STORIE/CALAMANDRII Altro che superamento della divisione del lavoro e scomparsa dei ruoli! Le gerarchie dell'immaginario non si erano imposte, ognuno occupava press'a poco il posto che gli era stato predestinato. Antonio era arrivato da poco, comecorrispondente di un'agenzia di stampa, e lo avevano assistito nei primi passi nella città, loro ormai esperti dei ristoranti, dei posti dove ascoltare musica, della ricerca di case, molto più facile che a Roma. Anche lui era riemerso dal passato, ma più lontano; erano stati insieme nell'età dell'oro del "movimento", nella fase gioiosa dell'occupazione dell'università e delle nottate a Piazza Navona, delle prime "comuni", delle invasioni dei cinema di periferia a vedere Totò ... Poi lui non era entrato in nessun gruppo, si era messo a lavorare, lo si vedeva solo di tanto in tanto, a Campo de' fiori o a qualche manifestazione. Chissà se Mario lo avrebbe rivisto volentieri - si domandava Luisa. Nelle gerarchie già implicite nel movimento e nelle sue spontanee aggregazioni, Antonio non era piazzato molto in alto, era uno spontaneista autentico, mentre Mario si sentiva uomo da Politburò e lo faceva pesare. Nelle loro proiezioni mitomanofiabesche, quando giocavano alla grande politica, lui era di volta in volta Trotskij al comando dell'Armata Rossa, Zhou De nella Lunga Marcia, De Gaulle alla testa della resistenza francese, mentre la squallida circonvallazione di periferia del loro quartiere si tramutava nella Prospetti vaNevskij e cercavano la loroCorazzata Potemkin nel cantiere della Magliana dove andavano a "fare intervento" tra gli edili. Ma le gerarchie dell'immaginario non si erano imposte, e ognuno era andato ad occupare press'a poco il posto che gli era predestinato. Altro che superamento della divisione del lavoro ,e scomparsa dei ruoli! A quanto ne sapevano, Mario faceva ora l'elettricista al Comune, un posto "garantito" finalmente, rispetto ai lavori precari di prima nell'edilizia. Altri, di "origine proletaria" come lui, si erano dati da fare per prendere un diploma e trovare un lavoro più tranquillo e qualificato. Ma lui li aveva sempre guardati dall'alto inbasso, traditori, transfughi della classe operaia. Quando doveva scrivere i volantini, chiedeva poi a qualcuno di inserirvi la punteggiatura come se fosse una cosa del tutto superflua: se non c'era nessuno ad aiutarlo metteva le virgole a posteriori, tutte insieme, distribuendole secondo un disegno fantasioso. Ma lo considerava un problema secondario: tanto Mon Général avrebbe dettato. Sua madre, che lo adorava, chiedeva agli amici di parlargli, di consigliarlo a seguire una scuola serale ... quel figlio mandato in fabbrica ancora ragazzino, quando le famiglie operaie non potevano permettersi oltre l'avviamento. Ma nessuno si azzardava a infastidirlo. Anche la patente diceva di non aver bisogno di prenderla: in caso di necessità era sicuro di cavarsela al volante. E poi Mon Général aveva l'autista. Il campanello suonò: Mon Général era arrivato. Si abbracciarono, confondendo nell'abbraccio commosso le occhiate a spiare il mutamento reciproco, nascondendo nell'emozione lo sgomento ai segni incisi dal tempo sulle loro facce. - Ammazza che casa che vi siete fatti: un palazzo! - Basta rinuncia' al Palazzo d'Inverno ... - replicò Gianni, ritrovando il riflesso della battuta ... Si erano parlati per anni a battute, condensandovi i sentimenti e i pensieri, travestendo le emozioni di ironia ... - E che giovanotto s'è fatto! - esclamò Mario scorgendo Andrea, che scendeva dalla sua stanza incuriosito dall'ospite. - Te ricordi de zio Mario, de quanno te portavo a cavaceci! Agli occhi diffidenti di Andrea, davvero poteva apparire uno zio in visita. Sì, era invecchiato - si disse Luisa-, i lineamenti come dispersi in un gonfiore malsano, un colorito giallognolo, gli occhi infossati ed appannati. Ora che ci pensava, l'aveva saputo, incontrando una volta la madre al mercato: aveva avuto un'epatite, lunga, con ricadute. Non si era ancora ripreso bene. - Ti trovo bene- gli disse invece, rassicurante come al solito, e cominciarono a scambiarsi notizie sulle loro vite. Seppero che ora girava tutta la provincia, in macchina, per controllare gli impianti elettrici delle industrie. - Allora hai preso la patente, finalmente! - Certo, me la sono comprata, in una di quelle agenzie che te la danno senza neanche bisogno dell'esame: tanto ve l'avevo detto che sapevo guidare, se c'era bisogno. Che ci vuole... Gli fecero visitare il "palazzo", fieri di esibire ancora una volta quel loro guscio di solidità, quasi a giustificare in qualche modo lo squallore stabilizzato della loro vita, in contrasto con le avventure sognate. Nel rituale della visita le esclamazioni di sorpresa degli ospiti si susseguivano, di piano in piano, fino al culmine della sala da biliardo. Ma lui capì al volo, quando a quel punto pronunciarono la frase autoironica di rito, "Come la casa di Snoopy ...", e replicò puntuale: -E dove avete messo il Van Gogh?-, mentre di solito il loro "Manca solo il Van Gogh" cadeva nel vuoto. Fu l'intesa ritrovata. Rinunciarono ad andare fuori a cena - Mario disse che era stanco del viaggio - per farsi una grande insalatiera di spaghetti aglio e olio, e rimasero a tavola a lungo, con le bottiglie del vino che si moltiplicavano, a scambiarsi i "ti ricordi" ..., facendo rimbalzare a triangolo le frasi, in un affiatamento a tre che avevano goduto a lungo in passato e che per magia sembrava ricreato. L'incanto fu spezzato dall'annuncio che sarebbe ripartito l'indomani mattina. Stavano già vagheggiando progetti per il fine settimana, magari andare ad Amsterdam insieme ... Invece no, aveva un appuntamento che non poteva rinviare ... La mattina dopo l'accompagnarono alla stazione, ma non volle che andassero fino al treno, non c'era bisogno, aveva solo una ventiquattrore, e poi i saluti fanno tristezza ... Nel pomeriggio, mentre erano in ufficio, un'esplosione rimbombò nel centro della città: una macchina imbottita di tritolo davanti alle linee aeree israeliane. Estremisti arabi? Neonazisti? RAF? Action directe? Un gruppo locale collegato? Le ipotesi e le sigle di rivendicazione si accavallavano e Antonio telefonò a Gianni per annullare l'appuntamento per un concerto jazz, bloccato ancora una volta in agenzia. Quando rientrarono a casa, Andrea disse che qualcuno aveva telefonato, cercando di Mario. -Ma chi era? da Roma? - No, un tizio che parlava francese. - Francese? ma non è possibile, ma se Mario non sa una parola di francese ... - Che ne sai, potrebbe averlo imparato, nel frattempo ... - Ma figurati, Mario mettersi a imparare il francese, lui che si crede di essere Mon Général ·e di ritirarsi in pensione a Colombey les deux Eglises. - Allora sarà qualcuno che conosce qui. - Ma se non conosce nessuno, a parte noi. 75
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