Linea d'ombra - anno XI - n. 80 - marzo 1993

INCONTRI/ JOHNSON diventare un vignettista, può essere anche pi~ difficile sopravvivere. Ti suggerisco di seguire quattro anni d'Università, sviluppando il tuo talento parallelamente ai tuoi studi universitari". Così andai dal consulente universitario della mia scuola, e gli dissi: "Ho cambiato idea. Non vado più alla scuola d'Arte. Ma ormai è tardi per le altre Università: cosa posso fare?". Mi rispose: "La Southern Illinois University accetta ancora studenti; prova ad iscriverti". Cosa che feci; mi accettarono, e decisi di laurearmi in giornalismo, che mi avrebbe offerto l'opportunità sia di scrivere che di pubblicare i miei disegni. Mi laureai in giornalismo, e disegnai una tonnellata di vignette per il giornalino dell'università e per il giornale cittadino, il "Southern Illinoian". La scrittura giornalistica mi ha insegnato cosa significhi scrivere per altri; e a non considerare la mia pagina sacra e inviolabile. Il giornalismo e i giornali furono, per molti scrittori di questo secolo, quello che i programmi di "creative writing", di scrittura creativa sono stati per centinaia di scrittori dal dopoguerra, in poi,..;Hemingway imparò a scrivere in un giornale. Anche a me fu di grandé aiuto lavorare in un giornale, e sviluppare pure la mia passione per il disegno e la caricatura. Il suoprimo libro, pubblicato nel 1970,fu proprio una raccolta di vignette. Il tema era uno solo: il razzismo! Non ero cosciente, né tantomeno ero mai stato esposto di persona a scontri e ostilità razziali. Però quando mi recai all'Università, nel 1966, il Movimento di Potere Nero stava cominciando ad affermarsi. Nel '68, poi, al momento della morte di Martin Luther King, il Black Power era ormai un movimento potente e influente. In quegli anni anch'io fui sedotto e ispirato dagli scrittori associati al Black Arts Movement (quali ad esempio: Le Roi Jones - ora Amiri Baraka -, Larry Neal e Malcolm X, il leader del Nazionalismo Nero). Non potevo non essere cosciente di questi movimenti e delle loro idee, che hanno influenzato il mio disegno e le mie caricature. In particolare, Amiri Baraka tenne una conferenza alla mia Università, che io seguii con grande attenzione. Fece tra l'altro un'affermazione che mi colpì molto, e che interpretai come un invito personale. Disse: "Gli artisti di colore devono mettere il loro talento al servizio della comunità nera". Quella sera tornai in camera, mi ci rinchiusi per una settimana, marinai tutte le lezioni, e disegnai furiosamente. Ogni caricatura aveva a che fare con la storia e la cultura afro-americana. Alla fine .della settimana avevo in pratica ultimato un libro, che intitolai Umorismo nero. Quel primo libro mi ha permesso di capire che c'era un sacco di lavoro nuovo da svolgere, quale vignettista al servizio dell'esperienza di colore. Ma né il disegno, né le vignette, né il giornalismo sono la sua vera passione, mi pare. All'Università mi imbattei nella filosofia, per un corso obbligatorio al quale dovetti iscrivermi. Il professore era un uomo straordinariamente brillante; il soggetto la filosofia dei pre-socratici, i pensatori che precedettero Socrate e Platone. Egli sapeva trasformare le loro idee in valori etici immediati per noi studenti; valori dei nostri tempi. Fu allora che decisi che la filosofia avrebbe costituito l'interesse prioritario della mia vita. Così studiai in pari 54 8-tHOMAS CMlLD PB'fCHOkOGIST Questo disegno e quelli nelle pagine seguenti sono di Chorles Johnson. tempo giornalismo e filosofia; dapprima mi laureai in giornalismo, e regalai subito la laurea ai miei genitori. "Ecco, questa è per voi", dissi. Sa, ero il primo membro della nostra famiglia a mettere piede in un'università, e i miei erano un po' preoccupati: mi cliiedevano: "Come ti guadagnerai da vivere?". Mi laureai in giornalismo per accontentarli. Poi tornai all'università, e mi laureai in filosofia; e quello lo feci per me! Mi ero anche reso conto, cominciando a scrivere seriamente, che avevo bisogno di conoscere la tradizione

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