INCONTRI/ AMIS Ho odiato quel libro. Primo Levi parla di un pericolo d'impudicizia letteraria che si corre quando si fa narrati va sull'olocausto, e penso che La scelta di Sofia commetta questo peccato e molti altri ancora; non è per niente ben scritto. Quando cominci un libro del genere, sei terrorizzato da quello che George Steiner potrebbe pensare su di te. Mi stupiva l'idea che questo potesse essere un soggetto per me. Se un paio d'anni fa mi avessero chiesto se mi sentivo in grado di scrivere sull'olocausto, una cosa che pure mi aveva interessato a lungo, avrei risposto che ero forse l'ultimo degli scrittori viventi qualificato per farlo. Ma una volta che hai superato questo, devi dirti subito: contribuisco come posso a questo argomento. Non posso diventare un altro tipo di scrittore a causa del soggetto. Immagino che ti si accusi di strappare una corsa gratis a livello emotivo, attaccandoti ad un simile tema. È quasi come se volessi essere uno scrittore ebreo, come se ci fosse un soggetto lì pronto, al quale vorresti avere accesso. Bene, è interessante il fatto che l'unico romanzo comico sull'olocausto sia stato scritto non da un ebreo mada un americano-tedesco, Kurt Vonnegut, un uomo i cui genitori e nonni parlavano tedesco e che ha combattuto contro i nazisti nella seconda guerra mondiale.L'accusa non mi ha preoccupato affatto. Non volevo assolutamente offendere nessuno. Nel riscrivere il libro per la seconda volta, ho incluso, come capita, varie scene a buon mercato, ma mi riservo il diritto di eliminarle. Penso che mi purificherò un pochino quando lo farò, a tempo debito. Sono metafore di seconda mano, che cancellerei comunque. Tre delle prime sei persone che hanno letto il romanzo erano ebree e mi preoccupava la loro reazione molto più di quanto mi preoccupasse quella di parte non ebrea. Questo mi ha inibito dell'uno, due per cento, mentre scrivevo. Ci sono porte attraverso le quali uno scrittore di narrativa non può passare? Avrei potuto benissimo dire "questa", prima di scrivere il romanzo. Su questo argomento c'è senz'altro un cartello che dice "Vietato l'ingresso", ma non esistono cartelli del genere. Non ce ne possono essere più. Mio padre direbbe che il cartello "Vietato l'ingresso" sta sulla porta della camera da letto. Altri scrittori potrebbero dire che è sulla porta del bagno. Penso che siano tutti divieti immaginari e da ignorare. Devi avere una buona motivazione, e non trattare il soggetto con spavalderia, per il solo gusto di farlo. Devi avere qualcosa da dire, ma sta a te decidere. Facciamo un salto indietro. Hai cominciato come giornalista letterario. Trovi sia una professione tanto diversa da quella di scrittore di narrativa? Beh, ho iniziato a scrivere simultaneamente con la destra e con la sinistra. In effetti, ho cominciato a scrivere un romanzo prima ancora di fare la recensione di un libro; ~a è come scrivere un po' con la sinistra un po' con la destra. E molto diverso con la narrativa: lì crei il tuo mondo. Non deve essere di una certa lunghezza e scritto in un certo momento, per un certo editore, per un certo giornale e per un certo pubblico.D'altra parte un articolo è una specie di racconto, perché quando entri, per così dire, nel 56 campo di gravità di qualcuno, inevitabilmente metti te stesso in primo piano. Impieghi i tuoi sensi per comprendere questa persona o quell'evento, e questo è un po' come nella narrativa: usi i tuoi terminali sensori più di quanto potresti fare in ogni altro caso. Ma, a livello emotivo, è molto, molto diverso e quando la mattina mi alzo e tutto quello che ho da fare è scrivere narrativa, allora sono molto felice. Quando invece ho un pezzo da scrivere, mi sembra di lavorare su una strada ferrata, in confronto. È gravoso. Il tuo primo romanza The Rachel Papers si incentra sulla lotta per la conquista sessuale. In un certo senso, q__uestatematica è stata sempre presente nei romanzi successivi. E il territorio che ti sei delimitato. Sì, e credo farei meglio a smettere di trattarlo. Tenderei a giustificarlo, a scusarlo in questo modo: riveliamo pochissimo di noi agli altri, persino alle persone che ci sono più vicine, ed io voglio più di quel quindici per cento o quanto sia. Perciò una delle prime cose che mi chiedo su un personaggio è: com'è a letto? Così riesci a scoprire un'altra informazione piuttosto importante. Non devi riuscire a vederli i personaggi, ma se potessi spiarli, per così dire, potresti scoprire parecchie cose. · Ma non penserai che ci sia una verità da scoprire in questa sfera? Presumibilmente quello che trovi è solo un altro livello di performance. Può darsi che tu abbia ragione, ma persino il tipo di performance può essere importante. Tutti dobbiamo diventare bravi a interpretare le performances. In questo caso però, si è molto più vicini ali' essenza di quanto non accada nella maggior parte delle performances culturali. Quando si è ubriachi non vale necessariamente il detto in vino veritas, ma si è sicuramente più vicini al cuore delle cose. È lo stesso quando si sogna. Le difese sono abbassate. Non ti controlli allo stesso modo, e questo vale anche per la performance sessuale. È per questo che non rispetterei nessun cartello di "Vietato l'ingresso", perché voglio sapere tutto. Credo ti riveli qualcosa in più, ti porti più in profondità. Però, nei tuoi romanzi, anche questo è sovvertito dalla commedia. Non ho certo l'intenzione di celebrare un tipo di relazione amorosa che muova il mondo. Non credo ci sia un solo atto sessuale nei miei libri che lasci la scena senza una punta di umiliazione o di canzonatura, e dato che sono uno scrittore comico, sono sempre alla ricerca della commedia e dell'umiliazione. Insomma, niente del tipo: "Caro sei stato meraviglioso" o "All'alba la prese di nuovo". Ho avuto la sensazione che in uno dei tuoi primi romanzi tu stessi quasi cercando di trovare dei limiti, allo scopo di superarli. Superare è una parola benevola. Penso che probabilmente ci fosse un po' di questo, ma c'era anche il fatto che la mia abilità di scrittura era a un livello molto più primitivo. Tutte le decisioni che prendi, e scrivere comporta migliaia di decisioni, dovrebbero avere a che fare con il libro che stai scrivendo. Dovrebbero essere valide per quel libro. Ora non prenderei in considerazione certe cose, non per un decoro esterno ma per un decoro interno che ha
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