INCONTRI/ AMIS Non c'è scampo da nessuna parte a causa della realtà che abbiamo ereditato e tollerato. Tutti indossano l'uniforme. Com'è cominciato tutto quanto? al passato, verso un universo fisico indietro nel tempo. Ancora una volta quindi, devi riesaminare i più piccoli gesti con pochi pregiudizi. Analogamente, il fatto che Money fosse narrato da un ubriaco che continuava a dimenticare quello che aveva fatto, è un altro modo per dire: ricominciamo da capo. Penso che uno scrittore cerchi di fare questo in ogni suo libro. Ogni scrittore dice: diamoci un'altra occhiata. Io forse lo faccio in maniera più sistematica della maggior parte degli altri, ma scrivere è questo, non è vero? Riguardare continuamente ciò che si è scritto cercando di notare qualcosa di nuovo. Molti romanzieri si aprono la strada al romanzo attraverso il racconto. Paradossalmente, tu sembri trovare più facile scrivere romanzi che racconti. Sì, e questo trova conferma, di nuovo, nel libro sull'olocausto. Proprio ali' inizio, ho pensato che sarebbe stato un racconto di otto pagine. Poi, in un periodo di esaltazione ho pensato: è una novella. Ma in effetti è diventato un romanzo breve. Tendo sicuramente ad aggiungere piuttosto che a togliere qualcosa. Ci sono scrittori che vengono lodati per quello che omettono, ma non ne ho mai capito il valore. In un certo senso comprendo quello che si vuole dire, ma o sei uno scrittore che tende a omettere, o sei uno scrittore che tende a includere quante più cose può. n mio interesse per le considerazioni formali, per un libro ben fatto, credo sia diminuito. Non mi interessa tanto, in parte perché è qualcosa di facile, tutti lo possono fare. Ciò che ti distingue come scrittore è un'altra cosa, è una specie di flusso che ha a che fare con la voce. Una volta che lo hai messo in moto, sta a te coltivarlo, non sopprimerlo e dire: "Aspetta un momento, questo paragrafo non dovrebbe essere necessariamente in questo libro". Non ci pensare. Ci sarà sempre un sacco di gente capace di scrivere quei libri convenzionali, ben strutturati e tutto il resto. Chiunque ci abbia provato sa che non è la cosa più difficile. La cosa più difficile è quella specie di flusso. Una raccolta di racconti che hai pubblicato, I mostri di Einstein, era preceduta da un saggio sulla guerra nucleare dominato da un senso di shock e di indignazione. Ma lasciavi anche intendere di aver trovato una giustificazione a qualcosa nel tuo lavoro. Sì, credo di avere probabilmente sbagliato a presupporre di aver trovato una spiegazione valida per tutto. Ma certamente ho scritto il libro animato da questo tipo d'indignazione: avevo sempre pensato che ci fosse qualcosa di caratteristico della mia epoca, qualcosa di immorale, e che questo mi riguardasse da vicino. Mi sentivo indignato per la mia infanzia, penso, e per tutto il terrore che avevo provato e che avevo represso; e quando ho avuto dei figli, mi sono sentito due volte indignato per il vergognoso stato delle cose, per l'umiliante stato delle cose, e questo spiega certi aspetti dei miei libri. Spiega il grande interesse nell'auto-distruzione che si manifesta sotto varie forme in tante mie opere. Sì, questo ha prodotto la rabbia e il senso di offesa del quale ho sofferto per tutta la vita. Quelli che sono nati dopo il 1945 non hanno mai conosciuto un tempo in cui questa situazione non esisteva, perciò è più difficile per loro considerarla intollerabile. Non puoi andartene in giro pensando a questo per tutto il tempo; a un certo punto diventi indifferente e questa non è una reazione sana. Non c'è scampo da nessuna parte, a causa di questa realtà che abbiamo ereditato e tollerato. Tutti indossano l'uniforme. Com'è cominciato tutto quanto? Qualcosa di quel senso di pressione è svanito, ora. Beh, 4 tonnellate di TNT per essere umano sono state ridotte a 3,8. No, certamente questo è un mondo nuovo, un mondo diverso ma in un certo senso è stato reso sicuro per le armi nucleari, perché non si è più a un punto morto. Come siamo stati tutti pronti a pensare in termini di guerra nucleare quando è cominciata la guerra del Golfo, e come pensavamo tutti, io stesso lo pensavo: se Saddam attacca Israele con le armi chimiche ci sarà probabilmente una risposta nucleare, ma sarà qualcosa cui si potrà sopravvivere; sarà maledettamente orribile, ma si sopravviverà perché il meccanismo è stato innescato, sicuramente, per il momento. Non è più la vecchia politica della Nato: combattere come pazzi per tre giorni e poi far saltare il mondo. Questo tipo di assurdità è stato superato. È possibile che essendo passato quel senso di pressione tu ti sia rivolto ad un altro tipo di atrocità, e quindi all'olocausto? No, non credo, anche se quando ho cominciato il libro, nel 1989, stava crollando il muro di Berlino. Ma non penso sia andata così. È accaduto molto più accidentalmente. Avevo l'idea di scrivere di una vita a ritroso nel tempo. Non mi era ancora chiaro di che tipo di vita si sarebbe trattato. Poi, un amico col quale giocavo a tennis a Cape Cod mi diede il suo ultimo libro, The Nazi Doctor, un libro importante, monumentale. Lo lessi e riconobbi con orrore che scrivere di una vita a ritroso nel tempo avrebbe avuto un senso se si fosse trattato della vita di un dottore nazista; è stato così che è cominciata, una futile coincidenza. Nella tua scrittura c'è una notevole dose d'ironia, e l'ironia è a volte difficile da esportare negli altri paesi. Hai avuto problemi all'inizio, in America? Ho avuto imiei alti e bassi inAmerica. Anche se non ha venduto tantissimo, Money è stato l'eccezione e la cosa mi ha molto sorpreso. L'America deve avere un senso limitato de]l'ironia perché comprende genti tanto diverse. Come ho scritto in Money, in America avere un senso dello humour pienamente attivo ti farebbe singhiozzare dalle risate continuamente - ti renderebbe del tutto incapace. Ma quel libro è stato accolto con favore molto più di quanto non sia accaduto qui, come è stato con Territori londinesi. Perché pensi sia andata così? Non lo so, ma penso che gli americani non siano infastiditi dai grossi libri che farfugliano e strepitano e sono pieni di energia. Sono queste mie parole che fanno cadere le braccia a mio padre. Quando sente che un romanzo è pieno di energia si dispera. Penso che lui possa rappresentare un certo gusto britannico in questo, ma gli americani, come si sa, sono divoratori di energia. Hai affermato che gli americani non smettono mai di scriv_ere Usa per catturare lo stato d'animo, i miti e la realtà dell'America. Mi chiedo, tuttavia, se con Money inparticolare nonabbiaprov~to tu stesso a scrivere Usa. Sei indubbiamente attratto dall'America. 59
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==