha come fonte il libro di Ludwig Binswanger Il caso Ellen West; The Sacri.fice è tratta invece dall'omonimo terzo libro di Bidart (1983). I tre volumi sono presentati nell'ordine, inverso rispetto a quello di pubblicazione, in cui sono raccolti - insieme al lungo poema inedito The First Hour of the Night, e a un'intervista del 1983 da cui sono tratte le citazioni di questa scheda - nel volume In the WesternNight- Collected Poems /965-1990 (Farrar, Straus and Giroux, New York 1990) sul quale sono state condotte queste versioni che sono "as faithful as I am able or dare or can bear to be" (Robert Lowell). Il sacrificio Quando Giuda scriverà la storia della SOLITUDINE, - ... che sia l'agiografo della signorina Mary Kenwood; lei che, senza aiuto alcuno, s' avvolse il capo in una busta di plastica, poi si rinchiuse nel frigorifero. * - Sei mesi prima, dopo trent'anni come maestra di piano, aveva visto la madre morire adagio di cancro alla gola. L'aveva vista volere la morte ... Ciò che un tempo aveva dato a Mary vita alla fine la rifiutava. Cosciente, la madre urlava che la si aiutasse a morire. - Si sentiva COLPEVOLE ... Sapeva che tutti gli uomini in situazioni simili si sentono innocenti-; inermi-; eppure colpevoli. * Cristo conosceva il segreto. Il tradimento è necessario; quanto la maledizione per il traditore.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==