Foto di LollaGolderer e Vito Scifo do Stranieria Milano (Mozzotto 1985). IL CONTESTO la pratica nazionale statuale di "dissi mi I azione", secondo I' esempio asintotico della purificazione della razza tedesca o ariana. In l'arabo-islamismo. L'identificarsi come Magrebini non è solo il Francia, Jean Giraudoux sollecitava nel 1939 un "ministero della rifiuto di sottomissione al nazionalismo di Stato, ma, sottratto razza", mentre la Spagna cattolica franchista celebrava "la giorall' assegnazione di un'identità araba e ancor più musulmana, e nata della razza". Una letteratura ridondante ispirata alla psicoloquindi segno di distacco dalle norme comuni attraverso l' osten- gia collettiva, scrive indifferentemente come si parla al bar: razze tazione di una nuova identità, diventa anche l'invenzione di una o culture latine, razze o culture slave, ecc ... riproducono stereotipi cultura in diaspora. L'esibizione emblematica che può superare la etnici. Dopo la seconda guerra mondiale, nelle scienze sociali il realtà delle pratiche e dei comportamenti, combatte innanzitutto termine razza è squalificato; finisce col prevalere la nozione di la stigmatizzazione e l'esclusione, ma conferma anche l' apparte- cultura fino a creare una differenziazione culturale assoluta che nenza a una società, senza dover riconoscere un'identità naziona- rimanda ad una specificità culturale e quindi ad una essenza che le che sfoggia la propria nobiltà d'origine, la propria superiorità diventa sostanza, riproducente una differenza equivalente alla culturale, perfino la propria superiorità europea bianca legata alla differenza di natura. Più che una concessione, è un mettersi storia coloniale. nell'incapacità di rispondere al razzismo differenziante, secondo È a questo secondo livello del pluralismo culturale e al la formula di Pierre-André Taguieff. significato transnazionale di diaspora che compare la messa in Si verifica ora uno slittamento se non una sovrapposizione tra causa dell'identità originaria. Siamo al momento della separazio- l'identità di origine nazionale e l'identità europea, tramite l' afferne della nazionalità dalla cittadinanza, al momento della dissocia- marsi di una diversità insormontabile "di cultura e di origine" per zione dell'alleanza esplicita o implicita tra razza e cultura, popò- le popolazioni che non sarebbero di "origine" europea e che si lo, o particolarismo comunitario, e irrefragabile e intoccabile trovano dunque ad esseré straniere per definizione e per natura. specificità dell'identità. ' La legittimità e il credo sono sempre posti nell'origine, che segna • l'appartenenza alla civiltà europea e, attraverso questa, il diritto 2. Dalle culture dell'identità originaria alle culture genera- sociale e politico, che l'origine della discendenza sia giudaicozionali cristiana o greca o occidentale, in opposizione all'Islam. Questa Le storie nazionali costituitesi nel diciannovesimo secolo frontiera culturale non separa forse l'Europa dal Terzo Mondo, invocavano una origine culturale/civilizzatrice; le culture nazio- anche per coloro che nascono, vivono, lavorano e muoiono in nali e comunitarie'si inscrivevano in una derivazione di lingua e Europa: che il Terzo Mondo sia ad Est? civilizzazione: latina, indo-europea, nordica in opposisizione a Questaconcezionegenealogicadellaculturapartecertamente semitica, slava, caucasica, asiatica ... Nel ventesimo secolo, sotto d<!una realtà sociale: la trasmissione culturale si effettua attraverla spinta dello scientismo, il dibattito culmina nell'esaltazione so l'educazione familiare e l'acquisizione e la pratica dei segni di confusa della razza e della cultura nazionale, e inoltre giustifica appartenenza alla comunità, ma questo terreno sociologico viene 9
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