IL CONTESTO te le leggi che avrebbero dovuto accelerare i processi e le domande di riconoscimento si è creato così un intasamento di domande che hanno reso ancora più acuto il problema dell'accoglienza dei profughi. Si è instaurato un circolo vizioso che però non si è voluto spezzare ma si è alimentato continuamente per:potere sostenere che il paese è di fronte ad un problema irrisolvibile. Bisogna ricordare per esempio che negli ultimi 5 anni sono state emanate 3 leggi con lo scopo di accelerare la procedura giuridica e le normative di riconoscimento, leggi che a quanto sembra non sono servite a niente. Dalla presentazione della domanda al riconoscimento definitivo d'asilo politico passano in media cinque, sei anni. La lentezza della macchina burocratica viene a sua volta vista come una conseguenza del massiccio numero di profughi e del1'abuso del diritto d'asilo e non tanto come una precisa volontà di stallo politico-amministrativo. - Un mancato accordo di natura finanziaria tra il governo di Bonn, gli Stati Federali e i comuni, che in effetti devono sostenere le spese per il vitto e l'alloggio dei profughi, ha esasperato la pazienza e la solidarietà dei cittadini. A questo punto si deve anche menzionare il massiccio numero di Aussiedler, di cittadini di origine tedesca che si sono definitivamente stabiliti in Germania dopo la caduta del blocco comunista. Dalla Polonia, dall'Unione Sovietica, dalla ex DDR e dagli altri Paesi dell'Est si sono trasferiti permanentemente in Germania dal 1989 circa 2 milioni di persone. - Molto grave anche la decisione di ripartire i profughi in chiave proporzionale anche tra i nuovi Stati Federali senza tenere conto delle carenti strutture d'accoglienza e dell'alto grado di conflittualità sociale presente nei nuovi Lander. - Un altro grave errore commesso a mio avviso è stato quello di non avere riconosciuto ai profughi della ex Jugoslavia il diritto di permanenza limitato, ma di avere incanalato anche costoro nel già intasato gruppo dei profughi politici. Dal 1989 i profughi iugoslavi rappresentano, con circa il 30%, il gruppo più numeroso di tutti gli Asylanten. Alcuni osservatori politici vedono nel compromesso tra governo e opposizione un primo passo verso una futura grande coalizione, come già da un anno quatta quatta si è instaurata nel BadenWiirttemberg. Senz'altro anche ragioni elettorali tattiche hanno spinto i Socialdemocratici ad avvicinarsi alle posizioni governative, ma forse non c'è da meravigliarsi se si pensa che anche i Verdi, notoriamente più a sinistra della SPD, hanno accettato in alcuni Lander un tetto massimo di accoglienza profughi. Quando il Consiglio parlamentare nel 1947 decise di ancorare nella Costituzione l'art. 16 lo fece con la consapevolezza che molti suoi membri avevano potuto scampare alla ferocia nazista solo perché altri paesi avevano concesso loro asilo politico. Per esempio un certo Herbert Ernst Karl Frahm scampò nel 1933 alle persecuzioni naziste e visse fino al 1945 in Norvegia dove trovò rifugio. Senza il suo apporto umano e politico oggi la Germania sarebbe senz'altro un paese più povero. Nel 1947 riprese la cittadinanza tedesca e mantenne però il suo nome d'arte: Willy Brandt. Chiesa e socialismo, una storia istruttiva Bonhoeffer 11 teologo della DDR1 ' Wolf Krotke traduzione di Anna Martini Lichtner Il pensiero di Dietrich Bonhoeffer ( 1906-1945), pastore protestante e oppositore del nazismo, ha avuto un ruolo importante nel dibattito culturale e politico nella ex Repubblica democratica tedesca anche al di là dell'ambito strettamente teologico. L'intervento di Wolf Krotke, attualmente decano della facoltà teologica della Humboldt-Universitiit (ex Berlino-Est), analizza luci e ombre di questa ricezione. "Linea d'ombra" ha già pubblicato nel n. 49 un saggio di H.E. Todt sulla vita e l'opera di Bonhoeffer e, nel n. 64, alcune pagine di Resistenza e resa. 1. Dietrich Bonhoeffer: il "combattente della Resistenza" e i livelli della ricezione di Bontioeffer nella DDR Ciò che contraddistingue una dittatura è il fatto che la sua ingerenza in ogni aspetto della vita sociale non permette praticamente nessuna forma di libero e incontrastato sviluppo. Poiché essa mette il naso ovunque e l'ombra del potere accompagna e pregiudica perfino l'aspirazione più libertaria, essa crea condizioni che in ben minima misura possono essere considerate assolutamente "normali". Anche per questa ragione si rivela così arduo, a un osservatore esterno e a uno sguardo retrospettivo, comprendere quanto è veramente accaduto in quel paese. Ove si prescinda dalle condizioni in cui veniva esercitato il potere in uno stato qual era la DDR e si consideri per co.sìdire il nudo retaggio della realtà, uno sguardo libero coglierà sempre, in questa stessa realtà, un che di falso, incongruo, inafferrabile. Anche per questo motivo la comi O prensione fra la gente dell'Est e dell'Ovestrisultaoggi in gran parte così faticosa e difficile. Quel che fa ridere gli uni fa piangere gli altri, e viceversa. E il fatto che si rida o si pianga, si giudichi o si condanni sempre a sproposito provoca offese o addirittura mortificazioni ben lungi dal favorire un'intesa. Mi posso quindi immaginare uomini, cristiani e teologi per i quali il nostro tema "Dietrich Bonhoeffer teologo della DDR" abbia precisarp.ente quel carattere offensivo e umiliante. La sua stessa formulazione, infatti, sembra insinuare a priori che un richiamo a Bonhoeffer da parte della DDR non aveva alcuna ragion d'essere; la ragion d'essere, cioè, di un'appropriazione libera, inequivocabile, che conservi a tutt'oggi una prospettiva futura. In quanto "teologo della DDR", la sua stessa persona, ovvero quanto di lui fu a suo tempo recepito, dovrebbe infatti vivere e cadere insieme a quel sistema. Ma giacché la DDR è caduta anziché sopravvivere, verrebbe contemporaneamente annullato anche quanto egli ha rappresentato per molte persone di quel paese; anzi, il tentativo di ri'vendicare Bonhoeffer per il cammino della Chiesa e, di conseguenza, per la teologia all' interno della DDR desterebbe quanto meno il sospetto di una latente disonestà. Una definizione quale "Bonhoeffer teologo della DDR" suona infatti come se quell'uomo fosse stato asservito al potere dellaDDR e la sua teologia fosse fin troppo palesemente strumentalizzata al fine di imbrigliarvi anche la Chiesa.
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