Linea d'ombra - anno XI - n. 80 - marzo 1993

SAGGI/BERARDINELLI favore della forma-romanzo come alternativa al racconto (scelta pressoché definitiva, se si pensa che, dopo la pubblicazione di Menzogna e sortilegio, sono ben pochi i racconti: Donna Amalia, del '50, e Lo scialle andaluso, del '51). Nel Diario 1938, che è in prevalenza un diario di sogni, compaiono continuamente delle cattedrali, al punto che la stessa scrittrice si chiede perché mai, e da dove vengano, tutti questi sogni di cattedrali: "Fatto strano e misterioso, sognare così spesso delle cattedrali. Grandi cattedrali, e grandi piazze simili a quella di Pisa, con Chiese e Battisteri, ma grandi all'infinito, verdi di prato, e sopra vi sorgono Santa Maria del Fiore, San Giovanni e altre chiese fiorentine, ali' infinito. Nel sogno architettura e musica si confondono. E una strana città, Roma o Venezia? Si sale per gradinate strette ma solenni, di pietra, a ricami barocchi di portici, a saloni sontuosi, a piazzette e cortili, in una specie di Alhambra. Qua e là costruzioni dure, cupe, una specie di Rupe Tarpea. Cattedrali, Campidogli e Chiese". (Roma, 22 aprile 1938). E, poco più avanti, questa stessa pagina di diario sl conclude così: "Ora ho la radio, ogni sera sento delle musiche, forse per questo sogno cattedrali". Alla data "25 gennaio 1938" leggiamo: "Da dove vengono i personaggi dei sogni? Intendo dire non quelli che, più o meno vagamente e fedelmente, raffigurano i personaggi della nostra vita diurna, ma gli altri, gli ignoti. E alcuni (ad es. quella suora della cattedrale) hanno un carattere ben delineato, umano. Sono vere e proprie creazioni artistiche". E il 14marzo: "Non so perché i personaggi e le espressioni del sogno mi si imprimono nella mente con più forza di quelli della realtà". Ma il brano più chiaro nell'identificazione fra l'immagine della cattedrale e la costruzione romanzesca, è quello del 23 gennaio: "Che miracolo il sogno! Ora capisco da dove è nata la grande e ombrosa cattedrale del mio. Ieri sera discorrendo dell'arte nel romanzo e nell'intreccio con V. ricordo di avere di sfuggita paragonato la costruzione del racconto a un'architettura, a una cattedrale, le scene isolate alle vetrate. Da questa parola fuggitiva è nata quell'immensa cattedrale sognata. Basta una parola, uno sguardo della giornata per spingere verso gli indicibili cammini, gli avventurosi viaggi del sogno. È come un filo esile, che si compone in un fiabesco ricamo. Che il segreto dell'arte sia qui? Ricordare come l'opera si è ElsaMarante durante la lavorazione del film di Pasolini li Vangelo secondo Matteo !Archivio Raffaele Venturini). ♦

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