LA CORRUZIONE DEI VALORI Incontro con Martin Amis a cura di Christopher Bigsby traduzione di Giovanna Cimino Figlio del romanziere Kingsley Amis, Martin Amis è nato ad Oxford nel 1949 e ha studiato in Inghilterra, Spagna e Stati Uniti, laureandosi in inglese ad Oxford. Il suo primo romanzo, The Rachel Papers, pubblicato nel 1973, vinse il premio Somerset Maugham. Ha pubblicato inoltre sei romanzi, una raccolta di racconti e una di saggi. Sono stati tradotti in italiano i racconti I mostri di Einstein e il romanzo Territori londinesi, pubblicati da Mondadori. Di prossima uscita l'ultimo suo romanzo, La freccia del tempo, finalista del Booker Prize 1991. Martin Amis ha l'attrazione del moralista per la corruzione dei valori, del gusto, dello stile e dellaforma. Nei suoi primi libri, The Rachel Papers ( 1973), Dead Babies ( 1975) e Success ( 1979), indulge nell'esplorazione della sessualità adolescenziale e postadolescenziale sullo sfondo di una società che scivola anch'essa verso un materialismo inconsulto. In Money (1984), l'àmbientazione si amplia a comprendere l'America, fornendo ali' autore la consapevolezza di una maturità stilistica ormai raggiunta. La prosa di Martin Amis è vivace e reca in sé le tracce della propria individualità. Il tono apocalittico, evidente nei primi libri, e in parte connesso ad uno stile paranoico, si fa più intenso in una raccolta di racconti, I mostri di Einstein ( 1987), e in particolare in Territori londinesi (1989), risposta allegorica alla patologia dell'era nucleare. Il suo libro più recente, La freccia del tempo, sposta l'apocalisse indietro nel tempo, nei campi di concentramento della seconda guerra mondiale, sebbene non abbandoni la ricerca di uno humour che scaturisce dall'esagerazione e dall'ironia. Hai cambiato un bel po' di scuole da ragazzo. Quale effetto pensi che tanti cambiamenti abbiano avuto su di te? Penso che fondamentalmente ti renda abile a ingraziarti la gente. Il primo giorno di scuola diventa una vera e propria prova. La prima cosa da affrontare è quella di evitare di essere picchiato, poi devi individuare le figure più importanti, devi corromperle e conquistare la loro amicizia con sigarette, battute spiritose o con pagamenti in denaro, qualsiasi cosa sia necessaria, davvero. Penso ti renda vigile da un punto di vista sociale: sei consapevole di dove risiede il potere e questo fa di te un esperto nell'arte dell'autoconservazione. E questo ti ha allontanato dallo studio? All'inizio forse sì. Ero molto, molto indietro e lo sono stato fino alla fine dell'adolescenza. Quando però mi sono trovato nel posto giusto, sono riuscito a fare tutto molto in fretta. Certo, l'eccitazione, le distrazioni e la paura non contribuiscono allo studio. I figli tendono a porsi in contrasto con i genitori quando progettano il proprio futuro. Hai attraversato anche tu unafase del genere? No, credo piuttosto di essere stato disgustosamente emulativo. Da adolescente, per un periodo, ho accettato le idee politiche di mio padre e mi sono ritrovato per esempio a sostenere la guerra in Vietnam; pensavo anche che sarebbe stata una buona cosa diventare scrittore. Tutto quello che posso dire, però, è che ho 54 concepito questa idea prima ancora di capire veramente che tipo di scrittore fosse mio padre. Per quanto ne sapevo, avrebbe potuto scrivere romanzi western, romanzetti da supermercato o romanzi erotici. Quando ho letto i suoi libri ho pensato: sì, è proprio questo il genere di cose che potrebbe interessarmi. Non c'è stato quindi un vero periodo di ribellione, anche se ora le nostre concezioni politiche sono diverse. In una recensione al mio primo romanzo un critico ha affermato che l'influenza può essere esorcizzata anche attraverso l'imitazione; probabilmente è stato così nel mio caso. Quanti anni avevi quando hai letto i suoi libri per la prima volta? Diciotto o diciannove. Se vai in una biblioteca o in una libreria trovi i tuoi libri accanto a quelli di tuo padre. A prima vista sembrano molto diversi gli uni dagli altri. Hanno qualcosa in comune? Credo abbiano molto in comune. Se l'ordine delle nostre date di nascita fosse invertito, probabilmente io avrei scritto qualcosa di simile ai suoi romanzi e lui avrebbe scritto qualcosa di simile ai miei. La differenza è solo di epoca. Vuoi dire che siete entrambi sintonizzati su certefrequenze e modalità culturali? Sì, decisamente, e abbiamo la stessa maniera di percepire le cose: umoristica, leggermente eroicomica, intenta a descrivere cose meschine con un tono alto e un po' anche il contrario. Ma io scrivo di un mondo diverso, e questo è tutto; la grande differenza tra noi sta nel tipo di mondo, del quale scriviamo. Credo che ad un certo punto uno scrittore si distacchi da ciò che sta veramente accadendo nel mondo, e la realtà non solo gli appare strana ma anche nemica. V.S. Pritchett non può realmente scrivere del 1991; scrive di una sorta di mondo congelato, che esisteva 20 o 30 anni fa. Mio padre colse nel segno qualche giorno fa quando notò che gli scrittori giovani ripetono sempre a quelli più anziani: "Non è più così, ora le cose vanno in quest'altro modo", e non si tratta di una transizione facile. La citazione da Somerset Maugham sul retro di Jim ilfortunato dice più o meno così: "In Inghilterra c'è tutta una nuova generazione di persone che sta arrivando all'Università dalla provincia. Mr Amis ha un udito così fine e una vista così aguzza da riuscire a renderle in maniera esatta". Qui la citazione termina, ma nella versione originale di Maugham la frase che segue è: "Sono la feccia". Non so se Maugham abbia avuto qualche peso nel conferimento a Lucky Jim del Somerset Maugham Award, ma di certo aveva capito che mio padre aveva del talento. Tuttavia odiava Jim Dixan e il suo mondo. I personaggi creati dalla generazione successiva sono minacciosi e ripugnanti per la generazione già affermata ed è per questo che riesco ad accettare i romanzi di mio padre molto più facilmente di quanto lui non accetti i miei. Tuo padre non si oppone quindi ai tuoi romanzi, quanto al mondo che ritraggono.
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