Linea d'ombra - anno XI - n. 80 - marzo 1993

STORIE/ JOHNSON pava in un 'ulteriore torva omelia sugli effetti nefasti di qualunque genere di rapporto interrazziale. Ora non aveva più alcun posto dove poter restare. Ora era annullato. "Mingo ... vieni un po' qua." Era calmissimo. "Siore?" L'allampanato africano saltò giù dal calesse, quasi innocente, quasi diabolico. Fuori dall'ambiente della fattoria di Moses il ragazzo appariva curiosamente primordiale: la sua pelle aveva una consistenza vegetale, i suoi occhi di pietra avevano la stessa strana, lucida qualità di quelli di un ragno: erano assolutamente indecifrabili. "Vecchia gallina parla - parla ora morta, capo." La faccia del vecchio si squassò: "Stavo per sposarmela, quella donna!". "Bah!" Mingo si aggrottò. Da quella smorfia fiorì un largo ghigno. "Sei tu che dici - ti sto citando esattamente ora, siore - che un uomo ha bisogno di una donna silenziosa, modesta, tollerante, vero?" Moses gracidò: "Quando l'ho detto?". "lero" sbadigliò Mingo. Sembrava assonnato. "Anda casa ora, capo?" "Non ancora." Moses Green si sforzò di erigersi in tutta la sua altezza ma non ci riuscì. "Sdraiati per terra con la faccia all'ingiù. Mi senti? E tienti le mani sulla testa finché non tomo io." Mingo si appiattì prono contro i primi scalini, Moses risalì ali' interno, trovò lo schioppo che Harriet teneva da parte nella credenza per quegli schiavi che avessero giurato di voler morire da uomini liberi, lo caricò e tornò molto lentamente sui suoi passi fino al cortile. Fuori l'aria sembrava più sottile. A schiena curva, respirando dal labbro superiore, Moses piantò la fredda canna nella collottola di Mingo affondandola in una specie di incavo carnoso tra le larghe spalle dell'africano. Armò il cane con il pollice, le molle del grilletto cigolarono. Dal profondo della gola, come se la voce gli uscisse direttamente dallo stomaco, Moses parlò al nero capoccione del ragazzo schiacciato al suolo. "Tu non potrai mai capire il perché io devo farlo. Un osso di traverso nella strozza: questo tu sarai sempre per me, anche se non è che è stata proprio tutta colpa tua. Mingo, tu sei me più di quanto io sono me. Un me scavato all'osso. Capisci?" Tossì e proseguì penosamente. "Tutto lo sbagliato, tutto il giusto che fai, ora o domani, sono io che lo faccio, indirettamente e senza però tutte quelle bugie e quelle scuse, senza pensare per quale motivo, tagliando via tutte le belle maniere e le finte. È un gesto vuoto come lo scatto del braccio di un'ombra. Tu non potrai mai vedere le cose come le vedo io. Sono io il responsabile. Io che ho messo in moto 'sta trappola. Io ..." Lontano nell'oscurità tentacolare, un uccello selvatico, forse un falco notturno, lanciò il suo strido. Si levò rumorosamente in volo con ali pesanti, poi si dileguò ali' avvicinarsi di un rombo di zoccoli e di ruote. Con gli occhi socchiusi a fessura Moses sibilò asciutto: "Tirati su, maledetto imbecille." Moses lasciò crollare le spalle cadenti. Mingo lasciò crollare le spalle possenti. "Prendi i cavalli" disse Moses; si trascinò fino al calesse e si sedette con le ginocchia accanto al ragazzo che serrò le sue. La voce di Moses mutò: cominciò ad arrochirsi e stridere. Così fece anche quella di Mingo. "Se non ricordo male, - disse il vecchio, rivolto non a Mingo ma al fondo impolverato del calesse, - il Missouri dev'essere da quelle parti, laggiù ad Ovest.". Copyright Charles Johnson, 1977 Lebugie deiragazzi «ILDISPIACERE, lADELUSIONE, lA RABBAIRA,RIVARONO UNMOMENTO DOPAOVECRAPLIT'IONGANNO. ORA ECCOQMUAIU:NSOTUDIOSO CONSIDERATO FRIAMAGGIORI ESPERTI ALIVEMLLONDINAFLAETTODIMENZOGNA, INGANNATO DAPLROPRIO FIGLPIOE,DRIPIÙMENTRE STSACRIVENDO UNLIBRSOULLE BUGDIERIAGAZZI. .. » PAUELKMAN PauEl kman LEBUGIE DERI AGAZZI Frottolie,mbrogli, spacconate: perchiénostrfigli ricorrono allamenzogna? Presentaziodni e A.OliverFioerraris PaginVeIII,197 lire28.000 CeesNooteboom RITUALI pp.232-L. 24.000 Tre uomini e tre modidiversdi ireagire ali'"insensatezza"delvivereI.l romanzoche per primohadatofama internazionaleall'autorede Ii canto del 'essere edell'ap- ·;.-i1t"f.:;·iù'\ parire. ThorkildHansen ARABIAFELIX pp.400-L. 32.000 Perché l'Arabiasi chiamavaFelice? Nel '700 la prima spedizionescientificadelNordparte per il lontanoSud: setedi conoscenza o nostalgiadi un mitico paese che Jn1.fo1t.rj\ portail nomedella felicità? WillemElsschot FUOCOFATUO pp. 100· L. 16.000 Che fine ha fatto Maria van Dam? Unanottediawenture nel porto di Anversaconduce Laarmanse compagni sullestrade dell'eternofemmi- I! I nino e dei fuochi I~\ fatuicheguidanola nostravita. Knut 1--lamsuri KnutHamsun SOGNATORI SOGNATORI pp. 132-L. 18.000 Ineditoper l'Italia un raroHamsuna lietofine.Fantasioso, paradossale, imprevedibielesognatorecometuttii suoi personaggi, per unavoltaOve Rolandsen è anche il'[lt.llOKf·\ vincente. Via Palestro, 22 - 20121 Milano - Tel. (02) 781458 ,63

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