Linea d'ombra - anno XI - n. 82 - maggio 1993

INCONTRI/FARAH "doppi", eppure in Close Sesame la rete dei "doppi" è molto più sofisticata, più complessa, meno ovvia. Inoltre, come lei ha detto prima, c'è una mescolanza più suggestiva fra prosa, che racconta eventi, e sogni e brani lirici. Sì, sì. Ed è anche, credo, perché il vecchio soffre di asma, e perché succede molto raramente che si incontri un personaggio paragonabile a Deerye in letteratura ... almeno così mj è stato detto. Forse èanche il suo più grande personaggio maschile, e quello più complesso. Ha più spazio nel libro.... Sì, può darsi, anche se molti lettori ritengono che Maps è più complicato. Io penso che ciascun libro abbia il suo varco di luce e di aria. Si è detto di lei che è uno scrittore che sa capire le donne e che ha creato molti memorabili personaggi femminjli. Forse prima di Close Sesame c'erano stati pochi personaggi maschili davvero memorabili. Non ci avevo pensato ... Tuttavia, in A Naked Needle il protagonista è un uomo, in effetti è considerato una specie di misogino ... E anche il mio romanzo più recente, Secrets, ha un personaggio maschile come sua coscienza centrale. Quel che faccio è scrivere un romanzo in cui la coscienza centrale è maschile, seguito da uno con una coscienza centrale femminile, seguito da un altro con una coscienza centrale maschile, e poi da uno in cui la coscienza centrale è multi-generica, in cui la questione del genere è del tutto ambigua. Nel mio ultimo romanzo, Secrets, c'è un personaggio femminile che, pur non essendo il persona~gio principale, costituisce in effetti !'"impeto" del romanzo. E come se nei miei romanzi le donne determinassero il ritmo con cui la vita è vissuta; che siano presenti o che siano assenti, sembrano determinare come debbano operare gli uomini o come essi debbano guardarle e considerarle. Tutte queste cose sono molto importanti per me come romanziere interessato a una situazione di totale eguaglianza fra i sessi, una situazione di totale democrazia e tolleranza. E poiché la realtà in cui ci troviamo a vivere sembra alquanto deludente, io creo condizioni nell'immaginazione in cui le donne regnano assolute.L'attuale guerra civile somala mi ha anche dato ragione, perché è ora chjarissimo quanto siano state importanti le donne nella vita somala. In realtà la maggior parte delle famiglie sopravvissute alla storia tremenda e alla tragedia della Somalia lo hanno fatto grazie alle loro donne. Nella mia esperienza personale, i miei fratelli sembrano aver ceduto sotto il peso della guerra civile, mentre le mie sorelle sembrano essere "fiorite" e sono ora più forti, come se avessero trovato ispirazione nell'agonia e nella tirannia della guerra civile, come se fossero sempre state in attesa di un certo momento, un'opportunità di esprimersi, di mostrare il loro valore. d Tornando ora all'inizio della nostra conversazione: mi ha etto che sta lavorando a un libro che non è un romanzo, e che tratta delle esperienze dei profughi somali in Europa: è così? Ebbene, non si tratta di narrativa romanzesca, ma neanche di P.';[e ~ semplici interviste. Apparirà come lungo saggio di n esSione sulla condizione dei profughi, nel tentativo di delineare un ritratto psicologico del profugo. Ne ho scritto solo un terzo. Riguarderà i giorni nostri? Sì, i giorru nostri, ma con digressioni nella storia· somala e nelle cause della situazione attuale; vi sarà una sorta di studio dell'emigrante somalo ... perché abbiamo sempre avuto emigranti somali. Se ne trovavano, in Europa, ad Anversa o Liverpool o Cardiff, come marinai: la Somalia ha una delle coste più lunghe dell'Africa ... È uno studio delle condizioni tragiche, e delle conseguenze, della guerra civile. Si è trattato, in effetti, di una scelta di ripiego, in quanto originariamente intendevo scrivere un romanzo sulla guerra civile. Ho quindi abbandonato il mio filone principale e ho cominciato a scrivere dei profughi ed è verissimo che mi sono dovuto mettere a imparare un diverso stile di scrittura ... Già: nella sua narrativa, la poesia è un elemento così importante, anche se non scritta in versi. .. Non trovafrustrante o limitativo scrivere articoli per riviste o, adesso, scrivere questo libro? In realtà, no. In effetti, quando non trovo modo di esprimere tutto quello che voglio, mi rifugio in una metafora o in una allegoria o nel riferire un qualche mito. Non ho abbandonato la visione per così dire "poetica" delle cose, o la scrittura poetica. Semmai, il mio libro sui profughi è, in alcune parti, ancor più poetico che la mia narrativa, e forse allora non dovrei chiamarlo un'opera "documentaristica" ... Riprendendo un'altra mia domanza iniziale: sottoscriverebbe dunque l'opinione cheper descrivere la "realtà" si deve ricorrere all'immaginazione, altrimenti la "realtà" viene descritta solo parzialmente? Non direi "si deve". Credo che scrittori diversi hanno risorse diverse a loro disposizone. Id'mj sono spesso lasciato andare all'immaginazione a causa delle mie particolari esigenze, dato che sono stato in esilio e ho dovuto quindi creare una realtà alternativa, diversamente da altri scrittori che sono sempre vissuti nello stesso ambiente. Non saprei dire se il mio approccio è "più sano" o "migliore" ... tutto quello che posso dire è che finora questo metodo mi è stato utile, ma dubito che possa essere altrettanto utile per scrittori sopravvissuti all'interno delle difficili condizioni in cui dovevano operare ... Ora sembra che per me le cose non vadano così male come un tempo, come, ad esempio, quando venni a vivere in Italia, circa 14 anni fa. Si direbbe che adesso ho più amici in Italia, e allora probabilmente è un bene dover superare la "prova del tempo", e oggi ci si può chiedere se avevo sufficienti motivatzioni per diventare uno scrittore e se lo sono diventato. Devo anche aggiungere che allora molte persone furono particolarmente gentili con me. Ora, dopo 14 anni, ho più o meno perso l'uso della lingua italiana: sono ritornato a questa realtà con una certa aria di nostalgia ma anche con la stessa sensazione che prova un adolescente che dice: "Grazie a Dio non ho più due anni, quando mi spuntavano i denti e dovevo affrontarne i dolori. I denti adesso li ho: sono felice di avere un futuro diverso a cui pensare".

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