Linea d'ombra - anno XI - n. 80 - marzo 1993

* * * I Veglio nell'intervallo fra luce e tenebra. Oppure dormo? Una striscia di assenza che non corrisponde all'esistenza che misura il dare e l'avere cui assisto. II In te leggo le note della morte nel rovescio delle parole semplici pane e sale e appunto morte. III La gioia non si converte sì il dolore nel segno dell'origine e nel nome. * * * I Tu siedi sui gradini e attendi che la chiesa si apra per entrare nel buio della salvezza tra gli arredi Foto di Giovanni Giovannetti (Effigie). 68 POESIE Michele Ranchetti della fede imminente: fuori la luce è ostile alla tua luce se vedi la nuova figura ti trema il cuore, di nuovo ti muove la breve fede nel vivente per te. * * * I Dove sei? per un attimo e scompari a te e a me, volgi lo sguardo contro di te, neghi il tuo vedermi, ti isoli da te, ti distruggi su te, oltre la forma di libere figure ti contrai ti assolvi infine dal!' esistere. II Ti riduci ad un punto di luce? e d'ombra subito sopraggiunta. Un vento ti muove come foglia che resiste a più alta violenza che è la tua. III Non è possibile vederti: tra te e te ti muovi come spettro diffidente della luce dell'essere, del corpo, tu trattieni il tuo essere sulla soglia dell'essere. IV Il tuo vivo è diverso ora da te la tua mano non ti riconosce ma un'altra mano ti percuote e ti presta la tua violenza assente. V Sei fragile, più dura della pietra cinta di pure assenze se ti muovi ossessa da quel vuoto che in te ti distrae verso il fine della tua assenza. * * * I Il tempo si interrompe. Non per la fine ma fra sé e il futuro ora si pone una diversa distanza: termine è il rinvio che si sa ad un tempo non più vivibile da chi vive il presente. II Il tempo è fermo anche se scorre per un fine diverso e tu ora sei testimone di parte, la tua, che corrisponde al tempo del tuo vivere. III (...) ed è uno strano conoscere quello che sopravviene, segnato da un confine oltre il quale si getta un oscuro universo per altri. IV Di qua dal termine nello spazio del tempo che ora è certo devi trovare il senso, il corpo V e per la prima volta e per sempre la tua misura non supera il confine non rinvia ad un'altra misura che non sia la tua fine.

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