STORIE/MILLHAUSER Era consapevole che stava chiedendo a Moorash di diventare l'amante di sua moglie? to respiratorio di Philadelphia sentenziò che i polmoni erano sani e che la paziente doveva essere condotta al più presto in un clima caldo-secco. Un terzo medico, di Boston, celebre per il suo lavoro nei disturbi nervosi, prescrisse riposo a letto e quiete assoluta, e intimò che per nessuna ragione la si sottoponesse a uno spostamento. Disperato, Vai! sedeva sul letto accanto alla moglie dall'alba a mezzanotte e le teneva la mano consunta scrutandola teneramente con gli occhi umidi. I giorni passavano e lui la vedeva con le guance sempre più incavate, gli occhi sempre più dilatati, il volto sempre più triste e sofferente. Una notte che la fine pareva vicina, Charlotte fu scossa da una improvvisa, disperata animazione, e levandosi a fatica sul letto confessò in un torrente di lacrime di essersi innamorata di Edmund Moorash. Edward Vail era forse mediocre come artista ma non mancava certo di buon cuore, cosa di cui andava orgoglioso, e non stentò a concepire un gesto nobile, forse troppo nobile. Ancora abbattuto dalla notizia, sedette subito allo scrittoio e vergò una lunga lettera andata perduta che, però, Ann Hudley, amica di Elizabeth Moorash, ha riassunto nel suo diario. In essa Vai! rivelava il tremendo segreto della moglie e implorava Moorash con tutto il cuore perché venisse a Strawson e la salvasse per quanto era in suo potere. Era consapevole che stava chiedendo a Moorash di diventare l'amante di sua moglie? Dopo aver letto la lettera, Moorash se ne stette chiuso nel suo studio per due giorni. La notte del secondo giorno fece a piedi le sei miglia e mezzo che lo separavano da Rose Cottage.e non fece ritorno se non la mattina seguente. Non ci è dato sapere cosa esattamente accadde in quell'occasione, ma Moorash cominciò a far visita a Strawson tre volte la settimana, e la salute di Charlotte migliorò rapidamente. Tutte le lettere di Charlotte a Moorash furono più tardi distrutte ma ne resta un frammento scoperto in un baule a Boston nel 1957. Vi si leggono queste parole: Mio carissimo Edmund, oggi guardavo dalla finestra verso Stone Hill e ti vedevo alto nei Cieli circonfuso di fuoco e di luce. Vieni da me vieni da me in una tempesta di fuoco - O mio angelo splendente - mio Re - tu sei un cervo della foresta - un leone dei monti. La mia anima come soffre per te. Dio mi ·perdoni. Anche il Diario di Vail fu distrutto, ma i fatti di Strawson non passarono sotto silenzio e riuscirono a trovare ricetto in molti diari, soprattutto in quello di Thatcher, il fratello di Vail, e da questo riusciamo a ricostruire quel che sembra sia stato il corso degli eventi. Sembra che Vai! si assentasse da Rose Cottage per tutto il giorno: se ne usciva prima dell'alba e tornava a tarda notte. Per un mese almeno, ma forse anche per due, fino alla fine di agosto, Moorash fece visita a Charlotte Vai! con regolarità. Non uscivano mai di casa. Del resto, dove potevano andare? Il diario di Thatcher Vail parla di "disgustose licenziosità" e della "sguaiata risata di demoni dietro tende di mussola". Nel dar credito a simili dichiarazioni si tenga conto che egli non parla solo come il congiunto ferito dallo scandalo ma anche come l'uomo che, due anni prima, aveva corteggiato senza successo la quindicenne Charlotte Singleton e aveva dovuto lasciare il passo al fratello minore. L'amore di Moorash e Charlotte Vail fu certamente fisico, e disperatamente infelice. Charlotte, che aveva sempre ammirato ed anche amato il marito, era straziata dai sensi di colpa; Moorash, sempre attento nel valutare l'errore, era consapevole di aver offeso l'amico per il solo fatto di aver ottemperato alla sua richiesta; e nonostante la bruciante attrazione per Charlotte, continuava ad aspettare che fosse lei a chiedergli di andare, a pregarlo, conscio del controllo che si impegnava a esercitare sempre su se stesso. Nondimeno Vail faceva fatica a tollerare la vista dell' amico di un tempo: si limitava ad aspettare che quella maledetta estatè finisse. Ai primi di settembre scrisse una seconda lettera a Moorash nella quale era disposto a rendere la libertà alla moglie ma solo a patto che lui la sposasse. Questa lettera fu - così pare - motivo di una crisi: Charlotte dichiarò che non avrebbe mai abbandonato l'uomo che aveva sposato e che lei e Moorash si erano solennemente impegnati a "morire" l'uno all'altra, per sempre. La promessa fu rotta una settimana dopo, quando Charlotte in uno stato di alterazione vicino alla follia arrivò, non annunciata, a Stone Hill Cottage poco prima di mezzanotte. Moorash non volle vederla e lei trascorse la notte, in lacrime, fra le braccia di Elizabeth. La mattina seguente Elizabeth tornò con lei a Rose Cottage, dove Vail annunciò che sarebbe partito per Boston il giorno dopo e che Charlotte poteva accompagnarlo come sua legittima moglie o lasciarlo una volta per tutte. Elizabeth passò la notte a Rose Cottage e, la mattina dopo, vide Charlotte sulla carrozza. Vai! si stabilì a Boston e cominciò a imporsi rapidamente come ritrattista, celebrato per le tonalità chiarissime dei suoi incarnati. Non fece mai più ritorno a Strawson. Un ritratto di Chester Calcott del 1846 ce lo mostra come un uomo dagli occhi melanconici e dalla bocca severa. Charlotte fu per sempre una moglie devota: l'unica novità era che si sentiva molto spesso stanca, che preferiva restare da sola e che evitava le occasioni mondane. Moorash si chiuse nel suo studio e portò a termine il Nachtstiick prima della fine di settembre. 15. LA CASA DEGLI USHER (1840) Olio su tela, 88,31 x 94,74 cm La caduta della Casa degli Usher di Edgar Allan Poe faceva parte della raccolta Tales of the Grotesque and Arabesque (1840). Era ben possibile che Moorash ne avesse letta una copia, ma Elizabeth non accenna mai alla cosa nel suo Diario, che comunque cita La caduta della Casa degli Usher di sfuggita (8 ~icembre 1840) e non fa mai riferimento ad altri racconti di Poe. E dunque possibile che Moorash avesse letto il racconto sulla "Burton's Gentleman's Magazine" (settembre 1839), una copia della quale potrebbe essere stata portata a lui o a Elizabeth da William Pinney o da chiunque altro dei molti ospiti in visita fra il 1839 e il 1840. Il dipinto fu cominciato in ottobre e portato a termine prima di Natale. Si è sempre pensato che il quadro rappresentasse il crollo della Casa degli Usher così com'è descritto nel celebre ultimo paragrafo (cfr. Havemeyer, p.79), ma una lettura siffatta presenta due ostacoli: la parola "caduta" è del tutto assente dal titolo e il dipinto non rappresenta, in realtà, il rovinare della casa fantastica nel lago. La seconda obiezione, forse la meno decisiva, fa forza sul fatto che Moorash potrebbe essersi ben proposto di rappresent~r~ la ~adut_a in un senso non piattamente letterale, ma allora non s1giustifica ti 39
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