Linea d'ombra - anno XI - n. 82 - maggio 1993

In realtà il diritto d'asilo garantito dalla Costituzione è stato notevolmente ristretto nel corso dell'ultimo decennio e precisamente nell'era Kohl. Il recente compromesso tra governo e opposizione ha ulteriormente ristretto la garanzia del diritto d'asilo come hanno fatto notare le associazioni profughi e Amnesty International. Esiste in effetti un enorme divario tra la garanzia costituzionale e la realtà politica. Bastano alcuni esempi per evidenziare questa discrepanza: ~ Dal 1983 la tortura non è più una ragione sufficiente per richiedere asilo politico. La Corte del Baden-Wiirttemberg ha per esempio respinto la domanda d'asilo politico di un cittadino turco nel 1989 con la motivazione "che in Turchia la prassi della tortura non viene usata solo contro i perseguitati politici". - Dal 1985 esiste l'obbligo del visto per molti paesi (ci si immagini la tragica situazione di un profugo politico che sotto gli occhi dei suoi persecutori si presenti al consolato tedesco del luogo per richiedere il visto). - I provenienti da un paese che si trova in guerra civile non vengono riconosciuti come rifugiati politici per la mancanza di uno stato giuridico degli stessi. - Da diversi anni la quota di riconoscimento di asilo politico è molto bassa, cioè del 4,5%. Nell'ultimo accordo tra governo e opposizione oltre a diverse restrizioni di natura giuridica e amministrativa è stata introdotta la molto discutibile clausola del "terzo paese". Se un profugo romeno per esempio si presenta alla frontiera polacco-tedesca, non ha diritto di chiedere asilo politico in Germania poiché, essendo la Polonia considerata un paese sicuro, la "presunta persecuzione" del profugo viene a cadere. Per Berlino. Foto di Egidio Paoni (agenzia Controsto) IL CONTESTO assurdo quindi solo i profughi provenienti con l'aereo avrebbero in futuro la possibilità di venire riconosciuti profughi politici. Non a caso Amnesty Intemational ha parlato di "profughi di lusso". Con questa regolamentazione la Germania ha dunque da una parte richiamato i paesi confinanti alle loro responsabilità e dall'altra ha per così dire innalzato una nuova cortina di ferro. Proprio questa legge ha aumentato in numero considerevole i perseguitati che cercano di passare la frontiera illegalmente. Ancora più grave è a mio avviso la lista elaborata dal Ministero degli Interni dei cosiddetti "paesi sicuri". Si viène così a creare una situazione dove i membri di molte minoranze etniche o religiose perseguitate e di gruppi politici d'opposizione non hanno praticamente nessuna possibilità di venire riconosciuti perseguitati politici se il loro paese è considerato un "paese sicuro". Quindi paesi come la Turchia, il Togo, la Liberia, l'India, la Nigeria, il Pakistan, e tanti altri dove secondo l'ultimo libro bianco di Amnesty Intemational gravissime violazioni dei diritti umani sono ali' ordine del giorno, vengono catalogati come paesi sicuri e democratici. Dejure non è stata toccata la Costituzione, de facto però con gli emendamenti di legge e una nuova procedura giuridica si è resa molto fragile la garanzia del diritto d'asilo contenuta nell'art.16. Dopo anni di "garantismo" spietato la SPD ha rivisto di colpo le proprie posizioni riguardo al problema e si è quindi addossata delle responsabilità che secondo me erano unicamente frutto di negligenze dei partiti governativi. A questo proposito vorrei menzionare: - L'estrema lentezza della macchina burocratica. Nonostan9

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