Confrodimosfrazione della SED il 26 giugno 1953 nella Stalinallee Ida 17 )uni 1953, Edifion DeufschlanclArchivi riassunto da A. Schonherr, che per l'affermazione di questo programma ha avuto un ruolo rilevante, in questi termini: Bonhoeffer "è stato presente allorché si trattava di orientarsi in un ambiente inconsueto qual era la società socialista della DDR". Vi è stato veramente presente? La questione decisiva verteva infatti già allora sulla legittimità o meno dell'identificazione dei topoi di Bonhoeffer con la realtàdelloStato,dellasocietàedella WeltanschauungdellaDDR. Era mai possibile, partendo da Bonhoeffer, arrivare all'ipotesi che il "socialismo reale" fosse il "mondo divenuto adulto", che l'ateismo militante costituisse l' "assenza di Dio colma di speranza" e l'edificazione del socialismo !'"azione del giusto"? Conosco molte persone per le quali Resistenza e resa è diventato di grande importanza per la loro vita nella DDR e che nondimeno si sono ritrovate in quelle lettere in tutt'altre situazioni, nelle quali si passava veramente dalla parte di chi soffre. Il problema di fondo verteva in ogni caso sulla questione se fosse lecito proiettare i concetti di Bonhoeffer sullo Stato autoritario e la sua Weltanschauung per poter diventare, a questo modo, una vera Chiesa di Gesù Cristo all'interno di questa società. Citerò in breve, qui di seguito, le proiezioni salienti che sostenevano l'intero progetto, come pure le conseguenze che ne derivarono per la comprensione della Chiesa: a) Lo Stato socialista, con la sua pretesa totalitaria di dominare ogni aspetto della vita sociale, era interpretato come liberazione della Chiesa dalle proprie rivendicazioni autoritarie e dai propri privilegi sociali. La sua radicale soluzione della questione del potere aiuta la Chiesa "a lasciar regnare solo il suo Signore ILCONTESTO rinunciando a ogni forma di governo proprio". Alla Chiesa non compete in fondo neppure la tanto discussa "funzione di guardiano" nei confronti dello Stato. b) Il materialismo storico e dialettico deve essere interpretato quale "dichiarazione militante, da parte del mondo, della propria maggiore età e di conseguenza proprio quale 'assenza di Dio colma di speranza"'. Esso è colmo di speranza in quanto poggia sulla prospettiva della costruzione di una società equa. All' edificazione di questa società quale "forma di una più onesta convivenza" i cristiani possono, anzi devono, partecipare in senso responsabile, qualora considerino seriamente il fatto che Cristo con la sua morte sulla croce ha dato via libera alla costruzione di un mondo simile. c) La Chiesa non è un "luogo di ritiro" dalla società bensì "Chiesa per gli altri". Essa vive con gli altri, leggi: con gli uomini privi di religione che lavorano alla costruzione del socialismo, in un rapporto di "solidarietà". In questo senso, la Chiesa per gli altri "non è unaChiesa afianco, non unaChiesa contro, bensì una Chiesa nel socialismo". d) In questa società la Chiesa non deve avere alcun timore per se stessa, ove si concentri sul fatto che Gesù Cristo, in quanto crocefisso, è e rimane Signore di tutto il mondo. Risulta qui assai evidente che la formula "Chiesa nel socialismo" era qualcosa di più di una formale determinazione di luogo. Non è veritiera quando, al giorno d'oggi, viene spacciata per tale al fine di liberarsi di domande critiche. Proprio sulla base di quelle categorie di Bonhoeffer, il termine "socialismo" di questa formu13
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